Oggi
- 19 agosto 2024 - lunedì della XX settimana del tempo ordinario, la
Chiesa celebra la memoria facoltativa di San Giovanni Eudes, sacerdote e
fondatore. Jean (Giovanni), questo il suo nome nella materna lingua
francese, nacque il 14 novembre 1601 a Ri, piccolo villaggio tra Parigi e
Mont-Saint-Michel, nella regione della Normandia appartenente all’allora
Regno di Francia. Era il primogenito dei sette figli di Isaac (Isacco)
Eudes, coltivatore e chirurgo benestante. Fin da giovinetto diede prova
di grande virtù e profonda pietà, dimostrando una particolare devozione
alla Santissima Eucarestia e a Maria Vergine. Si distingueva per il
temperamento focoso, ma al tempo stesso anche per una rara sensibilità
che si esternava col pianto, ogni qualvolta si trovava davanti al
tabernacolo o a qualche immagine della Madonna. Nel 1610, a nove anni,
uno dei suoi compagni di gioco, in un diverbio tra bambini, gli diede
uno schiaffo. Invece di reagire, Giovanni si pose in ginocchio e,
evangelicamente, porgendo l'altra guancia disse al compagno che, se
avesse voluto, poteva colpirlo anche sull’altra. Nel 1613, fatta la
prima comunione, sollecitò il permesso di cibarsi del Pane Celeste ogni
mese, in un’epoca in cui ciò non era per niente usuale. Dopo che ebbe
appreso i primi elementi della grammatica da un sacerdote locale,
Giovanni fu mandato a Caen, sempre in Normandia, nel collegio che i
Padri Gesuiti vi avevano aperto da poco. Qui fu sempre tra i primi della
classe e meritò dai compagni, per la sua grande religiosità,
l'appellativo di “Il devoto Eudes”, cosa verissima dato che fece presto
parte d’un gruppo mariano e, nel 1617, a soli quattordici anni, emise
voto di perpetua castità. Inoltre, considerandosi “fidanzato” della
Santissima Vergine, inserì un anello di fidanzamento nel dito di una sua
statua. Nel collegio di Caen, intanto, finì brillantemente gli studi di
lettere e di filosofia, che gli diedero una solida formazione umana e
spirituale. Al termine della scuola, il suo direttore spirituale gli
assicurò che era chiamato al sacerdozio, pur consapevole che suo padre
era contrario e gli aveva addirittura già cercato moglie. In ogni caso
entrò in seminario e, ricevuta la tonsura, studiò teologia e apologetica
all'università di Caen. II 25 marzo 1623, essendosi strutturato in lui
il desiderio della perfezione religiosa, il confessore lo esortò a
entrare nella Società dell'Oratorio di Gesù (o Congregazione
dell'Oratorio), fondata nel 1611 dal cardinale e teologo Pierre de
Bérulle (1575-1629), per il risanamento dello stato sacerdotale in
Francia. Nel 1623, Giovanni fu quindi accolto nel noviziato di Parigi di
questa Congregazione, durante il quale ebbe come maestri due figure
autenticamente “fuori del comune” in quanto a spessore spirituale e
santità: lo stesso cardinale Pierre de Bérulle e il suo successore, il
sacerdote e dottore della Sorbona Charles de Condren (1588-1641). Il 20
dicembre 1625, ordinato sacerdote, dopo un periodo di ritiro, preghiera e
studio nel Santuario Nostra Signora delle Virtù di Aubervilliers,
cittadina nella regione dell'Île-de-France, in prossimità di Parigi,
ottenne di recarsi a piedi al paese natale devastato dalla pestilenza,
per curare i malati, confortare i morenti e seppellire i morti.
