
Oggi
- 13 agosto 2024 - martedì della XIX settimana del tempo ordinario, la
Chiesa celebra la memoria facoltativa dei Santi Ponziano e Ippolito,
martiri. Di Pontianus (Ponziano) e Hippolytus (Ippolito), questi i loro
nomi in latino, si conosce poco ad eccezione del comune martirio.
Nacquero entrambi tra la seconda metà del II secolo e i primi decenni
del III, verosimilmente
a Roma. Ponziano, dell'antica e nobile famiglia dei Calpurni, fu eletto
papa il 21 luglio 230, durante l'impero del mite e saggio Alessandro
Severo (dal 222 al 235), la cui tolleranza in fatto di religione permise
alla Chiesa di riorganizzarsi. Tuttavia, proprio in questa parentesi di
pace si consolidò nella Chiesa di Roma la prima funesta scissione,
avvenuta già nel 217, che contrappose al legittimo pontefice Callisto
(dal 217 al 222 circa) un antipapa, proprio nella persona di Ippolito.
Ippolito, sacerdote e forse vescovo, colto e austero, poco incline
all'indulgenza e timoroso che in ogni riforma si celasse l'errore, pur
agendo in buona fede, era giunto ad accusare di eresia lo stesso
pontefice e futuro santo Zefirino (dal 199 al 217) e il suo successore
Callisto, al quale si ribellò nello stesso 217, accettando di essere lui
stesso invalidamente eletto papa dai suoi partigiani. Si mantenne nello
scisma anche durante il pontificato di Urbano I (dal 222 al 230),
anch’esso futuro santo, e del medesimo Ponziano. Intanto l'Imperatore
Alessandro Severo fu ucciso in Germania dai suoi legionari e gli
subentrò Massimino (dal 235 al 238), che rispolverò gli antichi editti
persecutori nei confronti dei cristiani. Trovandosi di fronte a una
Chiesa con due capi, senza pensarci su, li fece arrestare entrambi.
Furono condannati tutti e due alla terribile pena detta “ad metalla”
(cioè ai lavori forzati nelle miniere, che di fatto comportava una lenta
morte per sfinimento) e deportati insieme in Sardegna, destinati agli
scavi in quelle miniere di piombo. Nel 235, una volta giunto sull’isola,
il Santo Padre Ponziano, trovandosi ormai impossibilitato a governare
la Chiesa, per amore della stessa e con grande coraggio e realismo
rinunciò al pontificato e, in altre parole, “abdicò”. In questo modo,
qualche settimana più tardi, permise l’elezione del suo successore, il
greco Antero (dal 235 al 236), che guiderà la barca di Pietro solo per
una quarantina di giorni, subendo a sua volta il martirio.
Contemporaneamente Ippolito, resosi conto del danno arrecato alla Chiesa
e riconosciuto il suo errore, si riconciliò pienamente con la stessa e
con papa Ponziano. Infine, a causa delle durissime condizioni di lavoro
forzato, sia Ponziano sia Ippolito morirono nel 235, sopraffatti dalle
indicibili sofferenze, cinti entrambi dalla corona del martirio.
Recuperati da alcuni fedeli cristiani, i loro corpi, furono trasportati e
sepolti nella Capitale, quello di Ponziano nel cimitero di Callisto e
quello di Ippolito nel sepolcreto sulla via Tiburtina. Ponziano è il
primo papa deportato. Era un fatto nuovo che si verificava nella Chiesa e
Ponziano seppe risolverlo con saggezza e umiltà: perché i cristiani non
fossero privati del loro pastore rinunciò al pontificato, e anche
questa spontanea rinuncia è un fatto nuovo. Il gesto generoso di
Ponziano deve aver commosso l'intransigente Ippolito che morì, infatti,
riconciliato con lui e la Chiesa nel 235, poco dopo la scomparsa di
Ponziano. Secondo un'epigrafe dettata da papa Damaso, Ippolito, pur
essendosi ostinato nello scisma per un malinteso zelo, nell'ora della
prova "al tempo in cui la spada dilaniava le viscere della madre Chiesa,
mentre fedele a Cristo camminava verso il regno dei santi", ai seguaci
che gli domandavano quale pastore seguire indicò il legittimo papa come
unica guida e "per questa professione di fede meritò d'essere nostro
martire". Auguri a tutti/e coloro che portano questo nome e ne
festeggiano oggi l’onomastico.
Prima Immagine: “San Ponziano Papa”, stampa realizzata nel
1842 circa dal litografo Artaud de Montor (1772–1849). L’opera si trova
presso la collezione della The Catholic Publication Society of America, a
New York (USA).
Seconda Immagine: Statua di sant’Ippolito, scoperta tra
il 1551 ed il 1553 sulla via Tiburtina di Roma. Scultura in marmo bianco
eseguita da ignoto autore di ambito romano, verosimilmente dopo il 235
circa. L’opera si trova presso la Biblioteca Apostolica Vaticana di
Roma.
Roberto Moggi
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