San Lurenzo gran calura, tarde arriva e ppoco dura

San Lurenzo gran calura, tarde arriva e ppoco dura.
San Lorenzo gran calura, tardi arriva e poco dura.
San Lorenzo (10 agosto) è tradizionalmente uno dei giorni più caldi dell'anno.
Il proverbio che rammenta il Santo celebrato in questo giorno, ricorda come in tale periodo il caldo può essere accentuato, sempre sperando che il tempo si adegui a quanto il detto afferma, sulla la poca durata del calore estivo, speranza che spesso è delusa nel momento attuale.
Il nome del Santo ci ricorda una poesia del Pascoli famosa, con la rondine che al nido non tornò, parafrasi della tragedia che gravò sulla famiglia del poeta, per la perdita del padre, che dette luogo alla Cavalla storna, che portava colui che non ritorna. Data famosa per l'incontro che la terra fa con uno sciame di meteoriti, chiamate Perseidi, non altro che detriti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle, che ogni anno s'incrociano con l'orbita terrestre e che nell'immaginario, assumono la veste di stelle cadenti, paragonate alle lacrime del Santo, a evocare i tizzoni ardenti su cui fu martirizzato la notte del 10 agosto, con i tanti desideri espressi dai romantici che assistono allo spettacolo notturno.
L'evento, negli anni, ha assunto il nome di Notte delle stelle cadenti. Ma San Lorenzo si lega anche alla vita e alla celebrazione di ciò che rappresentò come uno dei sette diaconi di Roma, martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano nel 257. Proprio in occasione della Notte di San Lorenzo, è usuale incontrarsi con amici, familiari o partner, tutti a guardare il cielo per godere lo spettacolo prodotto dallo sciame di detriti.
Purtroppo, la visuale del meraviglioso firmamento che incombe su di noi, è preclusa a chi vive nei luoghi illuminati degli agglomerati urbani, per il cosiddetto inquinamento luminoso, che oscura lo splendore delle stelle e per osservare il cielo nella sua magnificenza, occorre cercare posti oscuri.
Leggiamo tra le allocuzioni di Bob Marley:
"Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo, se stai guardando il cielo è perché credi ancora in qualcosa."
E ci incontriamo poi nel web con una frase dell'insegnante e scrittrice Susanna Casciani:
"Non voglio più chiedere niente alle stelle cadenti. Le stelle cadenti le guarderò solo per meravigliarmi, per gridare felice "eccone una", senza aspettarmi niente in cambio, che poi in fondo il bello è proprio questo: continuare a stupirsi".
Un'esortazione a non costruire muri nella mente, per aprirla alle emozioni suscitate dalle meraviglie del mondo in cui viviamo, tornando a provare la stupefazione che provavamo da bambini per la scoperta di tante cose nuove.
Molti a guardare il cielo notturno, in questi giorni, rimandando poi l'usanza al periodo dell'anno successivo, ma se ogni sera prendessimo l'abitudine di osservare il firmamento che incombe su di noi, con tutto il sentimento e l'emozione che che tale meraviglioso spettacolo ci fa provare, facendoci sentire piccoli e insignificanti, come tali ci apparirebbero tanti affanni e malumori quotidiani, che al massimo faranno sorgere il rammarico per il tempo che a delle inezie del tutto trascurabili abbiamo dedicato.
E a terminare, la felice coincidenza che mi ha fatto imbattere in un'allocuzione di Italo Calvino:
"Se non tengo presente l’universo, perdo il senso delle proporzioni.
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