Sant'Onorato di Vercelli

Oggi - 29 ottobre 2024 - martedì della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda anche, tra i vari santi e beati, Sant'Onorato, conosciuto con la specificazione “di Vercelli” che ne indica la provenienza, vescovo. Di Honoratus (Onorato), questo il suo nome in latino, si conosce pochissimo. Nacque verso la metà del 300, verosimilmente a Vercellae, nella parte nord-occidentale della Penisola Italiana, quando costituiva il territorio metropolitano dell'Impero Romano (oggi Vercelli, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte). Ordinato sacerdote in giovane età, divenne membro del cosiddetto “Cenobio episcopale” della sua città, una comunità per la preparazione dei sacerdoti fondata dal vescovo Eusebio (283-371), primo pastore di quella diocesi e futuro santo. Nel 396, alla morte del locale vescovo Limenio, anch’esso diventato santo, la scelta del successore cadde proprio su di lui, poiché godeva ampia stima da parte di tutto il clero cittadino, tanto che l’intero ordine sacerdotale, esacerbato da uno stato di conflitto interno, si riappacificò. La sua investitura fu particolarmente voluta dal vescovo di Milano Ambrogio (circa 339/340 - 397), anch’egli futuro santo e dottore della Chiesa, al quale legò il suo nome, con un forte legame di fede e amicizia, vissuto in quelli che erano anni difficili, caratterizzati da confronti serrati delle comunità religiose, scosse da scismi e movimenti ereticali. La sua designazione trovò invece fortissime resistenze nella società civile cittadina, agitata e sconvolta da gravi discordie, al punto da impedirne la formale ordinazione e protrarre a lungo la vacanza della sede. Tale turbamento, fu accresciuto dall’azione disgregatrice di due monaci milanesi giunti a Vercelli per predicare, che contestavano la riforma voluta dal defunto vescovo San Limenio in merito alla disciplina ascetica e al celibato dei sacerdoti, idee per altro già presenti nella “Regola di vita del clero” voluta da Sant’Eusebio, primo Pastore del centro piemontese. I due religiosi, diffondendo nella città i loro errori e soffiando con false notizie sul fuoco delle divisioni interne, alimentarono il risentimento verso il vescovo di Milano Ambrogio, presentandolo come responsabile delle agitazioni e della ritardata elezione del nuovo Pastore. Ciò nonostante, grazie proprio all’autorevole ed energico intervento dello stesso ’Ambrogio, la deprecabile situazione fu infine risolta e l’ordine in qualche modo ristabilito. Per arrivare a questo, Ambrogio dovette spende tutta la sua autorità e il suo prestigio, prima con una lunga e severa lettera ammonitrice destinata alla Chiesa vercellese (nota appunto come “Ad ecclesiam vercellensem”, che fu il suo ultimo scritto), poi recandosi personalmente a Vercelli per consacrare Onorato quale nuovo vescovo. Dal canto suo, Onorato nutrì per Sant’Ambrogio gratitudine e devozione filiale e, quando questi cadde ammalato, nella primavera del 397, accorse a Milano per assisterlo, somministrandogli il Santo Viatico prima che spirasse serenamente. Dopo circa vent’anni di episcopato, sempre vissuti alla sequela di Cristo, Onorato morì il 29 ottobre del 416 circa. Le sue spoglie riposano tutt’oggi sotto un altare laterale della cattedrale di Vercelli.
Immagine: "Sant'Onorato di Vercelli dà il Viatico a Sant'Ambrogio", affresco a tempera su intonaco murale dipinto, nel 1857 circa, dal pittore di Cremona Gallina Gallo (1796-1874). L'opera si trova all'interno della cattedrale di Vigevano (in provincia di Pavia, regione Lombardia).
Roberto Moggi
Home page   ARGOMENTI

Commenti