San Callisto I, papa e martire

Oggi - 14 ottobre 2024 - lunedì della XXVIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di San Callisto I, papa e martire (obbligatoria nella diocesi di Roma). Di Callistus, Callixtus o Calixtus (Callisto) - queste le tre varianti del suo nome in latino - non si conosce quasi nulla prima della salita al Soglio di Pietro. Nacque verosimilmente a Roma, dove comunque visse, nella seconda metà del II secolo. Le principali notizie su di lui, provengono dall’opera “Philosophumena” (traslitterazione nel nostro alfabeto dal greco, con significato di "Insegnamenti filosofici"), anche nota in italiano come “La confutazione di tutte le eresie”, scritta, paradossalmente, da uno dei suoi principali avversari, il teologo e scrittore Ippolito, (170-235), conosciuto anche con la specificazione “di Roma” che ne indica la provenienza, che sarebbe divenuto il primo “antipapa” della storia. Ippolito, com’è logico aspettarsi, vi traccia di Callisto un ritratto tutt’altro che lusinghiero e comunque non pienamente attendibile, inserendovi fatti malevoli non comprovati, la cui valenza negativa è amplificata e presentata in modo tendenzioso. In base a quest’opera, Callisto sarebbe stato uno schiavo vissuto nell’Urbe, malversatore del denaro del suo padrone Carpoforo. In seguito sarebbe fuggito, pare nella lontana Lusitania (corrispondente all’odierno Portogallo), venendo però presto catturato, ricondotto nella capitale dell’Impero e punito con la dura condanna “alla macina” (che consisteva nel far girare a forza di braccia la pesante macina di un mulino). In seguito, graziato, avrebbe provocato dei disordini in una sinagoga locale, finendo per essere condannato, tra il 186 e il 189 o 190 circa, “ad metalla”, in altre parole ai lavori forzati nelle miniere, venendo destinato a quelle della Sardegna, fatto quest’ultimo debitamente comprovato. Più sicure sono le notizie successive alla sua liberazione, avvenuta suppergiù tra il 189 e il 190. Tornato a Roma da liberto, vi aprì una piccola attività commerciale (si tramanda un “banco di vendita” di una qualche mercanzia) nella "terza regio" (unità amministrativa cittadina corrispondente pressappoco a un odierno quartiere), popolata quasi esclusivamente da cristiani, con i quali ebbe buoni rapporti e dai quali imparò a conoscere Gesù. Il suo commercio, tuttavia, fallì, travolto dalla crisi economica del III secolo. Dopo tutte queste vicissitudini, che lo segnarono profondamente facendogli capire la precarietà e l’insicurezza della vita terrena, si fece finalmente spazio nella sua anima il desiderio di conoscere più profondamente Dio. Cominciò a frequentare le assemblee dei cristiani, innamorandosi del Vangelo e convertendosi così profondamente che, in breve tempo, fu consacrato diacono, fino a diventare consigliere personale del pontefice San Zefirino (dal 199 al 217), che aveva per lui grande affetto e benevolenza, al punto di affidargli la direzione dei cimiteri cristiani nell’intera Urbe. Adempì egregiamente questo incarico, iniziando anche lo scavo del grande sepolcreto lungo la via Appia, che porta oggi il suo nome, come “Catacombe di San Callisto”. Nel 217 o 218, dopo la morte di papa Zefirino, fu eletto al Soglio Petrino. Il suo pontificato, comunque, fin da subito si rivelò difficoltoso e irto di ostacoli. Il problema principale erano le varie eresie che si andavano diffondendo, come il Monarchianismo che negava la Trinità e con essa la natura divina di Cristo, costringendolo a combatterle incessantemente. Durante il breve pontificato, Callisto fondò la basilica romana che oggi porta il nome di “Santa Maria in Trastevere”, secondo la tradizione nel luogo in cui dal terreno sgorgò prodigiosamente dell'olio. In questo contesto, Ippolito di Roma, l’antipapa illegalmente eletto dai suoi seguaci, che aveva già attaccato il precedente pontefice Zefirino tacciandolo di debolezza, accusò ingiustamente Callisto di eresia, ma egli seppe però, con la sua saggezza e fermezza nella fede, superare anche questa calunnia. Papa Callisto I morì infine martire a Roma nel 222, durante le persecuzioni contro la Chiesa indette dagli imperatori Eliogabalo (dal 218 al 222) o Alessandro Severo (dal 222 al 235). Durante l'VIII e il IX secolo, all’interno della basilica di Santa Maria in Trastevere, venne scavata la cosiddetta “Confessione” (in architettura il luogo, all’interno di una chiesa, ove è deposta la spoglia di un confessore della fede cristiana), nella quale furono poste le spoglie di alcuni martiri tra cui quelle dello stesso suo fondatore San Callisto.
Immagine: Papa Callisto I (sulla destra), raffigurato nel mosaico policromo dove si vedono anche Papa Innocenzo II (sulla sinistra) e San Lorenzo (al centro). L'opera, realizzata da ignoto autore d'ambito romano, nel XII secolo circa, si trova all'interno della basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.
Roberto Moggi
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