Nun ce avé a cche ffà cu cchi nun tene niente ’a perdere

Nun ce avé a cche ffà cu cchi nun tene niente ’a perdere.
Non litigare con chi non ha nulla da perdere. ne chiamarlo in giudizio, perché non ha comunque possibilità finanziaria di risarcirti.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci presenta, il proverbio, un tipo di persona sulla quale c'è poco da contare, se ci si impegola in una controversia, perché anche se ha torto, non è in grado di indennizzare ciò che è dovuto.
Un niente da perdere che può comprendere, oltre alle impossibilità economiche, anche altri aspetti, come può succedere con un pregiudicato o, in ogni caso, dedito al malaffare, che in un alterco, qualora si passasse a vie di fatto, qualsiasi risultato ne fuoriesca, a rimetterci è sempre la persona retta e onesta, che non ha alcun carico pendente e che rischia di vedersi attribuito, se ha la meglio nella baruffa in cui è stata coinvolta.
Uno stato d'essere che può essere ampliato dal disinteresse che si può avere per la stessa propria vita, che rende immuni dal timore sia delle malattie, che della morte, senza alcuna ansia prodotta dai problemi quotidiani.
Una condizione mentale che può rappresentare il risultato di un tirocinio di conoscenza, saggezza e spiritualità, ma che mancando tali requisiti, come sfiducia completa nella vita, può indurre anche al suicidio, o a gesta eroiche, per il disprezzo dimostrato del pericolo.
Un comandante accorto, che si trovi a condurre una battaglia, se non ritiene di disporre delle forze necessarie, anche se ha la meglio nella contesa, lascia sempre al nemico un via di fuga, piuttosto che circondarlo e metterlo nella condizione di non aver più nulla da perdere e né da guadagnare, se non reagire nel modo più acerrimo e indomabile che può, nel provocare vittime al nemico.
La parola perdere, che si mostra come fulcro del proverbio, illustra le più varie situazioni.
Consideriamo chi dispone di beni illimitati e ha tanto da perdere, per il pericolo di sottrazioni e di rapine e furti, rispetto al misero che, nell'indigenza nella quale vive, l'unica ricchezza che ha da perdere, è quella della vita.
Rispetto a ciò che bisogna cercare di non perdere, una certa comicità la troviamo in un'allocuzione di Marcello Marchesi:
“Una delle cose fondamentali della vita è la dignità. Non bisogna mai perderla. Per non perderla basta non averla.”
Mentre lo scrittore, poeta e blogger brasiliano Paulo Coelho, con quello che è a seguire, ci racconta come il non aver più nulla da perdere più significare semplicemente il suo contrario:
"Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto. Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso. Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare, ho capito che ero libero di scegliere il mio destino."
Il saggio, consapevole che il prestigio conferito dal successo, dalla ricchezza e dal potere mettono nella situazione di aver molto da perdere, cerca di vivere nella condizione descritta da Coelho, cosciente che gli unici beni duraturi che nessuno gli potrà sottrarre, sono costituiti dalla retta conoscenza, dalla saggezza che ne consegue e dalla spiritualità che si presta a perfezionare la sua vita, anche se sa che sarà da molti disprezzato, perché sarà valutato come una persona che non ha nulla da perdere e quindi indegna di ogni stima
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