Esclamazione
usata per decantare la bellezza celestiale della donna. Si dice che il
santo oltre ad essere un medico era anche pittore e abbia raffigurato
per primo la Madonna con il bambino.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
In
seguito a un'opera pittorica, che al Santo del giorno è attribuita e
raffigurante la madre celeste con il suo bambino, è sorta la metonimia
che mostra come possa apparire a chi la ammira, la bellezza di una donna
che lo ispira, facendogliela immaginare come celestiale, pari a quella che il Santo riprodusse.
Un
tema, quello presentato dal proverbio, che ci ricorda del dolce stil
novo la donna angelicata, alla quale anche Dante fa riferimento, nel
decantare la muliebre bellezza di Beatrice, con i suoi toccanti e più
che famosi versi:
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
È
ricordata, al riguardo, l’immagine della Madonna di San Luca di
Bologna, identificata come tale, nella città, dalla metà del XVI
secolo, in quanto, secondo, una tradizione cristiana risalente al VI
secolo, l’evangelista Luca, patrono dei pittori, ne realizzò di sua
mano una in questa posa.
E, al riguardo, leggiamo il testo che è a seguire, la cui fonte è:
"La
divina immagine, dipinta da San Luca, sarebbe stata conservata
precedentemente in Santa Sofia a Costantinopoli e portava con se’
un’epigrafe che ne richiedeva la collocazione in una chiesa dedicata
all’evangelista sul Monte della Guardia. Un pellegrino chiese ed ottenne
permesso di prendere l’immagine e cercare il Monte; giunto a Roma
incontrò il nobile bolognese Pascipovero dei Pascipoveri che lo
indirizzò al Colle della Guardia nei pressi di Bologna, dove l’immagine
fu accolta. Il Santuario a lei dedicato fu fondato nel XII secolo da
una giovane devota di nome Angelica che si era ritirata a vita eremitica
sul colle e vi aveva fatto edificare una piccola chiesa. La comunità
del colle si trasformò in monastica, mentre il culto rimase limitato
sino al 1433, quando, nel timore di una carestia, il giureconsulto
Graziolo Accarisi propose al Consiglio degli Anziani di recare in
processione solenne l’immagine, imitando quanto fatto dai fiorentini con
una loro “Madonna di San Luca”. Il 4 luglio i confratelli di Santa
Maria della Morte si recarono al santuario per portare l’effigie in
città, e la successiva processione coincise con il termine delle piogge
torrenziali. Da allora il culto si diffuse, rinnovato ogni anno da una
sentitissima processione e da altre discese in città in caso di
particolari pericoli, e suggellato dall’incoronazione del 1603 per opera
dell’arcivescovo cittadino Alfonso Paleotti."
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