Oggi - 31 ottobre 2024 - giovedì della XXX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Lucilla - normalmente indicata con la specificazione “di Roma” che ne indica la città di provenienza - vergine e martire. Di lei, ad eccezione del martirio, si conosce pochissimo. Nacque a Roma agli inizi del III secolo, figlia del tribuno pagano Nemesio, priva della vista. La tradizione riporta che il suo altolocato padre, convertitosi alla fede cristiana, chiese personalmente al vigente papa Stefano I (dal 254 al 257), futuro santo, il battesimo suo e della figlia. Così venne congiuntamente celebrato il rito dal vescovo Valentino (226-269), anch’esso futuro santo, e nel suo corso, miracolosamente, Lucilla acquistò la vista. Da allora, colma di gratitudine per il beneficio ricevuto, si pose sempre più alla sequela del Signore, divenendo esempio e fonte di emulazione per l’intera comunità cristiana dell’Urbe, mentre suo padre fu consacrato diacono dal medesimo pontefice, per i suoi tanti meriti. Ma la luce della giovane Lucilla avrebbe brillato ben poco in terra e si sarebbe presto accesa in Cielo. Erano quelli, infatti, i tempi della persecuzione contro i cristiani scatenata dal regnante imperatore Valeriano (dal 253 al 260) e anche Lucilla e suo padre vennero presto arrestati come seguaci di Gesù. Incarcerati, furono sottoposti a tortura, per costringerli a sacrificare agli dei pagani e ad abiurare la fede in Gesù. Ma le autorità preposte dovettero presto costatare la forza e la risoluta fermezza nella fede dei due, che non abiurarono, tanto da essere alla fine condannati a morte per decapitazione. La sentenza fu eseguita per entrambi intorno al 257, appena fuori Roma, per Lucilla lungo la via Appia nei pressi del Tempio di Marte, mentre per il suo genitore Nemesio tra la via Appia e la via Latina. Papa Stefano I riuscì a farne recuperare i corpi, che fece sotterrare in un luogo segreto verosimilmente nella stessa zona, da dove il successore Sisto II (dal 257 al 258), li fece esumare, il giorno 31 ottobre di uno dei due anni del proprio pontificato, per dar loro una più degna sepoltura lungo la via Appia, sempre fuori le mura della città. La celebrazione della memoria di Lucilla nella data odierna, dunque, ricorderebbe non direttamente il giorno del suo martirio, ma la traslazione delle sue reliquie. Dalla via Appia, i corpi dei due martiri furono poi nuovamente esumati dal Pontefice Gregorio IV (dall’828 all’844) e sepolti, con grande onore, nella diaconia capitolina di Santa Maria Nuova, insieme con altri martiri romani. Lucilla, la giovane martire cieca, si presenta come simbolo della forza della fede, una fiaccola di carità, accesa sul mondo pagano e illuminante con una nuova alba le vie di Roma e del mondo.
Immagine: "Lucilla battezzata da San Valentino riacquista la vista" (anche detto "San Valentino battezza Santa Lucilla"), olio su tela dipinto, nel 1575 circa, dal pittore veneto Dal Ponte Jacopo, detto Jacopo da Bassano (1510 circa-1592). L'opera si trova presso il Museo Civico di Bassano del Grappa (in provincia di Vicenza, regione Veneto).
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