Mentre ’o miedeco studia ’o malato se ne more

Tardare troppo nelle decisioni si può incorrere a brutte conseguenze.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Un proverbio che sprona i i flemmatici, quando non siano addirittura apatici, o indolenti, a non dilungarsi troppo nelle risoluzioni in cui le circostanze li chiamano a impegnarsi, specialmente se vanno prese al volo per evitare brutti risultati, che non si possono più modificare.
La vita costituisce una sequenza di decisioni, tra quelle indovinate, quelle sbagliate e quelle perse, da risoluzioni prese di propria iniziativa, a quelle imposte dalle circostanze, che se sono gravi, le decisioni da prendere richiedono la dovuta tempestività.
Prendere una decisione significa risolversi a scegliere una strada piuttosto che un'altra. La parola deriva dal latino decidĕre, che significa "determinare", "risolvere": quando si prende una decisione, in un certo senso, si intraprende un corso d'azione che "determina" qualcosa, escludendo tutto il resto.
Nell'arco della nostra vita prendiamo decisioni continuamente: decidiamo in che posto vivere e anche come vivere, che cosa indossare, o mangiare, come spendere i nostri soldi, chi votare, quale film andare a vedere, etc.
Scelte fatte o da fare, che possiamo vedere come inderogabili, ma spesso relative e indotte dall'ambiente in cui viviamo, con gli input che riceviamo dai media e dalla pubblicità, in relazione a mode, usi e costumi, nonché i consumi imposti dalla propaganda commerciale.
Nel tema presentato, il fenomeno che viene messo in luce è il ritardo, con tutti gli effetti deleteri che possono produrre le occasioni perse e il quadro rappresentato dal malato, evidenzia uno stato di massima gravità, che non tollera lungaggini e indecisioni.
Si contrappone allo scenario presentato, chi per spiegare l'improvvisa risoluzione che ha preso, che può apparire rischiosa ed avventata, afferma: "È un treno che non potevo perdere"
Ma poi c'è il destino che spesso si fa beffe, come la frase comica in cui ci imbattiamo sul web:
"Il treno che passa una volta sola nella vita, viaggia con due vite di ritardo.
Ci scusiamo per il disagio."
(iddio, Twitter)
Ma le scelte da fare nella vita, non sempre sono semplici per tutti, come leggiamo in un'allocuzione dello psicologo, filosofo ed accademico tedesco Erich Fromm:
“L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.”
Ampliando il tema nell'aggiungere la mancanza di coraggio che può influire sulle decisioni, non solo ritardandole, ma addirittura inducendo a evitarle.
Se ritardare nel decidere quale risoluzione prendere può condurre a ottenere risultati negativi, oppure assenti, ancora peggiore può apparire il non riuscire a capire quale sia la decisione giusta, che ci fa sentire tra "color che son sospesi", nel provare dolore e frustrazione, come leggiamo in una della frasi dello scrittore Paulo Coelho:
"Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso.
Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze."
Nella varietà rappresentata dall'esistenza umana, tra chi è sempre in anticipo, tra chi per abitudine è puntuale e chi è sempre in ritardo, saper anticipare le giuste soluzioni, è un pregio, ma chi precorre l'epoca nella quale vive, con il suo pensiero, o col suo comportamento trasgressivo, che esula dagli usi e costumi della società, spesso, non solo è osteggiato dai suoi simili, ma anche perseguitato dai rappresentati delle istituzioni.
All'opposto dell'esempio riportato, c'è chi aderisce con la puntualità tanto gradita dai rappresentati del potere, a qualsiasi legge emanata dal governo, collocandosi tra i cosiddetti conservatori, o benpensanti e, come si usa dire, non uscendo mai dal seminato.
Segue a ruota i soggetti presentati chi, con i tempi in cui vive, non è mai adeguato, alla luce di usi, costumi e leggi da rispettare, come se fosse sempre in ritardo sui doveri imposti dalla società, nel trasgredirli, e spesso riportato a una fittizia puntualità nell'osservarli, per mezzo di condanne e detenzioni.
Riguardo alla tempestività nel dover decidere, se ci si trova in un conflitto, quanto pesarono sulla sconfitta di Annibale, i famosi ozii di Capua, che salvarono Roma dall'assedio?
Se durante la campagna di Russia, Napoleone che arrivò a Mosca il 14 Settembre, non avesse aspettato il 19 Ottobre per iniziare la ritirata, evitando parte del micidiale inverno russo, quanti soldati si sarebbero salvati e il ripiegamento non si sarebbe concluso con una tragica disfatta?
Leggiamo nell'Arte della guerra di Sun Tzu:
“Quando muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna.”
Per come la rapidità nell'attaccare favorisca lo stratega nel prendere il nemico di sorpresa, così che aggiunge l'autore del famoso manuale:
“Le opportunità si moltiplicano mentre vengono colte.”
Se si è capaci di farlo nel momento più opportuno e sempre per stare un passo avanti, rispetto alle manovre del nemico, aggiunge nel suo testo:
“Cerca di anticipare i piani del nemico, e individua i suoi punti forti e deboli: potrai decidere quale strategia usare per avere successo, e quale no.”
Uno scenario, quello presentato, con tutte le prospettive a cui può dare luogo, nel quale balza alla luce l'oraziano carpe diem, ovvero cogli l'attimo, non solo per saper afferrare le occasioni quando si presentano, ma nel saper decidere al volo quando farlo.
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