San Lurenzo gran calura, tarde arriva e ppoco dura.
San Lorenzo gran calura, tardi arriva e poco dura.
San Lorenzo (10 agosto) è tradizionalmente uno dei giorni più caldi dell'anno.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Il
proverbio che rammenta il Santo celebrato in questo giorno, ricorda
come in tale periodo il caldo può essere accentuato, sempre sperando che
il tempo si adegui a quanto il detto afferma, sulla la poca durata del
calore estivo, speranza che spesso è delusa nel momento attuale.
Il
nome del Santo ci ricorda una poesia del Pascoli famosa, con la rondine
che al nido non tornò, parafrasi della tragedia che gravò sulla
famiglia del poeta, per la perdita del padre, che dette luogo alla
Cavalla storna, che portava colui che non ritorna. Data famosa per
l'incontro che la terra fa con uno sciame di meteoriti, chiamate
Perseidi, non altro che detriti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle, che
ogni anno s'incrociano con l'orbita terrestre e che nell'immaginario,
assumono la veste di stelle cadenti, paragonate alle lacrime del Santo, a
evocare i tizzoni ardenti su cui fu martirizzato la notte del 10
agosto, con i tanti desideri espressi dai romantici che assistono allo
spettacolo notturno.
L'evento,
negli anni, ha assunto il nome di Notte delle stelle cadenti. Ma San
Lorenzo si lega anche alla vita e alla celebrazione di ciò che
rappresentò come uno dei sette diaconi di Roma, martirizzato nel 258
durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano nel 257.
Proprio in occasione della Notte di San Lorenzo, è usuale incontrarsi
con amici, familiari o partner, tutti a guardare il cielo per godere lo
spettacolo prodotto dallo sciame di detriti.
Purtroppo,
la visuale del meraviglioso firmamento che incombe su di noi, è
preclusa a chi vive nei luoghi illuminati degli agglomerati urbani, per
il cosiddetto inquinamento luminoso, che oscura lo splendore delle
stelle e per osservare il cielo nella sua magnificenza, occorre cercare
posti oscuri.
Leggiamo tra le allocuzioni di Bob Marley:
"Se
esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere
una stella è perché stai guardando il cielo, se stai guardando il cielo è
perché credi ancora in qualcosa."
E ci incontriamo poi nel web con una frase dell'insegnante e scrittrice Susanna Casciani:
"Non
voglio più chiedere niente alle stelle cadenti. Le stelle cadenti le
guarderò solo per meravigliarmi, per gridare felice "eccone una", senza
aspettarmi niente in cambio, che poi in fondo il bello è proprio questo:
continuare a stupirsi".
Un'esortazione
a non costruire muri nella mente, per aprirla alle emozioni suscitate
dalle meraviglie del mondo in cui viviamo, tornando a provare la
stupefazione che provavamo da bambini per la scoperta di tante cose
nuove.
Molti a guardare
il cielo notturno, in questi giorni, rimandando poi l'usanza al periodo
dell'anno successivo, ma se ogni sera prendessimo l'abitudine di
osservare il firmamento che incombe su di noi, con tutto il sentimento e
l'emozione che che tale meraviglioso spettacolo ci fa provare,
facendoci sentire piccoli e insignificanti, come tali ci apparirebbero
tanti affanni e malumori quotidiani, che al massimo faranno sorgere il
rammarico per il tempo che a delle inezie del tutto trascurabili abbiamo
dedicato.
E a terminare, la felice coincidenza che mi ha fatto imbattere in un'allocuzione di Italo Calvino:
"Se non tengo presente l’universo, perdo il senso delle proporzioni.
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