Un vigliacco non può darti buoni consigli, specie in quelle situazioni delicate e rischiose.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
All'interpretazione
che la spiegazione attribuisce al coniglio, metaforico rappresentante
per antonomasia dei paurosi, preferiremmo appunto l'attributo di
pauroso, oppure timoroso, rispetto a quello di vigliacco, che può essere
interpretato non solo come
un pavido che rifugge da qualsiasi rischio o responsabilità, ma anche
come un prepotente che prevarica il più debole, quando è sicuro della
sua impunità.
Certo è
che i consigli ricevuti variano a seconda dell'indole delle persone che
li danno, dagli audaci magari oltremisura, alle persone obiettive e
equilibrate, oppure a quelle timorose.
Cercare
quindi il suggerimento che faccia al caso nostro, richiede la pazienza
di poter interpellare più persone che, in relazione agli esempi
presentati, mostreranno i pro e i contro dell'impegno che si vorrebbe
affrontare e del quale si chiedono consigli.
Una
scelta che può rivelarsi difficile, quella di trovare la persona
giusta, in grado di dare il consiglio più appropriato alla situazione
che le viene presentata e spesso c'è il fenomeno di un'affinità, tra
consigliato e consigliere, col primo che predilige il secondo se ha la
sua stessa indole, e una persone prudente e timorosa si guarda bene dal
chiedere consigli a una che sia audace e coraggiosa, sapendo in partenza
che riceverebbe consigli inadeguati al suo carattere.
Si attribuisce a Benjamin Franklin, la frase:
"Chi non accetta consiglio non può essere aiutato."
Di
contro al comportamento di non accettare consigli per partito preso,
con la pur mera consolazione, quando si sbaglia, di non doversela
prendere con nessuno, saper chiedere consigli risulta essere una vera e
propria arte, nel saper distinguere le persone giuste da poter
interpellare, così che attenendoci all'allocuzione attribuita a
Voltaire:
"Nulla è più comune di una persona pronta a dar consigli e nulla più raro di una pronta a fornire aiuto."
È il caso di cercare la figura che emerge da quanto espresse al riguardo Francis Bacon:
"Colui che dà un buon consiglio costruisce con una mano; colui che dà un buon consiglio e un esempio costruisce con entrambe."
Specialmente se l'esempio è anche d'aiuto.
Ma
attenendosi al monito espresso dal proverbio, la persona equilibrata e
giudiziosa, se pur prudente nel ponderare i consigli che riceve, evita
di chiederli a un pauroso, sapendo in partenza che sarebbe aiutato solo
per la scesa, come si usa dire, rispetto al ricevere i suggerimenti
adeguati che gli permettano di affrontare nel giusto modo ciò che si
prefigge.
La paura, di
per sé, può rappresentare un sentimento sano provocato da un pericolo
imminente, che mette in guardia, facendo aumentare l'attenzione e la
prudenza in un'impresa che presenta rischi.
Ma
quando la paura è una nevrosi, chi ne è portatore vede sempre il
rischio anche dove non c'è e i consigli che può dare si uniformano al
suo punto di vista, una figura che ci porta a rammentare il famoso Don
Abbondio, il famoso personaggio del romanzo "I promessi sposi" del
Manzoni, che giusto asseriva a tal proposito:
“Il coraggio, uno non se lo può dare”
Un
pover'uomo che si era fatto prete più per paura, che per vocazione e
del tutto incapace di far fronte, come sarebbe stato suo dovere, alle
minacce dei bravi di Don Rodrigo. Una paura che si trasformò in
vigliaccheria nel rifiutare il sacramento che aveva l'obbligo di dover
concedere ai due poveri promessi, che santi in cielo purtroppo non ne
avevano.
Una figura di
spicco che merita la richiesta di un consiglio, è rappresentata dalla
persona obiettiva e equilibrata, che si frappone sia al pauroso, che al
temerario, come al pessimista e all'ottimista, e quando manchi tale
figura, se il pauroso è sempre da evitare, i consigli ricevuti dai
secondi due, richiedono un sunto che sfrondi sia la troppa negatività,
che l'eccessiva audacia, quando anche il richiedente sia fornito della
necessaria obiettività che gli permetta di ottenere la migliore
conclusione su quello che gli viene suggerito.
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