Cca nisciuno è ffesso!
La locuzione è un monito contro coloro che cercano di raggirare persone all'apparenza ritenute sciocche, ma al contrario, se vogliono, sono capaci di metterli nel sacco.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci
presenta il proverbio un'affermazione che sorge spontanea, quando ci
accorgiamo che qualcuno vuole raggirarci, cercando di coinvolgerci per
ottenere i risultati che si è prefissato a nostro danno.
Un detto che allude a certe persone, che sono anche definite
acque chete, per come appaiono tranquille e ritenute spesso innocue,
specialmente da chi vuole ingannarle e dimentica la metafora che afferma
come non ci sia di peggio che pestare la coda al cane che dorme.
Persone
rappresentate dal proverbio "Acqua cheta fa pantano e feta" che, se
provocate da chi vuole ingannarle per i suoi loschi scopi, diventano
pericolose per le ritorsioni che sono capaci di mettere in atto.
C'è
chi, per quello che ha appreso dalla vita, scambia la furbizia per
intelligenza, ma se un minimo di tale qualità non assiste chi si ritiene
furbo, mal glie ne può incogliere, se è incapace di saper scegliere le
prede che sono alla sua portata, ottenendo danni, al posto dei benefici
prefissati.
Visto sotto
una certa prospettiva di come si presenta la società umana, il mondo si
divide in furbi e fessi, con i primi più che felici che esistano i
secondi, alcuni dei quali si illudono di non esserlo, asserendo la
locuzione ricordata dal proverbio, mentre i primi, se non sono altro che
degli inetti che si credono furbi, dovrebbero essere provvisti del
minimo di acume che li induca a cambiare comportamento, cosa che non è
per niente facile.
Il
rischio di essere ingannati, è un pericolo che aumenta nell'anzianità,
quando produce un abbassamento sia dell'acume, che delle difese verso il
prossimo e spesso nelle cronache televisive, sono presentati programmi
che evidenziano tale fenomeno rappresentato da esempi di truffe, raggiri
e ruberie ai danni di anziani sprovveduti, esortando le persone di una
certa età a essere più vigili e accorte verso gli sconosciuti che sono
dei professionisti in tale campo, presentandosi come persone alle quali
si può concedere la fiducia più completa.
Siamo
sicuri di poter affermare, con cognizione di fatto, la locuzione
espressa dal proverbio? Come tra il dire e il fare, c'è di mezzo il
mare, resta sempre da accertare su quale sponda si trovi la capacità che
riteniamo di avere ed è sempre meglio sottovalutarci, come incentivo a
essere più vigili e accorti, piuttosto che sopravvalutarci e renderci
indifesi e vulnerabili verso chiunque ci prenda sotto mira.
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