Quando stai insieme a degli amici il tempo passa velocemente.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci
rammenta, il proverbio, come diventi fugace il tempo, quando lo si
trascorre, sia con dei veri amici, che con persone simpatiche e gioiose,
in una compagnia che scaccia qualsiasi diverbio che produca contrarietà
e malanimo tra i convenuti.
Un tema nel
quale affiora l'adeguato detto: “Quando ci si diverte, il tempo vola”,
fenomeno che spesso è più che vero, per come non si controlla
l'orologio, essendo completamente immersi nella situazione.
Un
fenomeno che ci induce a chiederci come sia possibile e una risposta
può essere che gli eventi piacevoli stimolano la produzione di dopamina
nel cervello, così che il nostro orologio interno accelererebbe,
facendoci sembrare più breve il tempo trascorso.
Al
contrario la carenza di tale neurotrasmettitore sarebbe capace di far
provare la sensazione che il tempo sia più lungo, come succede in
situazioni poco allegre.
Aristotele
definiva l'uomo come un animale politico, preso costantemente dal
desiderio di vivere insieme agli altri, in una convivenza che intanto
dava una maggiore sicurezza, che contribuiva al piacere della
frequentazione e faceva sì che la voglia dello stare insieme esulasse
anche del bisogno di un aiuto.
Per quello che leggiamo negli Aforismi del dissenso, dello scrittore e giornalista italiano Fausto Gianfranceschi:
"In
questo tempo si sfugge la solitudine come fosse una malattia
contagiosa. Si cerca la compagnia, si frequentano volentieri i luoghi
affollati e chiassosi."
Un
passo che mette il luce come per chi la solitudine è sofferta,
l'illusione di stare in compagnia, può sorgere nello stare tra la folla,
che più è chiassosa e più sembra appagante, che può diventare come un
surrogato di cui ci si accontenta, anche se la soddisfazione si mostra
come effimera e non abbrevia la sensazione temporale,, rispetto a quella
che si prova in relazioni più profonde, nelle quali non è il numero
delle persone, ma la loro qualità che le rende gratificanti e anche
edificanti per la raffinatezza dei dialoghi che sono capaci di
scambiare.
Ed è in tali circostanze che il tempo sembra non bastare mai, di contro a come si vorrebbe che durasse.
Emerge
in tale tema, lo scenario del simposio in tempi antichi, come seconda e
migliore parte di un banchetto, dopo aver saziato la parte materiale
della fame, per passare all'appagamento della soddisfazione
intellettuale, con canti, recite di carmi conviviali, discussioni
filosofiche e morali, in un'atmosfera resa allegra da un umorismo
raffinato e mai volgare.
Momenti
di ricercata compagnia nei quali il tempo si adeguava alla preziosità
dei convenuti, rispetto alla lungaggine e alla pesantezza con cui
opprimeva, col suo trascorrere, il trovarsi in congreghe basse di modi e
di mentalità.
Riguardo a
coloro che, nel valutare e frequentare il prossimo, si adeguano al
detto: "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", spicca l''amante della
solitudine e poco portato alle frequentazioni, che si dimostra quasi
sempre più capace di saper gestire le proprie relazioni, e l'accorta
scelta delle compagnie da frequentare, lo premia con momenti che lo
appagano, facendogli rimpiangere come sia veloce il tempo
nell'abbreviarne il godimento.
Una
nota dolente che però non lo spinge al desiderio di rinnovare il
piacere della compagnia con i primi che capitano e non lo distoglie dal
centellinare letteralmente le persone con le quali accompagnarsi, nei
rituali di socializzazione imposti dall'ambiente.
L'argomento
presentato dal proverbio, riguardo alla capricciosa tirannia del tempo,
per come sembra breve nelle circostanze più piacevoli, trascorse da
soli, oppure in compagnia, ci mostra come col passare degli anni, si
presenti il paradosso che non concorrono più a far sembrare il tempo più
veloce le piacevolezze della vita, ma la vecchiaia, con la deformazione
mentale che produce, così che il tempo appare sempre più veloce, in
momenti per nulla goduti e spesso anche sofferti.
Nella
gioventù, la vita si presenta come uno sconfinato futuro da affrontare,
con il tempo che sembra non avere soluzione di continuità, mentre
nell'anzianità diventa solo piena di passato e per riuscire a renderla
gradevole, non resta che vivere nel modo più intenso il tempo presente,
che è l'unico che conta, al punto da avere la sensazione che il
trascorrere degli eventi si fermasse, come a suo tempo disse Ralph Waldo
Emerson:
"Non conta la durata della vita, ma la sua profondità."
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