Se
si sta dicendo una verità, o si fa un giuramento e si sente suonare una
campana, l’avvenimento viene interpretato come un segno del Signore,
proprio a conferma di ciò che si è detto.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci
è presentato un proverbio che, a prenderlo sul serio, prima di
affermare qualcosa di una certa rilevanza, per convincere
l'interlocutore, ci conviene accertare che ora è, per essere sicuri che
poco dopo ciò che abbiamo dichiarato, risuoni un tocco di
campana, che segni l'ora, oppure la mezz'ora, a suffragare ciò che è
stato detto, che se poi, per pura coincidenza, i rintocchi siano quelli
della campana a morto, risulterebbero deleteri e controproducenti per la
credibilità di quanto è stato espresso.
Il
suono di campana, in questo caso, non solo interpretato come sonoro
memorandum della volontà divina, ma che sancisce come veritiero ciò che
si assicura, o che si giura, se accompagnato dalla sonorità dello
strumento.
Risale a
tempi purtroppo sorpassati, l’uso di ricorrere a segni o a suoni
particolari delle campane, per convocare il popolo cristiano alla
celebrazione liturgica comunitaria, per informarlo sugli avvenimenti più
importanti della comunità, per richiamare nel corso della giornata a
momenti di preghiera, specialmente al triplice saluto alla Vergine
Maria.
Il rintocco delle
ore a Mezzodì, annunciato dal suono della Terza campana, avvisava i
contadini nei campi e tutta la popolazione, che era giunta l’ora di
ritornare alle proprie case e sedersi attorno al desco.
Quello
dell’Ave della sera, dava segno alla conclusione dei lavori e i
rintocchi del Venerdì, alle ore 15, dati con la seconda campana,
ricordavano l’ora della morte del Signore, mentre la 4° campana (la
campana della dottrina) aveva il compito di convocare i fedeli alle
confessioni settimanali e Pasquali, richiamando i ragazzi al Catechismo.
La quarta e la quinta
campana, insieme poi, avvisavano il sopraggiungere dei temporali,
elementari strumenti di previsioni meteorologiche e non solo, perché la
terza avvisava l’inizio della campagna di disinfestazione delle viti dai
parassiti della peronospora con il solfato di rame.
E
infine il suono più terribile dato dalle campane a martello per
annunciare pericoli imminenti, che fossero incendi, catastrofi naturali e
molto più spesso umane.
La
Voce delle campane esprimeva in un certo qual modo i sentimenti del
popolo di Dio, nell'esultanza, o nel raccoglimento nel sopportare le
sventure, rendendo grazie o elevando suppliche, riunendosi nello stesso
luogo e manifestando il mistero della Sua unità nell’unico Signore, al
punto di identificarne il suono come una manifestazione di volontà
ultraterrena, che ha dato origine al proverbio presentato.
Home page ARGOMENTI
Home page ARGOMENTI
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.