Oggi - 5 ottobre 2024 - sabato della XXVI settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di Santa Maria Faustina Kowalska, vergine. Helena (Elena), questo il suo nome di battesimo nella materna lingua polacca, nacque il 25 agosto 1905 nel piccolo villaggio rurale di Glogowiec, nel centro circa della Polonia, terza dei dieci figli di una povera famiglia di contadini profondamente cattolici. Fin dall’infanzia si distinse per la sua intensa spiritualità e per l’assiduità alla preghiera e ai Sacramenti, ma anche per la laboriosità, l’obbedienza e la carità verso tutti. A causa della ristrettezza economica familiare, poté frequentare la scuola solo per tre anni, imparando a malapena a leggere e scrivere. Già verso il 1912, quando aveva appena sette anni, sentì chiarissima la chiamata di Dio. Nel 1921, a sedici anni, dovette lasciare la casa paterna per aiutare economicamente la famiglia, lavorando come domestica in alcune cittadine non lontane, prima ad Aleksandrów e poi a Łódź. Tuttavia, nel 1923, quello che era divenuto un irresistibile desiderio di consacrarsi al Signore, la portò, a diciotto anni, a chiedere ai genitori il permesso di entrare in convento, ricevendone un iniziale rifiuto a causa della necessità del suo aiuto economico. Sia pure a malincuore, dovette ubbidire ai genitori e, stimolata da una sorella che lavorava nella stessa città di Łódź, cercò anche di partecipare alla vita sociale e di assopire le proprie ispirazioni interiori della Grazia. Ciò nonostante, il Signore la spinse a seguire la propria vocazione. Un giorno andò a un ballo a casa di amici, con una delle sue sorelle. Mentre tutti si divertivano, la sua anima cominciò invece a provare intimi tormenti e, nel momento stesso in cui cominciò a ballare, scorse improvvisamente accanto a lei Gesù. Il Signore, che appariva flagellato, spogliato delle vesti e tutto coperto di ferite e piaghe, le chiese perché si ostinasse a non seguirlo e donarsi a Lui. Nello stesso istante si spense ai suoi orecchi l’allegra musica e scomparve alla sua vista la compagnia con cui si trovava, ritrovandosi sola con il Signore. Terminata l’esperienza mistica, visibilmente disorientata, si sedette accanto alla sorella, facendo passare per un mal di testa il suo stato confusionale, ma poco dopo abbandonò la casa, la compagnia e sua sorella senza farsi notare, recandosi nella vicina cattedrale di San Stanislao Kostka, ancora aperta. Era quasi buio, all’interno c’erano poche persone e, senza badare affatto a quanto le accadeva intorno, si prostrò a braccia tese davanti al Santissimo Sacramento, chiedendo al Signore che si degnasse di farle conoscere ciò che desiderava da lei. Udì allora distintamente il Signore che la invitava a partire immediatamente per Varsavia, dove sarebbe entrata in convento. Subito si alzò e corse a casa, dove preparò velocemente il minimo necessario per la partenza e, dopo avere informato sua sorella di quello che le era accaduto e dell’immenso amore per Dio che bruciava la sua anima, la pregò di salutare i genitori e così, con un solo vestito, senza nient’altro, partì col primo treno e arrivò a Varsavia. Nella capitale polacca bussò alle porte di vari conventi e congregazioni religiose, ma non fu accolta da nessuna parte. Finalmente, il 1° agosto 1925, si presentò alla Casa Generalizia della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia, dove fu accolta a condizione di possedere una “dote”, come allora di consuetudine. Pertanto, prima di potere entrare nell’Istituto religioso, dovette trovarsi una occupazione e guadagnarsi la dote lavorando come domestica presso una famiglia abbiente di Varsavia. Infine, accolta dalla Congregazione, il 30 aprile 1926 iniziò il noviziato a Cracovia, nel sud del Paese, ricevendo l'abito e il nome religioso di “Maria Faustyna” (Maria Faustina), anche se verrà abitualmente chiamata col solo secondo. Qui pronunziò i primi voti e, dopo cinque anni, quelli perpetui di castità, povertà e obbedienza. Intanto, col progredire della sua ascesa spirituale, aumentavano le “prove” che la tempravano. Già dopo il primo anno di noviziato, ad esempio, arrivarono le dolorose esperienze della cosiddetta “notte oscura del cuore” o “dell’anima”, uno stato spirituale nel quale si smarrisce il senso delle cose spirituali e sembra di avere perso anche la fede. Non si sente alcun piacere a pregare e si vive in un’aridità interiore totale. Si ha la sensazione di essere condannati e abbandonati da Dio, mentre le tentazioni aumentano e la forza per vincerle diminuisce. Tuttavia, superò pure questa prova e Gesù, ormai misticamente intimo con lei, le affidò la missione di propagare il culto della Divina Misericordia. Giunsero così anche le sofferenze spirituali e morali legate alla realizzazione di questo gravoso incarico, ma nonostante tutto Suor Faustina ci si dedicò