San Luca, evangelista

Oggi - 18 ottobre 2024 - venerdì della XXVIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la festa di San Luca, evangelista. Loukas o Lucas (Luca) - questo il suo nome rispettivamente in greco (traslitterato nel nostro alfabeto) e latino - nacque verosimilmente attorno al 9 o 10 dopo Cristo ad Antiochia di Siria, terza metropoli dell’Impero Romano dopo Roma e Alessandria d'Egitto, nella provincia romana di Siria (oggi Antakya, nella parte più meridionale della Turchia asiatica, presso il mar Mediterraneo ed il confine con l’attuale Siria). Luca, proveniente da una famiglia pagana benestante di etnia sira e formazione intellettuale greca, priva della cittadinanza romana, ebbe - secondo la tradizione - una buona formazione nella cultura ellenistica (all’epoca la più diffusa nelle terre bagnate dal Mediterraneo orientale), come dimostra il greco fluente ed elegante nel quale sono redatti i suoi scritti. Aveva un’ottima conoscenza della versione dell’Antico Testamento detta normalmente “dei Settanta” (la traduzione in greco di un antico testo ebraico, ad opera di settantadue saggi di Alessandria d'Egitto, dove si trovava un'importante e attiva comunità ebraica). Studiò la scienza medica e, allo scopo di perfezionare le sue cognizioni nella materia, intraprese diversi viaggi di studio in Grecia e in Egitto, ai suoi tempi all’avanguardia in quel campo. Divenuto medico, per esercitare la professione si stabilì inizialmente nella regione anatolica della Troade (odierna penisola di Biga, nella parte nord-occidentale dell'attuale Turchia asiatica). La tradizione più accreditata sostiene che la sua adesione al cristianesimo sia avvenuta in età adulta nella sua città natale, ascoltando la predicazione dell'apostolo Paolo, dalla quale rimase profondamente colpito. Nella metropoli sira, Paolo di Tarso arrivò attorno al 44 condottovi dal suo compagno Barnaba, allo scopo di istruire nella fede la nuova comunità composta da ebrei e pagani convertiti a Cristo. Nonostante tutto, secondo alcuni agiografi, la conversione potrebbe essersi verificata nella stessa regione della Troade, dove esercitava la professione medica, probabilmente sempre per merito della predicazione di Paolo di Tarso, che pare abbia raggiunto pure quella zona. Per quanto è dato di sapere, Luca non conobbe direttamente il Signore Gesù. Tuttavia, dopo la conversione, ebbe la grazia di divenire fino alla fine un fedele discepolo dell’Apostolo “delle Genti”, seguendolo nel suo sacro ministero e diventandone compagno nel secondo e terzo dei suoi viaggi apostolici. In questi lunghi tragitti, si distinse talmente per fede, dedizione e abnegazione, che Paolo, che lo stimava moltissimo, in alcune sue lettere lo definì "Compagno di lavoro", mentre lo chiamava affettuosamente “Medico carissimo”. Verso il 60, mentre San Paolo si trovava prigioniero a Cesarea Marittima nella Palestina romana (ora Israele). Tra l’80 e il 90 circa, Luca scrisse per divina ispirazione, nella sua lingua greca, il terzo Vangelo [preceduto da quelli secondo Marco (tra il 65 e l'80) e Matteo (dopo il 70 e prima della fine del I secolo), seguito da quello di Giovanni (tra il 95 e il 110 circa)]. Questo Vangelo, che si distingue dagli altri per la sua chiarezza ed eleganza, è dedicato a Teofilo, un famoso cristiano di Antiochia, e, nello stesso tempo, a tutti i Cristiani e a tutti quelli che vogliono salvarsi, siano essi ebrei o pagani, poiché il regno di Dio è aperto a tutti. Egli voleva dimostrare la bontà e la misericordia di Dio e, perciò, in esso racconta gli episodi e le parabole più commoventi. Eloquentissime sono le famose parabole “del Buon samaritano” (Cfr Lc 10, 25-37), “della Pecorella smarrita” (Cfr Lc 15, 1-7), “del Fariseo e pubblicano” (Cfr 18, 9-14), “di Zaccheo” (cfr Lc 19, 1-10) e “del Figliol prodigo” (Cfr 15, 11-32), che ci manifestano l'infinita misericordia di un Dio morto per noi sulla Croce, perdonando gli stessi suoi crocifissori. Luca si diede anche alla predicazione itinerante ed evangelizzò la Macedonia (nord della Grecia), la Dalmazia (litorale adriatico dei Balcani), la Penisola Italiana e la Gallia (odierna Francia). In seguito, scrisse gli “Atti degli Apostoli”, la cui redazione definitiva risale probabilmente attorno all'80-90, anche se sono state proposte datazioni verso il 60-70. L’opera, composta di ventotto capitoli, narra la storia della prima comunità cristiana dall'Ascensione di Gesù (Lc 24, 51 e At 1, 9-11) fino all'arrivo di Paolo a Roma nel 59-60 circa (At 28, 16), coprendo un periodo che spazia approssimativamente dal 30 al 63. Oltre che su Paolo, l'opera si sofferma diffusamente anche sul lavoro dell'Apostolo Pietro e sul rapido sviluppo, l'espansione e l'organizzazione della testimonianza cristiana prima tra i giudei e poi nelle nazioni che si affacciavano sul Mediterraneo. La tradizione ci dice che Luca fosse pure pittore, come dimostrerebbero le belle immagini della Santa Vergine Maria che ci furono tramandate quali sua opera. Devotissimo della Madonna, è, tra gli Evangelisti, quello che ne parla più diffusamente ed in modo accurato, tanto da far ipotizzare che l’abbia conosciuta personalmente. Morì il 18 ottobre del 93 circa, all’età di circa 84 anni, secondo alcune fonti nella Bitinia, provincia anatolica dell’Impero Romano (oggi nel nord della Turchia asiatica), secondo altre nella città di Tebe in Grecia. Le sue venerate spoglie vennero successivamente deposte nella città di Costantinopoli (odierna Istanbul, Turchia europea), assieme a quelle di Sant’Andrea, nella basilica dedicata ai Dodici Apostoli. Giunsero poi a Padova in Italia, dove tuttora si trovano nell’Abazia di Santa Giustina. Il suo simbolo da evangelista è il toro (o bue) alato, perché il primo personaggio che introduce nel suo Vangelo è il padre di Giovanni Battista, Zaccaria, sacerdote del Tempio di Gerusalemme, ove era responsabile del sacrificio dei bovini a Dio. Immagine: "San Luca Evangelista", olio su tela dipinto, tra il 1625 ed il 1630 circa, dal pittore lombardo Giuseppe Vermiglio (1586-1635). L'opera si trova all'interno dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale (A.S.S.T.) di Melegnano e della Martesana (in provincia di Milano). Roberto Moggi
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