San Raimondo Nonnato

Oggi - 31 agosto 2024 - sabato della XXI settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Raimondo Nonnato, religioso. Di lui sappiamo che Ramon (Raimondo), è il suo nome di battesimo sia nella materna lingua catalana che in quella spagnola, mentre “Nonnato” (“Nonat” in Catalano) è semplicemente un soprannome, significante letteralmente, anche nel suo idioma materno: “Non nato”, attribuitogli, secondo la tradizione, poiché non venne al mondo con un parto regolare, ma con una sorta di “taglio cesareo”. In effetti - secondo la tradizione - venne estratto dal corpo della madre, che era morta il giorno precedente, utilizzando un'arma da taglio. Ciò sarebbe accaduto a Portell, nella regione catalana di Lleida, tra gli anni 1200 e 1204. Egli era imparentato con la nobile famiglia dei Cardona e sarebbe stato proprio il Signore di Cardona che, con la sua spada o daga, lo avrebbe fatto venire alla luce. Nacque tra il 1200 e il 1204 circa a Portell, nella provincia catalana di Lleida, allora appartenente al Regno d’Aragona (oggi Spagna), probabilmente da una famiglia nobile decaduta, imparentata proprio con i Signori della vicina Cardona. Nella sua terra d’origine, da poco liberata dalla lunga dominazione arabo-musulmana, Raimondo visse il clima euforico dei tempi eroici della cosiddetta “Reconquista” (testualmente “Riconquista”, la prolungatissima e travagliata lotta armata, compresa tra il 711 e il 1492 circa, guidata dall’alleanza dei re di Navarra, Aragona e Castiglia, finalizzata alla liberazione della Penisola Iberica dalla dominazione islamica). In gioventù, essendo la sua casata degradata e impoverita, fu costretto a fare il pastore e portava il gregge nei pascoli attorno al suo paese fino a una cappella campestre in cui si venerava la Vergine Maria, ove s’intratteneva lungamente in preghiera. In quegli anni, infervorato per la causa della redenzione dei cristiani ancora sottoposti al giogo arabo, nei territori iberici non ancora liberati, rimase affascinato dall’idea del presbitero francese Pierre de Nolasque [Pietro Nolasco (circa 1180-1256)], futuro santo, che - anche nella sua zona - cercava uomini coraggiosi e timorati di Dio per fondare un ordine monastico di “Cavalieri della Mercede”, con lo scopo di riscattare i cristiani fatti prigionieri dai musulmani. Così, quando il 10 agosto 1218, nella cattedrale di Barcellona (capoluogo della Catalogna), Nolasco fondò l’ordine che chiamò “di Santa Maria della Mercede”, con un rito solenne alla presenza del re d’Aragona e del canonico e frate domenicano Ramon de Penafort [Raimondo di Penafort (1175-1275)], anch’egli futuro santo, tra i fedeli vi era anche il diciottenne Raimondo. Nel 1222, circa quattro anni dopo, fortemente attratto dal carisma del nuovo Ordine religioso, chiese di entrare a farne parte. Nel 1224, vestito l'abito dei Padri Mercedari (com’erano chiamati i sacerdoti che ne facevano parte), sull'esempio del fondatore si dedicò subito e con passione evangelica alla predicazione tra gli schiavi e, per quanto poteva, alla loro liberazione tramite riscatto, nella parte di Spagna ancora occupata dai Mori. Intraprese numerosi viaggi per affrancare prigionieri, mettendo a repentaglio la sua stessa vita. Nel 1224 si recò a Valencia, ancora in mano ai musulmani, dove liberò ben 233 schiavi e, dopo il ritorno da un viaggio a Roma, varcò lo stretto di Gibilterra e si recò ad Algeri in Africa settentrionale, nel territorio pressapoco corrispondente all’odierna Algeria, dove riuscì a riscattare 140 schiavi una prima volta e 150 una seconda. Non pago, sempre alla sequela di Cristo, giunse al punto, nella stessa Algeri, di offrirsi ed essere trattenuto come ostaggio al posto di un prigioniero, nobile gesto che può considerarsi il naturale punto d’approdo dell'eroica carità di un santo - tale era comunemente considerato già in vita - che viveva il vangelo integralmente. Infatti, Raimondo - che dovette subire vari mesi da prigioniero e venne sottoposto a soprusi e sevizie - compì quel gesto non soltanto per la liberazione di un cristiano la cui fede era pericolosamente vacillante, ma soprattutto per risanare alla radice il male della schiavitù, predicando il vangelo tra gli stessi musulmani. Ripeté così il commovente e non inutile tentativo compiuto pochi anni prima, nella stessa terra d’Africa islamizzata, da San Francesco d’Assisi. Raimondo, comunque, incontrò ascoltatori meno accondiscendenti, che, per impedirgli di predicare Gesù, arrivarono al punto di perforargli le labbra con un ferro rovente e di serrargliele con un lucchetto, senza peraltro potergli impedire di trascinare - col suo esempio - i cristiani caduti in servitù alla perseveranza nella fede e a manifestare tra gli infedeli l'amore fraterno di Gesù. Infine, egli fu riscattato dal suo stesso Ordine e ritornò a Barcellona nel 1239. Papa Gregorio IX (dal 1227 al 1241) volle rendergli pubblico omaggio per tanta virtù, conferendogli nello stesso anno, non appena liberato, la dignità cardinalizia e convocandolo presso di sé a Roma, come consigliere. Appena intrapreso il viaggio per obbedire all'invito del pontefice, però, fu colto da violentissima febbre a non molti chilometri da Barcellona, morendo il 31 agosto 1240 a Cardona. Qui fu sepolto nella chiesa di San Nicola, che la diffusa devozione verso il santo trasformò in mèta di pellegrinaggi. Fu inserito nel Martirologio Romano nel 1657 da papa Alessandro VII. San Raimondo è considerato patrono dei neonati, delle gestanti, delle ostetriche e degli schiavi.  Immagine: "San Raimondo Nonnato", olio su tela dipinto, tra il 1640 ed il 1650 circa, dal pittore spagnolo Antonio del Castillo y Saavedra (1616-1668). L'opera si trova presso il Museo Ibercaja Camón Aznar di Saragozza (Spagna).
Roberto Moggi
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