anima e corpo instancabilmente. Offrì la propria vita in sacrificio a Dio per i peccatori, al fine di salvare le loro anime, sopportando per questo ulteriori sofferenze. Nella Congregazione visse tredici anni, soggiornando in diverse case, specialmente a Cracovia e Plock (in Polonia) e Vilnius (in Lituania), svolgendo gli umili compiti di cuoca, giardiniera e portinaia. Nulla all’esterno rivelava la sua vita mistica così eccezionalmente ricca. Svolgeva i suoi compiti con ardore, osservava con fedeltà tutte le regole della vita religiosa comunitaria, viveva in raccoglimento e silenzio, e allo stesso tempo era spontanea, serena, piena di cordiale e disinteressata carità verso gli altri. Frattanto, lo stile di vita austero e i digiuni estenuanti che si era imposta, ormai da moltissimo tempo e ancora prima di entrare in convento, finirono per esaurire il suo organismo già per sé stesso fragile e delicato. Dovette curarsi di continuo fin da giovane, ma, negli ultimi anni della sua vita, aumentarono i disturbi fisici e si sviluppò una tubercolosi che invase i polmoni e l’apparato digerente. Per questo motivo fu ricoverata due volte, per alcuni mesi, nell’ospedale di Cracovia. Dal 1934, Suor Faustina prese a trascrivere pensieri, parole ed esperienze mistiche in un diario, che diventerà famosissimo e sarà stampato in milioni di copie nelle principali lingue del mondo, dove racconta tutta la sua vita fin dall’infanzia, soffermandosi prima di tutto sull’aspetto mistico e spirituale. Da questo quaderno possiamo scoprire molto, riflettere tanto e soprattutto capire moltissimo. E’ una lettura che lascia tutti senza fiato, dove si può ben notare la grande devozione della giovane suora verso Nostro Signore. Il Diario, scritto in forma di memorie, con un linguaggio molto chiaro, senza ambiguità e con una grande semplicità e precisione, rivela l’immagine dell’unione della sua anima con Dio e la profondità della propria vita spirituale. Il Signore ha elargito a suor Faustina grandissime grazie. Ricordiamo il dono della contemplazione; della conoscenza profonda del mistero della Divina Misericordia; le rivelazioni; le visioni; le stigmate nascoste; la partecipazione alla Passione del Signore; l'ubiquità; la capacità di leggere nelle anime; la profezia e il contatto vivo con Dio, la Madonna, gli angeli, i santi e le anime del Purgatorio. Particolare quanto rarissima, poi, è la gratificazione accordatale delle “Nozze mistiche”, dette anche “Sposalizio mistico” o “Matrimonio spirituale”, che rappresentano il più alto grado di unione con Dio che una persona possa sperimentare in questa terra. Quest’offerta è chiamata “Sposalizio” perché l’anima è totalmente unita a Dio, così come si amano lo sposo e la sposa, mentre la specificazione “mistico” indica che si tratta di un’immagine, di un simbolo e di un modo umano di esprimersi. Del tutto distrutta nel fisico, ma pienamente matura nello spirito, unita misticamente a Dio, Maria Faustina morì in fama di santità il 5 ottobre 1938 a Cracovia, all’età di appena trentatré anni, di cui tredici di vita religiosa. Faustina Kowalska è annoverata fra i grandi mistici della Chiesa ed è altresì considerata la “Apostola della Divina Misericordia”, colei che contribuì grandemente a diffonderne il culto, reso ufficiale da papa San Giovanni Paolo II. A lei si deve il famoso dipinto che raffigura Gesù, con la scritta “Gesù, confido in te!”, che lo stesso Gesù le commissionò, e che lei fece realizzare da un pittore dietro sue accurate spiegazioni, perché tutto il mondo cominciasse a sapere che sotto la croce si nascondeva una fonte di grazia e di perdono, che avrebbe permesso a ogni persona di sfuggire all’impietoso giudizio finale. Sono due le immagini al mondo che rappresentano il Gesù Misericordioso su cui da anni è aperta una fervente contesa: il quadro dipinto per la prima volta a Vilnius in Lituania da un artista locale alla presenza di Suor Faustina e quello realizzato da un altro pittore dieci anni dopo, nel 1943, nato dal alcune foto dell’originale e che venne posto nel Santuario della Divina Misericordia a Cracovia. Tra il 1965 e il 1967, si svolse a Cracovia il processo informativo relativo alla sua vita e virtù, che fu promosso dall'allora vescovo ausiliare di Cracovia Karol Wojtyła. Nel 1968 iniziò a Roma il processo di beatificazione, che si concluse nel dicembre del 1992. Fu beatificata da papa San Giovanni Paolo II a Roma in piazza San Pietro, il 18 aprile 1993 e proclamata santa il 30 aprile 2000. Le sue reliquie si trovano nel "Santuario della Divina Misericordia" a Cracovia.
Immagine: "Santa Faustina Kowalska", olio su tela dipinto, nel 2007, dal pittore polacco Stanisław Sztama (XX-XXI secolo). L'opera si trova nel Santuario della Divina Misericordia a Cracovia (Polonia).
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