Nun c’è cchiú brutta cosa ca avé tuorto!

Umiliante accorgersi di aver torto dopo aver sostenuto con tutte le forze la propria ragione.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci presenta il proverbio una scena nella quale si sostiene in buona fede qualsiasi cosa nel modo più accanito, finché non ci si accorge che quanto sostenuto era sbagliato, con la brutta figura che tale comportamento ha provocato.
Saper ammettere i propri errori, non è un fenomeno comune a tutti e c'è chi arriva a negare di aver sbagliato, sia nell'esprimersi che in una qualsiasi azione, adoperandosi nel modificare quanto detto o fatto a posteriori e mostrandosi, tra l'altro, come una persona poco affidabile.
Si dice che una buona etica comportamentale, la si vede dalla grandezza d'animo di saper ammettere i propri errori e più vi è umiltà, in tale atteggiamento, e più lieve è lo scorno che si soffre, rispetto a un comportamento arrogante e presuntuoso, che rende più cocente e doloroso il riconoscimento di un errore, per il ludibrio che tale modo di fare ha suscitato.
Come poi leggiamo in una famosa allocuzione di Sant'Agostino d'Ippona, che nei suoi Sermones (164, 14) affermò: Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere ("cadere nell'errore è stato proprio dell'uomo, ma è diabolico insistere nell'errore per superbia").
Un'affermazione nel tempo sintetizzata in:
"Errare humanum est, perseverare autem diabolicum"
Una persona capace di riconoscere e anche di saper ammettere i propri errori, di fronte a sé stessa, ancor prima che agli altri, è come se preventivasse un'adeguata soluzione a ciò che prima ha valutato erroneamente, avendo acquistato una consapevolezza provocata da un obiettivo percorso cognitivo, che l'aiuterà a dire o a fare in modo più giusto ciò che era sbagliato.
Ma se non è capace di riconoscere e di conseguenza ammettere i propri sbagli, non fa che presentare i propri limiti, perché non sa fare meglio di così, essendo il massimo che può conseguire e che spesso difende a spada tratta.
Come leggiamo in uno degli aforismi di Fabrizio Caramagna:
"Il momento che segue l’errore è cruciale.
Puoi continuare a difendere quello che eri. O capire chi sei."
Perché si può trascorrere la vita con usi e costumi che prima o poi risultano sbagliati, grazie a nuovi modi di pensare, e nello scenario mostrato da qualsiasi società, si contrappongono i conservatori incapaci di riconoscere l'evidenza di usanze decadute, specialmente se a loro fanno comodo, rispetto ai progressisti volti a migliorare i costumi della società.
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