Oggi - 8 ottobre 2024 - martedì della XXVII settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Pelagia, normalmente indicata con la specificazione “di Antiochia” (che ne indica la città di provenienza), penitente. Le notizie che la riguardano sono scarse, non sempre comprovate e talvolta divergenti. Sappiamo, tuttavia, che Pelagia, questo il suo nome sia in greco (nella traslitterazione nel nostro alfabeto) che in latino e italiano, era una ragazza di grande bellezza, vissuta nel III secolo ad Antiochia di Siria, anche detta Antiochia sull’Oronte (dal nome del fiume che l’attraversa), grande metropoli della Provincia Romana di Siria (oggi Antakya, nella Turchia asiatica, vicino al mare Mediterraneo e al confine con l’attuale Siria). Secondo la tradizione più accreditata e condivisa, basata particolarmente sull’opera “Vitae Sanctae Pelagiae meretricis” (“Vita di Santa Pelagia meretrice”), di cui non si conosce con certezza l’autore [forse congiuntamente tali Jacobus diaconus ed Eustochius (Giacobbe diacono ed Eustochio)], fu effettivamente una giovane di avvenenza fuori dal comune, nata nel III secolo nella predetta città. Sarebbe stata un’attrice teatrale di eccelsa bravura e, al tempo stesso, anche una prostituta molto conosciuta nella sua città d’origine, terza dell'Impero per grandezza, ricchezza, vita sociale e istruzione. Quando passava per strada, attirava sempre l’attenzione degli uomini, ammaliati dalla sua avvenenza e dal suo modo di abbigliarsi, con molti gioielli d’oro e pietre preziose sulla sua persona, tanto da essere universalmente paragonata a una principessa. Narra la stessa tradizione che Pelagia, un giorno, passeggiando per il centro cittadino, passò vicino ad alcuni vescovi cristiani, seduti vicino alla locale basilica dedicata al martire Giuliano, lasciando dietro di sé come “una scia” di profumo intensa e inebriante. I Pastori della Chiesa, dopo averla osservata senza alcuna concupiscenza o malizia, così come si deve osservare una qualsiasi creatura di Dio, girarono lo sguardo altrove. Vi fu la sola eccezione del vescovo più anziano e saggio, che continuò a fissarla a lungo senza proferire parola, come se stesse scrutandole l’anima. Quando Pelagia, stupita e incuriosita da quel comportamento per lei inusuale, si fermò davanti a lui, l’anziano patriarca si girò verso gli altri, chiedendo loro se non fossero d’accordo sul fatto che lei fosse dotata di una straordinaria bellezza, trovando approvazione unanime. Solo allora si rivolse a Pelagia, osservando come probabilmente essa doveva impiegare parecchie ore della giornata per rendersi così attraente, aggiungendo che farsi bella per piacere agli uomini era un obiettivo breve, mentre farlo per il Signore, le avrebbe meritato la vita eterna nel Regno dei Cieli. Queste parole, per Grazia di Dio, fecero breccia nell’animo di Pelagia, tanto che si prostrò ai suoi piedi chiedendo di venire battezzata per divenire anch’essa cristiana. Decise immediatamente di spogliarsi d’ogni gioiello che aveva indosso e di mettere al posto dei costosi vestiti una semplice tunica. Più tardi, per espiare i propri peccati, partì per la Terra Santa e si recò a Gerusalemme a piedi. In questa città decise di trascorrere il resto della propria vita, rinchiudendosi in una piccola cella dove morì santamente da penitente cosiddetta “reclusa” (si dice “recluso” o “reclusa” il monaco o monaca che adotta una forma estrema di vita penitenziale, che consiste nel rinchiudersi in solitudine in un uno spazio ristretto, sia per un periodo limitato della propria vita o per sempre. Queste celle si trovavano normalmente presso un monastero o una chiesa, per questo motivo la vita del recluso non va confusa con la vita dell'eremita). Esiste, con tutto ciò, un’altra tradizione meno condivisa, divergente, secondo la quale Pelagia fu invece una vergine e martire di Antiochia di Siria, menzionata da San Giovanni Crisostomo e Sant'Ambrogio. Questa tradizione è riportata da Sant'Ambrogio nella sua opera “De Virginibus” dedicata alla sorella Marcellina. Secondo questa versione, la ragazza era cristiana, aveva quindici anni e si trovava sola in casa, nella sua città, quando, vedendosi circondata da assalitori che miravano a profanare la sua verginità e a farle abiurare la fede, per difendere la propria purezza, preferì uccidersi, dopo essersi vestita come se andasse incontro non alla morte ma al suo sposo. Secondo alcuni agiografi, infine, sarebbe anche possibile che si possa trattare della stessa persona di Santa Taide, che sarebbe vissuta in Medio Oriente o Egitto attorno al IV secolo e, quindi, di due versioni della stessa Passio, anche se della reale esistenza di Taide non v’è certezza.
Immagine: "Santa Pelagia", disegno a matita realizzato per il volume "Caractâeristiques des saints dans l'art populaire" (Caratteristiche dei santi nell'arte popolare), eseguito, tra il 1860 ed il 1867 circa, dal pittore e disegnatore francese Charles Cahier (1807-1882). L'opera si trova presso la Librairie Poussielgue Freres di Parigi.
Home page ARGOMENTI
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.