San Benedetto, martire

Oggi - 13 ottobre 2024 - XXVIII domenica del tempo ordinario, Pasqua settimanale che ha la precedenza sulle altre celebrazioni, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Benedetto martire. Di Benedictus (Benedetto), questo il suo nome in latino, si conosce pochissimo. Si ritiene fosse un ufficiale romano della legione imperiale di stanza a Cupra, località marina sulla costa adriatica centrale della penisola italiana (oggi Cupra Marittima, provincia di Ascoli Piceno, regione Marche), nato circa negli ultimi decenni del III secolo, probabilmente nella “X Regio Venetia et Histria”, comprendente l'Italia nord-orientale fino al Golfo del Quarnero. Il periodo nel quale egli visse, fu uno dei peggiori per i cristiani, vittime delle feroci persecuzioni indette dall’imperatore Diocleziano (dal 284 al 305). In questo clima, Benedetto era ben conosciuto per la fedeltà alle istituzioni e per le eccellenti capacità di comando, tattiche e strategiche, con le quali rese il suo reparto militare il più importante tra quelli che componevano la legione di Cupra. Convinto che l'imperatore dovesse essere al primo posto e i suoi ordini prontamente eseguiti, rimase fermo nelle sue posizioni intransigenti, anche in virtù degli insegnamenti di fedeltà che gli erano stati impartiti fin da ragazzo. Ciò nonostante, il dubbio sulla correttezza di quelle vessazioni inaudite e dello stesso proprio comportamento, cresceva sempre più nella sua anima, mentre cominciava a essere conquistato dalla Parola di Dio, che apprendeva dagli stessi cristiani perseguitati, cominciando ad avere delle perplessità riguardo alla reale esistenza di tutti gli dei che facevano parte delle credenze religiose romane. Questo travaglio interiore, angosciante, divenne insostenibile quando venne a sapere che Diocleziano aveva deciso di mettere in atto altre violentissime persecuzioni contro gli inermi e pacifici seguaci di Gesù, consapevole che essi non avrebbero mai ceduto al ricatto di rinnegare la fede per aver salva la vita. Intanto, ciò che aveva appreso di Gesù e della sua parola, gli aveva fatto modificare alcune sue vecchie ed esecrabili abitudini, rigenerandolo. Così, quando fu promosso al grado di Generale, giunse alla conclusione che l'unica vera fede fosse proprio quella cristiana. Arrivò, in questo modo, il giorno in cui si convertì finalmente al Signore e prese la decisione di unirsi ai cristiani rimasti nel suo territorio, pur consapevole che questo gli sarebbe costato la vita. Infatti, fu arrestato, processato e condannato a morte. La tradizione dice che fu martirizzato mediante decapitazione sul ponte del torrente Menocchia, nei pressi dell’antica Civita di Cupra, il 13 ottobre dell’anno 304, e che il corpo venne gettato nel sottostante corso d’acqua. I cristiani del luogo provvidero a recuperarlo e a dargli degna sepoltura, costruendo nelle vicinanze un sepolcro nascosto, quasi una piccola catacomba cui potere accedere senza esser visti dai pagani, dove fu murata una lapide, che in parte ancora oggi si conserva. Dopo l’editto dell’Imperatore Costantino I (dal 306 al 337) del febbraio 313, che riconosceva e liberalizzava il culto cristiano, sulla sua tomba fu costruito un piccolo sacrario, presso il quale venivano a pregare in molti, richiamati dalla fama taumaturgica raggiunta da Benedetto, soprattutto contro le malattie della testa. Più tardi, nei pressi del piccolo oratorio fu costruita una chiesa, che divenne poi chiesa abbaziale. Vicino all’ingresso di quella che è l’odierna chiesa a lui intitolata in San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), all’interno della quale riposano i suoi resti mortali, è murata una lapide che la tradizione locale dice essere parte di quella originaria del suo primitivo sepolcro.
Immagine: Statua dipinta di San Benedetto martire, realizzata nel XVIII secolo da ignoto autore di ambito marchigiano. L'opera si trova all'interno della chiesa abbaziale intitolata al medesimo santo, a San Benedetto del Tronto (in provincia di Ascoli Piceno, regione Marche).
Roberto Moggi
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