Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti

Oggi - 2 novembre 2024 - sabato della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa officia la “Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti”, comunemente detta “Giorno dei morti” o “Festa dei defunti”, che cade il 2 novembre d’ogni anno, giorno successivo alla solennità di Tutti i Santi. Questa commemorazione - come chiaramente indica il nome - intende ricordare in un'unica data tutti i morti. Essa richiama all’attenzione dei fedeli tutto il mistero dell’esistenza umana, dalla nascita alla morte, ricordando tutti i fratelli e le sorelle che, in questa vita, ci hanno preceduto e si sono addormentati nella speranza della resurrezione. Le anime che al momento della morte corporale non sono purificate e non hanno espiato le proprie colpe, non riescono a raggiungere la Visione Beatifica, ma possono essere aiutate a conseguirla grazie alla preghiera e alla partecipazione al sacrificio della Santa Messa da parte dei viventi. La Chiesa, che è madre e vuole tutti i suoi figli riuniti in un unico abbraccio, prega pertanto, oltre che per i vivi, per quelli trapassati. Essa, già sollecita nel celebrare ieri tutti coloro che hanno raggiunto la santità e ora gioiscono in Paradiso, si dà cura oggi di pregare per ogni fedele addormentatosi nella speranza della resurrezione, non dimenticando quelli che si trovano nel Purgatorio, affinché, purificati da ogni macchia di peccato ed entrati nella comunione della vita celeste, abbiano la Beatitudine Eterna. L’essere umano, molto frequentemente, vive la vita alla ricerca del mero benessere materiale e della felicità mondana, proteso verso un domani dal quale attenderà più amore, felicità e benessere. Costantemente alla ricerca e nella speranza di una vita migliore. Tuttavia, in fondo a tutto il nostro “stordirci di vita e di speranza” si annida, sempre in agguato, il pensiero della morte. Un pensiero cui è difficile abituarsi e che spesso si vorrebbe scacciare. Eppure la morte è la compagna di tutta la nostra esistenza: addii e malattie, dolori e delusioni ne sono come i segni premonitori, anche se, poiché battezzati, non dobbiamo assolutamente angosciarci. La morte, per il cristiano, non è il momento che termina il suo cammino terreno o il punto di stacco dal resto detta vita. Per noi battezzati, la vita terrena è preparazione a quella celeste, stiamo in essa come bambini nel seno materno, perché la nostra vita terrena è un periodo di formazione, di lotte, di prime scelte. Con la morte l’uomo si trova di fronte a tutto ciò che costituisce l’oggetto delle sue aspirazioni più profonde: si troverà di fronte a Cristo e sarà la scelta definitiva, costruita con tutte quelle parziali di questa vita. Cristo, che ci attende sempre con le braccia aperte, ci ha dato la piena libertà di scelta. Se l’uomo sceglie di respingere il suo bene e di porsi contro di lui, quindi, sarà tormentato in eterno dal ricordo di quello stesso amore che ha rifiutato. L’uomo che si decide per Cristo, invece, troverà in quell’amore la gioia piena e definitiva, per l’eternità. Non è dunque la dissoluzione in polvere il destino finale dell’uomo, bensì, attraversata la tenebra della morte, la visione di Dio. Per questo i fedeli pregano per i defunti e confidano, a loro volta, nella loro intercessione, nutrendo la speranza di raggiungerli in cielo per unirsi agli eletti nella lode della gloria di Dio. Da un punto di vista storico, l’odierna commemorazione cominciò a diffondersi nella Chiesa già nel IX secolo, continuando l’uso monastico, iniziato nel VII secolo, di consacrare un giorno completo alla preghiera per tutti i defunti. Nel IX secolo, infatti, il vescovo lorenese Sant’Amalario di Metz (770/780 circa-850/853 circa), stabilì la memoria di tutti i defunti nel giorno successivo alla festa dei santi che sono in cielo, così come avviene tuttora. La ricorrenza, però, fu celebrata per la prima volta solo nel 998, quando l’abate francese Sant’Odilone di Cluny (961-1049) deliberò di ricordare in un’unica ricorrenza tutti i morti, ordinando a tutti i monaci del suo Ordine Cluniacense di fissare il 2 novembre come giorno solenne per la “Commemorazione dei Defunti”. Da allora, la Chiesa è stata sempre particolarmente attenta al ricordo dei morti, rafforzando la speranza cristiana che trova fondamento nell’immensa bontà e misericordia di Dio. Papa Benedetto XV (dal 1914 al 1922), giunse a concedere a ogni sacerdote la facoltà di celebrare tre messe in questo giorno. Possibilità tuttora in vigore, tanto che il Messale Romano (OGMR 204) presenta tre formulari distinti di orazioni, con relative diverse letture. Nella messa non si recita né il Gloria né il Credo. Una preghiera per le anime di tutti i defunti, specialmente le più bisognose della Misericordia di Dio.
IMMAGINE: "Il giorno dei morti", olio su tela dipinto, nel 1859, dal pittore francese William-Adolphe Bouguereau (1825-1905). L'opera si trova presso il Musée des Beaux-Arts di Bordeaux (Francia).
Roberto Moggi
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