Accontentato, egli percorse prima le campagne di Caen, poi si trasferì
nella non lontana Argentan, dove l'epidemia scomparve, appena gli
abitanti, dietro sua esortazione, si furono messi sotto la protezione
della Vergine Maria. Giovanni fu allora destinato alla casa che
l'Oratorio aveva aperto a Caen, in cui trascorse circa quattro anni
nello studio della Teologia Morale, nel ministero della predicazione,
del catechismo e delle confessioni. Nel 1631, quando la peste riapparve
per la seconda volta proprio a Caen, quasi tutti, clero compreso,
fuggirono. Egli invece restò e, per non contaminare i confratelli, prese
alloggio in una grossa quanto scomoda botte da vino, che la Badessa
Benedettina di quel convento della Santissima Trinità aveva fatto
collocare in un prato sulla riva del fiume Orne. Il morbo diminuì dopo
che ebbe fatto collocare statue della Madonna su tutte le porte della
città. Sottoposto apertamente a quel terribile contagio, quando rientrò
all'Oratorio, si ammalò gravemente del morbo, ma il Signore lo guarì,
perché la sua missione non era ancora terminata. Le fatiche apostoliche
più intense cominciarono per lui propriamente nel 1632, con
l’organizzazione e la partecipazione alle missioni popolari della
Diocesi di Coutances, nella stessa regione. Nel 1629 il reverendo
Charles De Condren, succeduto al cardinale Pierre de Bérulle, lo nominò
capo di tutte le missioni che sarebbero state affidate alla
Congregazione dell’Oratorio in Normandia. I frutti che egli raccolse con
i suoi trenta sacerdoti, “operai nella vigna del Signore”, furono molto
abbondanti. Alla sua parola “ardente” e penetrante sovente l'uditorio
prorompeva in lacrime, i penitenti assiepavano i confessionali, i nemici
si riconciliavano, chi possedeva quadri, immagini o libri osceni li
bruciava pubblicamente in espiazione dei propri scandali. Aveva,
inoltre, un’intensa devozione anche ai Sacri Cuori di Gesú e di Maria,
di cui egli fu il primo apostolo, diffondendone la devozione. Nel 1641,
infatti, fondò ben due Congregazioni religiose, una maschile e una
femminile, dedicate ai Sacri Cuori. Fondò poi rifugi per togliere le
ragazze dalla strada e una Congregazione di Religiose per assisterle:
l'Ordine di “Nostra Signora della Carità del Rifugio”. Colto e
letterato, scrisse numerose opere, fra cui la più conosciuta e
considerevole è “Il cuore ammirabile della Madre di Dio”. Una delle
grandi pene che provava Giovanni, era quella di costatare come i felici
risultati ottenuti nelle missioni non fossero duraturi per la mancanza
di sacerdoti istruiti e morigerati. Deliberò allora di adoperarsi per
fondare e dirigere seminari sul modello già stabilito dal Concilio di
Trento, che con interruzioni si era tenuto dal 1545 al 1563. Dato che
l'Oratorio era stato fondato proprio per promuovere la riforma del
clero, propose ai superiori di aggiungere alle funzioni già fissate per
la Congregazione anche gli esercizi particolari per gli ordinandi,
facendone egli stesso l'esperimento con un seminario nell’Istituto di
Caen di cui era superiore dal 1640. Con sua grande amarezza, però, il
permesso gli fu rifiutato. I vertici Oratoriani, invero, dimentichi
dello scopo essenziale e primordiale della loro istituzione, preferirono
continuare a consacrarsi all'educazione della gioventù laica. La sua
idea di fondare una nuova Società per la formazione del clero e il
rinnovamento del popolo con le missioni, fu però, poi approvata da
parecchi Vescovi e dalla mistica normanna Marie Le Vallées (1590-1656),
con cui Giovanni era in relazione. Lo stesso duca e cardinale
Armand-Jean du Plessis de Richelieu, primo ministro del Re di Francia
Luigi XIII, informato del gran bene che egli operava tra il clero con le
sue conferenze, lo fece chiamare a Parigi per incoraggiarlo e
autorizzarlo a dare inizio alla sua opera. Per la nascita della
Congregazione di Gesù e Maria a Caen, egli scelse la data del 25 marzo
1643, fedele discepolo del cardinale de Bérulle nel fare del Verbo
Incarnato il centro di tutta la vita spirituale. Fin dal principio egli
fu sostenuto validamente dal suo Vescovo di Bayeux (Normandia),
Monsignor Charles d'Angennes e coadiuvato da alcuni zelanti sacerdoti
che si posero alla sua scuola senza emettere voti di religione. Secondo
l'intenzione del fondatore, in effetti, essi dovevano trovare nel loro
sacerdozio la ragion d'essere della propria santificazione. Per
realizzare la vita di Cristo in loro e nei fedeli, egli propose a tutti
la devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, e affidò a essi il compito
di propagarla nelle missioni. Egli stesso, con l'approvazione di
numerosi vescovi ne compose la Messa e l'Ufficio che in breve si propagò
in tutta la Francia, con grande livore dei Giansenisti. I seguaci del
movimento religioso, filosofico e politico che proponeva una peculiare
interpretazione del cattolicesimo, sulla base della teologia elaborata
nel XVII secolo da Giansenio (1585-1638), sull'idea che l'essere umano
nascesse ormai essenzialmente corrotto, e quindi inevitabilmente
destinato a fare il male: senza la grazia divina, l'uomo non poteva far
altro che peccare e disobbedire alla volontà di Dio, ciononostante,
alcuni esseri umani erano predestinati alla salvezza (mentre altri no).
