Santa Maria degli Angeli

Oggi - 2 agosto 2024 - venerdì della XVII settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda anche la Santa Vergine nel titolo di “Santa Maria degli Angeli”, che si ricorda in concomitanza con il “Perdono di Assisi” voluto da San Francesco. La chiesetta intitolata a Santa Maria degli Angeli, edificata probabilmente nel IV secolo e successivamente passata sotto la proprietà dei monaci benedettini, prende il nome dalla zona denominata “Portiuncula” (Porziuncola), che letteralmente indica la piccola porzione di terreno su cui sorgeva in origine. Rimasta per lungo tempo in stato di abbandono, fu la terza chiesa ad essere restaurata direttamente da San Francesco dopo il “mandato” divino ricevuto attraverso il Crocifisso di San Damiano. Egli qui comprese chiaramente la sua vocazione e qui fondo’ l’Ordine dei Frati Minori (detti francescani) nel 1209, affidandolo alla protezione della Vergine Madre di Cristo, cui la chiesina era già dedicata. Dai Benedettini Francesco ottenne in dono il luogo e la cappella per farne il centro del nuovo Ordine nascente. Il 28 marzo 1211, Chiara di Favarone di Offreduccio (Santa Chiara) vi ricevette da lui l’abito religioso, dando inizio all’Ordine delle “Povere Dame” (Clarisse). Nel 1216, in una visione, Francesco ottenne da Gesù stesso la concessione dell’Indulgenza che, da allora, è conosciuta come “Indulgenza della Porziuncola” o “Perdono di Assisi”, approvata dal Papa Onorio III. Alla Porziuncola, che fu ed è il centro del francescanesimo, il Poverello raduna ogni anno i suoi frati nei Capitoli (adunanze generali), per discutere la Regola, per ritrovare di nuovo il fervore e ripartire per annunciare il Vangelo nel mondo intero.
Immagine: "La Regina degli angeli" (in latino: Regina Angelorum), olio su tela del pittore francese William-Adolphe Bouguereau (1825-1905), raffigurante la Vergine e il Bambino circondati da angeli. Due angeli sono inginocchiati davanti a loro, tenendo in mano degli incensieri. L'opera si trova presso la pinacoteca del Petit Palais, a Parigi (Francia).
IL PERDONO DI ASSISI
Come ottenere l' Indulgenza Plenaria del Perdono di Assisi per sé o per i defunti:
Dal mezzogiorno del primo agosto alla mezzanotte del giorno seguente (2 agosto), oppure, col permesso dell'Ordinario (Vescovo), nella domenica precedente o seguente (a decorrere dal mezzogiorno del sabato fino alla mezzanotte della domenica) si può lucrare una volta sola l'indulgenza plenaria.
• CONDIZIONI RICHIESTE:
1 - Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l'indulto e recita del “Padre Nostro” (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del “Credo” (con cui si rinnova la propria professione di fede).
2 - Confessione Sacramentale per essere in Grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti).
3 - Partecipazione alla Santa Messa e Comunione Eucaristica.
4 - Una preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un “Padre Nostro” e un'“Ave Maria” o altre preghiere a scelta), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
5 - Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.
Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.
• L'INDULGENZA:
che cos'è ?
I peccati non solo distruggono o feriscono la comunione con Dio, ma compromettono anche l'equilibrio interiore della persona e il suo ordinato rapporto con le creature.
Per un risanamento totale, non occorrono solo il pentimento e la remissione delle colpe, ma anche una riparazione del disordine provocato, che di solito continua a sussistere.
In questo impegno di purificazione il penitente non è isolato.
Si trova inserito in un mistero di solidarietà, per cui la santità di Cristo e dei santi giova anche a lui.
Dio gli comunica le grazie da altri meritate con l'immenso valore della loro esistenza, per rendere più rapida ed efficace la sua riparazione.
La Chiesa ha sempre esortato i fedeli a offrire preghiere, opere buone e sofferenze come intercessione per i peccatori e suffragio per i defunti.
Nei primi secoli i Vescovi riducevano ai penitenti la durata e il rigore della penitenza pubblica per intercessione dei testimoni della fede sopravvissuti ai supplizi. Progressivamente è cresciuta la consapevolezza che il potere di legare e sciogliere, ricevuto dal Signore, include la facoltà di liberare i penitenti anche dei residui lasciati dai peccati già perdonati, applicando loro i meriti di Cristo e dei santi, in modo da ottenere la grazia di una fervente carità. I pastori concedono tale beneficio a chi ha le dovute disposizioni interiori e compie alcuni atti prescritti.
Questo loro intervento nel cammino penitenziale è la concessione dell'indulgenza.
Tratto da: "Catechismo degli adulti", n. 710 - C.E.I. (Conferenza Episcopale italiana)
Roberto Moggi
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