Acqua ca nun scorre fa pantano e ffète

Acqua ca nun scorre fa pantano e ffète.
Variante: Acqua cheta fa pantano e ffète.
L’acqua che non scorre, ristagna e puzza.
Le persone taciturne, apparentemente chete, ossia tranquille potrebbero essere molto pericolose perché sono quelle che più tramano nell’ombra.
Quando sembra che tutto sia tranquillo allora c’è da temere qualche pericolo.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Richiama il proverbio il dodicesimo esagramma del libro oracolare I Ching, che ha per titolo "Il ristagno", ad annunciare un tempo di stagnazione e decadenza, finché un successivo mutamento non cambierà la situazione in una non sempre più piacevole e spesso inaspettata
Un esagramma col quale il libro può rispondere se gli si chiede come sarà la vecchiaia, un monito affinché si cerchi il cambiamento rispetto a una vita inattiva e deludente.
La metafora dell'acqua illustra una situazione caratterizzata dalla monotonia del quotidiano, sia nelle faccende che nelle relazioni, che può essere trovata piacevole dai poco amanti delle novità, mentre è opprimente per chi invece le cerca per dare un miglior senso alla sua vita, come scrisse al riguardo lo zoologo e etologo austriaco Konrad Lorenz:
“La vita cerca problemi e l'offerta di problemi è significativa per il successo; una mancanza di problemi può provocare una stagnazione.”
Una calma piatta che può tenere in serbo brutte sorprese e che può riferirsi ai fatti, o alle persone, quando si mostrano tranquille e taciturne, riuscendo a ingannare il prossimo, con la loro apparenza innocua, per prenderlo alla sprovvista con azioni poco piacevoli, quando meno se le aspetta.
Tra il tacere e l'esprimersi con spontaneità, spesso la prima soluzione è più prudente, come leggiamo in una frase attribuita ad Abramo Lincoln:
"Meglio tacere e dare l’impressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio"
Ma non è facile capire se una persona tace per prudenza, oppure complotta nel silenzio.
Una metafora, quella di un'acqua stagnante e paludosa, che si contrappone a quella di un ruscello o di una fonte, con l'elemento che è invece pieno di energia, rammentando gli estremi tra cui si sono mosse le società umane, rappresentati da reazione, rivoluzione, conservazione e progresso.
Conservazione e reazione mantenute a qualsiasi costo, dalle classi più privilegiate, che hanno provocato la stagnazione di quelle sottoposte, ma in cui sono state coinvolte anche le prime, rendendole incapaci di prevedere e prevenire le sollevazioni che le hanno rovesciate.
Mentre rivoluzione e progresso sono state la molla che ha condotto, almeno le società occidentali, alle moderne democrazie, nelle quali si è prodotto un altro tipo di stagnazione favorito dal consumismo del sistema capitalistico, per cui la massa non aspira al rinnovamento della società umana, con più cultura e maggiore civiltà, ma solo al benessere dello status quo, che favorisce un rista
gno sia dei costumi, sempre più rilassati e meno dignitosi, che della cultura, poco reclamizzata dai gestori del potere, perché induce a far sorgere le idee e i giudizi ai quali danno luogo, che risulterebbero poco piacevoli, preferendo una stagnazione del pensiero della massa, col pedestre nozionismo a cui dà luogo.
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