Oggi - 12 settembre 2024 - giovedì della XXIII settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa del Santissimo Nome di Maria. Si tratta della ricorrenza che onora il Santo Nome della Madre di Gesù e nostra, affinché quest’appellativo, come quello di Suo Figlio, si possa avere sempre nel cuore e sulle labbra. Il nome di Maria, già frequente nel mondo ebraico come “Myriam” (nella sua traslitterazione in alfabeto latino), è senza dubbio quello femminile più diffuso tra i cristiani, ma è anche attribuito agli uomini come nome aggiunto. Di Maria ci parlano i quattro vangeli canonici, quando ci raccontano la venuta di Cristo nel mondo attraverso l’Incarnazione nel Suo santo corpo. I più antichi segni finora noti della venerazione della Madonna sono i cosiddetti “Graffiti di Nazaret”, scoperti durante gli scavi archeologici compiuti tra il 1955 e il 1966, sul luogo tradizionalmente ritenuto dell’Annunciazione. Si tratta di due iscrizioni in greco antico risalenti al II - III secolo, che tratteremo traslitterandole nel nostro alfabeto, di cui la prima, “Ke Maria” (“Chaire Maria”), incipit della preghiera dell’Ave Maria, raccoglie il saluto che l’Arcangelo Gabriele rivolse alla Santa Vergine mentre le portava l’annuncio dell’Incarnazione: “Chaire (ave) piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1, 28). La seconda iscrizione è la testimonianza di una devota pellegrina rimasta sconosciuta, che spiega di avere compiuto un gesto d’omaggio a Maria. L’inizio della devozione popolare a questo glorioso nome, risale in occidente almeno alla metà del XII secolo. Una specifica festa fu istituita nel 1513, su autorizzazione del papa Giulio II, per la sola diocesi spagnola di Cuenca (Castiglia), fissandola inizialmente al 15 settembre, prima che, nel 1587, fosse spostata dal pontefice Sisto V al 17 dello stesso mese. Nel 1622, la celebrazione fu estesa dal santo padre Gregorio XV all'Arcidiocesi di Toledo (Castiglia) e, nel 1671, da papa Clemente X all'intera Spagna. In seguito, il Beato pontefice Innocenzo XI, con decreto del 5 febbraio 1685, la estese a tutta la Chiesa, fissandola al 12 settembre. Questa data fu scelta con l’intenzione di ricordare anche la messa propiziatoria celebrata a Vienna, capitale dell’Impero degli Asburgo (oggi Austria), il 12 settembre 1683, dal sacerdote e predicatore Beato Marco d'Aviano (1631-1699), ritenuta alla base della vittoria della Lega Santa nella Battaglia di Vienna (dall’11 al 17 settembre 1683). Infatti, l’11 settembre 1683, l’imperatore Leopoldo I d'Austria e il re di Polonia Giovanni III Sobieski, che servì la Messa, avevano dato inizio alla cosiddetta “Battaglia di Vienna”, che portò in data 17 settembre 1683 alla liberazione della città dall'assedio dei Turchi Ottomani islamici. In epoca moderna, però, la riforma liturgica postconciliare (seguita al Concilio Ecumenico Vaticano II, dal 1962 al 1965), attuata da papa San Paolo VI con la costituzione apostolica, “Missale Romanum” del 3 aprile 1969 ed entrata in vigore il 30 novembre successivo (prima domenica d’Avvento) all'inizio nel nuovo Anno Liturgico, ha declassato questa ricorrenza da “festa” a “memoria facoltativa” (come tuttora si celebra nei giorni feriali), anche se il nome della Madre di Cristo è ugualmente onorato con un formulario della Raccolta di messe della Beata Vergine Maria, dove Dio Padre è glorificato “per il Nome di Maria". Il nome della Beata Vergine è riconosciuto “glorioso”, perché esaltato dal popolo di Dio sulla cui bocca sta sempre la sua lode; “santo”, perché designa la donna ricolmata di grazia per concepire e dare alla luce il Figlio di Dio; “materno”, poiché il Cristo morente sulla croce ci ha lasciato per madre la sua stessa Madre, facendoci sperimentare la dolcezza del suo nome; e infine “provvido”, perché il popolo cristiano la invoca come Madre, guarda a lei come fulgida stella nei pericoli e ricorre a lei come sicuro rifugio. Maria, fra le creature, è la più alta in dignità, la più bella, la più vicina a Dio, invariabile nel suo amore e nella sua purezza, esempio di tutte le virtù, rotta sicura della nostra vita che ci indica la via per uscire dalle tenebre e giungere a Dio. Il santo nome di Maria è veramente regale, poiché Lei è la più santa di tutte le creature, la Madre di Colui che è re per titolo di creazione, incarnazione e redenzione e anche perché, associata al Redentore in tutti i suoi misteri, al Figlio è gloriosamente unita in cielo in corpo e anima e, eternamente Beata, intercede continuamente per noi, applicando alle nostre anime i meriti da lei acquistati e le grazie delle quali è fatta mediatrice e dispensiera.
Immagine: Fotografia in bianco e nero del quadro intitolato "Santissimo nome di Maria", olio su tela dipinto, nella seconda metà del XVIII secolo circa, da ignoto autore di ambito dell'Italia meridionale. L'opera si trova presso la chiesa Matrice di San Giorgio a Pizzo Calabro (in provincia di Vibo Valentia, regione Calabria).
Home page ARGOMENTI
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.