Vicine â cchiesia, luntane ’a Ddio

Vicine â cchiesia, luntane ’a Ddio.
Ad litteram: Vicini alla chiesa, lontani da Dio. Ci si riferisce a quelle persone che pur frequentando la chiesa operano in modo contrario ai dettami religiosi.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Come tra il dire e il fare, ci dice il proverbio che anche tra il predicare e il razzolare. ci sia di mezzo il mare e un certo sedicente credente, che si mostra come pio osservante, nella realtà della vita quotidiana, si cura poco della morale che afferma di osservare, che sia religiosa, oppure laica.
Un modo di comportarsi che ci ricorda l'espressione "Sepolcri imbiancati", rivolta a chi ostenta un grande rigore morale per nascondere la propria ipocrisia. Nel Vangelo secondo Matteo, Cristo lancia un'invettiva contro scribi e farisei, accusati di essere ipocriti come le tombe imbiancate, che fuori sono belle, ma all'interno sono piene di ossa e liquami.
Un certo tipo di moralista, è così impegnato a predicare come ci si debba comportare, che il tempo di mettere in pratica ciò che afferma, non ce l'ha, ma se anche ce lo avesse, non avrebbe alcun desiderio di realizzarlo.
Il detto presentato ci porta a focalizzare un certo tipo di comportamento che è basato sull'ipocrisia, termine che deriva dal greco "hypokrisis", che significa "chi agisce su un palcoscenico".
Tra i modi di come comportarsi, c'è chi è sé stesso, coerente con la morale di condotta che osserva, senza curarsi di pubblicizzarla, e c'è chi è come se indossasse, a seconda degli ambienti e delle circostanze, la maschera che ritiene più conforme e cambiandola a seconda dello scenario in cui si trova.
C'è gente, che magari si batte il petto in chiesa, ma che tra la morale che afferma di osservare e il comportamento quotidiano, pone un confine invalicabile così che da una teoria che non è altro che un pro forma, passa alla pratica di una condotta che va dal disdicevole all'ignobile, che ritiene più che giustificata dalle esigenze imposte dalla vita.
Un comportamento meschino e discutibile, che può influire molto nella gioventù. Quanti bambini sono stati delusi e addolorati dall'ipocrisia di genitori e altri parenti, perché costretti a seguire delle regole, presentate come se fossero un vangelo, e scoprendo che gli adulti non si curano minimamente di rispettare?
Scenari che, invece di preparare chi si trova nell'infanzia, o nell'adolescenza, ad una vita retta e onesta, nella luce della giusta morale da osservare, inducono allo scetticismo e alla sfiducia che, secondo alcuni, è il miglior modo per imparare a vivere, tanto è vero che un'esortazione data ai giovani, che va per la maggiore è "Fatti furbo" invece di "Impara a vivere in modo retto e onesto"
Leggiamo in ciò che scrisse il filosofo e matematico Bertrand Russell, come abbiamo due tipi di morale fianco a fianco, una che predichiamo, ma non pratichiamo, e un’altra che pratichiamo e ci guardiamo bene dal pubblicizzare.
Nel suo libro "Matrimonio e morale", il saggista sottopose ad una critica radicale leggi morali, come anche quella imposta dalla religione cristiana che, non solo appaiono anacronistiche, ma che sono responsabili di perpetuare, in moltissime persone, disagi e sofferenze sociali.
Ce la ricordiamo l'epoca prima del diritto all'aborto? Una pratica considerata peccato mortale, per l'interruzione della vita, ma la morale che veniva imposta, poco si curava delle tante donne disgraziate, che rischiavano e spesso ce la lasciavano, la vita, perché costrette ad affidarsi a ciarlatani praticoni, mentre le abbienti e magari anche pie osservanti, risolvevano comodamente il tutto, andando all'estero o affidandosi a chirurghi compiacenti che forse, venuti meno certi lauti introiti, sono diventati obiettori di coscienza, visto come a parlar male, spesso ci si indovina.
Nello scenario presentato dal proverbio, ci sono due termini che poco vanno d'accordo, ipocrisia e morale.
Una differenza che può esserci, tra un moralista che non è altro che un ipocrita e una persona d'onore, è che la seconda resta dispiaciuta, se incorre in un atto riprovevole, anche se questo ha funzionato e non è stato scoperto il suo misfatto, mentre il primo, poco si cura di come si è comportato, perché la sola cosa che gli interessa. è come riesce ad apparire.
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