Un oggetto sacro comune a fedi diverse.
Rispetto al credente, che conduce una vita onesta e dignitosa e che abitualmente scandisce con la preghiera le fasi di ogni giorno, per chi teme una severa condanna da parte della giustizia divina, per i suoi innominabili trascorsi, sembra allungarsi la corona del rosario, per l'incessante scorrere dei grani tra le dita.
Una corona, quella del rosario, che per molti non è più di moda, rispetto a un tempo in cui faceva parte del corredo di ciò che ci si portava appresso, specialmente tra le donne.
Un oggetto che non è d'abbigliamento, formato da cinquantatré grani piccoli che simboleggiano le preghiere dell'Ave Maria, sei grani più grandi (o di colore diverso) che simboleggiano i Padre Nostro e i Gloria, e un Crocifisso.
Una corona che poi è divisa in quattro:
misteri gaudiosi (della gioia), misteri luminosi (della luce), misteri dolorosi (del dolore), misteri gloriosi (della gloria), con litanie finali.
Una volta capitava spesso di vedere corone del rosario appese agli specchietti retrovisori delle auto, a dimostrazione della credenza religiosa dei proprietari, mentre adesso è più facile che ci penda l'arbre magique, ad appestare l'aria dell'abitacolo, con l'illusione che il profumo innaturale emanato sia benefico.
Un oggetto che poi è comune ad altre confessioni, come La Mala, una corona di grani utilizzata per contare i mantra recitati e durante la meditazione. Si tratta di un oggetto diffuso in molti paesi asiatici e possiede un significato religioso tanto per il Buddhismo quanto per l'Induismo.
Oppure la Misbaḥah, che è una collana di grani di preghiera che viene spesso usata dai musulmani per tenere traccia del conteggio delle preghiere recitate.
Detto da uno per niente praticante ed osservante, se la corona del rosario tornasse a essere un oggetto abituale da portarsi appresso ed usato per come è richiesto dal rituale, quale che sia la credenza del soggetto, almeno un piccolo miglioramento nei costumi potrebbe avvenire nella società.
rm
p.s. Aggiungo il link segnalato da Roberto Moggi, che riporta al documento:
Qual è l’importanza del S. Rosario?
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