La festa del Sacro Cuore di Maria fu da lui introdotta nel 1648, quella
del Sacro Cuore di Gesù nel 1672, un anno prima delle apparizioni e
delle rivelazioni fatte a Santa Marguerite Marie Alacoque (1647-1690).
Giovanni scrisse moltissimo con praticità e unzione in difesa di questa
devozione, sulla Madonna, sul sacerdozio, sulla vita cristiana
incentrata sempre sul Verbo Incarnato. Nell’Istituto di Caen, dove tutto
era perfettamente regolato, accorsero molti sacerdoti a fare gli
esercizi spirituali, pensionanti, studenti di teologia, laici desiderosi
di conoscere la propria vocazione. Di mano in mano che i membri
crescevano, egli moltiplicava le “Case di prova” per uniformare gli
aspiranti alla sua spiritualità e prepararli alle missioni popolari.
Sovente lo si udiva esclamare: “ … Me infelice se non evangelizzo, se
non converto! … ”. Dotato delle più belle qualità di oratore sacro, non
si stancò mai di predicare. La gente accorreva ad ascoltarlo da distanze
anche grandi e con qualunque tempo. Mentre predicava tanti non facevano
che piangere. Nelle domeniche e nelle feste non era raro vedere riunite
attorno a lui sulle piazze o in aperta campagna fino a dieci, quindici
mila persone. Nel 1643, a Valognes, stessa regione, se ne contarono
quarantamila e, cosa meravigliosa, fu da tutti udito distintamente. Le
sue missioni duravano almeno sei settimane e ottenevano ovunque frutti
meravigliosi. Per confessarsi tante persone facevano la fila per tre,
quattro giorni. Perfetto organizzatore, nessuna categoria sociale veniva
da lui trascurata, compresi i bambini della prima comunione. Nelle
missioni aveva avuto la gioia di condurre sul retto sentiero parecchie
donne note peccatrici. Da principio le affidò a buone famiglie di Caen,
poi per esse, nel 1641, istituì il già menzionato Ordine di Nostra
Signora della Carità del Rifugio i cui membri s'impegnavano con un
quarto voto a consacrarsi all'educazione delle prostitute pentite. Da
esso sbocciò, nel 1835, quasi due secoli dopo, per opera di Santa Marie
de Sant’Eufrasia Pelletier (1796-1868), l'Istituto di Nostra Signora di
Carità del Buon Pastore per la preservazione e la rieducazione delle
giovani. Nello svolgimento del suo apostolato non gli mancò il sigillo
della cancelleria del cielo: la Croce. A intervalli furono suscitate
grandi tempeste contro di lui dai suoi nemici i quali lo tacciarono di
essere ingannatore, ribelle ai superiori, spergiuro e perfino sacrilego.
Alla morte di Monsignor D'Angennes, gli furono tolti tutti i poteri e
il suo successore Monsignor Mole poco mancò che gli facesse chiudere il
seminario che aveva fondato. I Giansenisti riuscirono a metterlo
momentaneamente in cattiva luce davanti al Re Luigi XIV, e tentarono di
fermare la fondazione del suo seminario di Rouen, capoluogo della
Normandia, e d'impedire a Roma l'approvazione del suo Istituto, mediante
la propagazione di libelli diffamatori perché sapevano di avere in lui
un irriducibile avversario. Ai suoi sacerdoti raccomandava, infatti: “ …
Essi devono stare lontani da noi come l'inferno è lontano dal Cielo,
come il fuoco dall'acqua … ”. Le pene morali, continue e lancinanti gli
scossero la salute. Per oltre vent'anni soffrì di un grande freddo alla
schiena. Negli ultimi anni patì spaventosi dolori per le febbri e le
emorroidi, la ritenzione di urina e un'ernia. Giovanni Eudes, “padre,
dottore e apostolo del culto liturgico dei Sacratissimi Cuori”, com’è
chiamato nel decreto di beatificazione, morì santamente il 19 agosto
1680. Papa San Pio X lo beatificò l'11 aprile 1909 e Pio XI lo canonizzò
il 31 maggio 1925. Le sue reliquie sono venerate a Caen nel monastero
di Nostra Signora della Carità.
Immagine: “San Giovanni Eudes”, ritratto a olio su
tela dipinto, da ignoto autore di ambito francese, verso il 1673.
L’opera si trova nella casa madre della Congregazione dell’Oratorio di
Gesù a Parigi.Roberto Moggi
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