Oggi - 8 settembre 2024 - XXIII domenica del tempo ordinario, Pasqua settimanale che ha la precedenza sulle altre celebrazioni, la Chiesa ricorda la Natività della Beata Vergine Maria, che si celebra come festa quando non cade di domenica. Si tratta di una delle più antiche feste mariane, risalente probabilmente alla dedicazione di una chiesa intitolata a Maria, a Gerusalemme, nel IV secolo, che si identificherebbe nell’attuale basilica di Sant’Anna, eretta sul luogo in cui, secondo la tradizione, sorgeva la casa dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, dove nacque la Vergine. A Roma questa festa si celebra dall’VIII secolo, introdotta da papa Sergio I (dal 687 al 701), mentre a Milano viene fatta risalire al X secolo, finendo per diventare la terza festa di “natività” presente nel Calendario romano, dopo la Natività di Gesù (Natale) e quella di San Giovanni Battista (24 giugno). Questo, anche se nei vangeli non si trovano dati per confermare la nascita di Maria nella data odierna e neppure i nomi dei genitori, che la tradizione ci fa incontrare nel Protovangelo di Giacomo, scritto apocrifo del II secolo. L’avvenimento fondamentale nella vita di Maria, quindi, rimane l’Annunciazione. La Chiesa guarda alla Beata Vergine come Madre di Dio, ma anche come la discepola che meglio di chiunque altro può offrire esempio e modello di vita cristiana. Nella sua fede, nell’obbedienza al Figlio, nel suo farsi prossima verso la cugina Elisabetta e alle nozze di Cana: Maria è donna da imitare anche per la fiducia nei momenti più bui della storia del Suo Figlio Gesù. Questo, e molto altro, spiega perché il popolo di Dio sa di trovare in lei rifugio e conforto, aiuto e protezione. In seguito, a Milano, il nuovo Duomo venne dedicato a “Maria nascente” e consacrato il 20 ottobre 1572 da San Carlo Borromeo; mentre sorse, in via Santa Sofia della stessa città, il santuario dove è tuttora custodito il simulacro di Maria Bambina, affidato alle Suore di Carità delle Sante Bartolomea e Vincenza. Negli anni fra il 1720 e il 1730, una monaca francescana di Todi (in provincia di Perugia), Suor Chiara Isabella Fornari, realizzò per devozione personale alcuni graziosi simulacri in cera di Maria neonata avvolta in fasce. Una di queste effigi nel 1739 fu donata alle suore Cappuccine di Santa Maria degli Angeli nel capoluogo lombardo, le quali ne propagarono la devozione, che nel contesto ambrosiano trovò subito un terreno particolarmente pronto e fecondo. Negli anni che vanno dal 1782 al 1842, segnati dalla famigerata soppressione - decretata prima dall'imperatore d'Austria Giuseppe II d'Asburgo-Lorena e poi da Napoleone - delle varie congregazioni religiose, quest'ultimo simulacro fu portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse lateranensi. Fu quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmettesse a un istituto religioso che potesse mantenerne viva la devozione. Infine la statuetta approdò nella casa generalizia delle Suore di Carità di Lovere, congregazione religiosa fondata nel 1832 da Bartolomea Capitanio, dove divenne popolarissima, tanto che da allora fino ad oggi le suore di questa congregazione sono popolarmente chiamate "di Maria Bambina". Al riguardo, in una cronaca del 1884, si legge: << ...erano le ore sette del 9 settembre 1884... La madre si reca nell'infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. 'Sono guarita!', esclama. Si alza e cammina >>. Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il "giorno del miracolo", mentre la devozione popolare si estese sempre più, anche a seguito delle numerose grazie ottenute dal popolo.
Immagine: "La Natività della Beata Vergine Maria", tempera su tavola dipinta dal pittore senese Pietro Lorenzetti (1280/85 circa-1348 circa) tra il 1335 ed il 1342 circa. L'opera si trova presso il Museo dell'Opera del Duomo di Siena.
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