Oggi
- 6 settembre 2024 - venerdì della XXII settimana del tempo ordinario,
la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Zaccaria, profeta.
Zekharyah o Zecharyah (Zaccaria) - questo il suo nome ebraico nelle due
più accreditate traslitterazioni in alfabeto latino - ha il significato
di “Jahvé (Dio) ricorda” o “Memoria di Dio”. Egli nacque verosimilmente
nel VI secolo a.C., probabilmente
nel Galaad, regione dell'antico Israele situata a est del fiume
Giordano (corrispondente pressappoco all'attuale Giordania
nord-occidentale), da una famiglia giudea appartenente alla tribù di
Levi (ai cui uomini, nell'antico Israele, era affidato in esclusiva
l’onore del ministero sacerdotale e della sorveglianza del Tempio di
Gerusalemme). In epoca non precisata, i babilonesi lo deportarono con la
famiglia in Mesopotamia, unitamente alla classe dirigente religiosa,
politica ed economica dei giudei, in uno dei tre trasferimenti forzati
del 597, 586 o 583 a.C., prendendo così parte al cosiddetto “Esilio
babilonese” del popolo ebraico. Quando terminò l’esilio e gli ebrei
ottennero di poter tornare in Patria, verosimilmente in data posteriore
al 583 a.C. circa, ormai in età avanzata, fece rientro nella sua terra
dal luogo del suo confino, nella parte meridionale della Caldea (oggi
pressapoco corrispondente all’Iraq), stabilendosi a Gerusalemme, ove
esercitò il ministero sacerdotale quale levita. Egli è uno dei dodici
cosiddetti “Profeti minori”, detti anche “Dodici” in ragione del loro
numero, autori di altrettanti libri premonitori della Bibbia,
considerati un unico volume nella “Tanakh” dagli ebrei (“Libro dei
dodici”) e separatamente nell'Antico Testamento dai cristiani. Tali
profeti sono definiti "minori" per la brevità dei loro libri in
contrapposizione con quelli degli altri autori di libri profetici detti
“maggiori”: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele (quest'ultimo, però,
considerato tale solo nella tradizione cristiana). Nella fattispecie,
Zaccaria è l’autore dell’omonimo volume, classificato tra i libri
profetici nella Bibbia ebraica e in quella cristiana. E’ il profeta
maggiormente citato nel Nuovo Testamento, dopo Isaia e fu chiamato al
ministero profetico nello stesso periodo di Aggeo, tra il 520 e il 519
a.C. circa. Il suo ministero durò probabilmente fino alla costruzione
ultimata del Tempio di Gerusalemme, tema delle sue esortazioni. Mediante
visioni e parabole, egli annunziò l’invito di Dio alla penitenza,
condizione necessaria perché si avverassero le promesse: “… Così parla
il Signore degli eserciti: Convertitevi a me” - oracolo del Signore
degli eserciti - “e io mi rivolgerò a voi, dice il Signore degli
eserciti …” (Zaccaria 1, 3). Le sue profezie riguardano il futuro del
rinato Israele, quello prossimo e quello messianico. Zaccaria rende
evidente il carattere spirituale del rinato Israele, la sua santità,
realizzata progressivamente, al pari della ricostruzione materiale.
L’azione divina in quest’opera di santificazione raggiungerà la sua
pienezza col regno del Messia. Questa rinascita è frutto esclusivo
dell’amore di Dio e della sua onnipotenza: “… Così dice l'Eterno degli
eserciti: Ecco, io salverò il mio popolo dal paese dell'est e dal paese
dell'ovest. Io li farò venire ed essi abiteranno in Gerusalemme; essi
saranno il mio popolo ed io sarò il loro Dio con fedeltà e giustizia …”
(Zaccaria, 8, 7-8). L’alleanza concretizzata nella promessa messianica
fatta a Davide ripiglia il suo corso a Gerusalemme: “… Esulta con tutte
le tue forze, figlia di Sion, effondi il tuo giubilo, figlia di
Gerusalemme! Ecco a te viene il tuo re: egli è giusto e vittorioso, è
umile e cavalca un asinello, giovane puledro di una giumenta …”
(Zaccaria, 9, 9-17). La profezia si avverò alla lettera nell’entrata
solenne di Gesù nella Città Santa. L’asinello, contrapposto al cavallo
nobile e utilizzato in guerra, simboleggia l’indole pacifica del Re
Messia Gesù Cristo. Zaccaria avrebbe compiuto molti prodigi,
accompagnandoli con profezie di contenuto apocalittico, come la fine del
mondo e il doppio giudizio divino. Morì in tarda età, probabilmente nel
corso del VI secolo a.C., o forse nel V, e sarebbe stato sepolto
accanto alla tomba del profeta Aggeo, nei pressi del torrente Kidron
dove ancora oggi sorge una tomba che talvolta viene indicata come la
sua.
Immagine: Il profeta Zaccaria, particolare dell'affresco realizzato, nel 1508 circa, dal pittore, scultore e architetto toscano Michelangelo Buonarroti, noto semplicemente come Michelangelo (1475-1564). L'opera fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma.
Roberto Moggi
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Immagine: Il profeta Zaccaria, particolare dell'affresco realizzato, nel 1508 circa, dal pittore, scultore e architetto toscano Michelangelo Buonarroti, noto semplicemente come Michelangelo (1475-1564). L'opera fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma.
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