Senza ’o fesso ’o deritto nun campa

Senza ’o fesso ’o deritto nun campa.
I furbi trovano sempre mille modi per imbrogliare i creduloni.
Ci mostra il proverbio una figura che può piacere poco a chi si comporta in modo onesto e schietto, ma che può essere ammirata da chi si industria nel raggirare il prossimo, quella del furbo, nel peggior senso che si può dare al termine, non tanto quindi la persona che ha l'intelligenza pronta per riuscire a evitare di cadere in inganni e tranelli, perché sa riconoscerli, quanto quella che cerca di infinocchiare il prossimo imbrogliandolo.
C'è il furbo intelligente e quello meno, col primo che è accurato nella ricerca del credulone da ingannare, mentre il secondo, tra i suoi difetti, può avere la convinzione che tutti gli altri sono scemi, a parte lui.
In un paese di furbi come il nostro, almeno per chi lo vede in tale modo, si scambia la furbizia per intelligenza, così che l'esortazione più frequente che un giovane riceve da chi ha più esperienza, è "Fatti furbo", al posto di "Impara a comportarti onestamente".
Come poi leggiamo tra gli scritti di Tiziano Terzani:
“Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.”
Certo è che senza gli ingenui, gli sciocchi e i creduloni, il drittone che campa sui raggiri, verserebbe in cattive acque, cosa che per sua fortuna non succede, come scrisse a suo tempo lo scrittore inglese Samuel Butler:
"Ci sono più sciocchi che furbi al mondo, altrimenti i furbi non avrebbero abbastanza per vivere."
Anche alla furbizia si può attribuire una scala di valori, come leggiamo nel libro "La volpe e l'uva" di Roberto Gervaso, che ci mostra un'originale legge del contrappasso:
"L'italiano è abbastanza furbo per far fesso un altro, ma non abbastanza per evitare che un altro faccia fesso lui."
Il filosofo Arthur Schopenhauer, con la sua visione tragica e sconsolata della condizione umana, scriveva:
“Con l'eliminazione del diritto del più forte si è introdotto il diritto del più furbo.”
Nei tanti conflitti che si sono verificati in qualsiasi epoca, è sorto il bisogno di persone intelligenti, forti e coraggiose, per riuscire a risolverli, ma con la pace, sono sempre usciti allo scoperto i furbi, quelli che si erano ben guardati dal rischiare la loro pelle e una volta che il pericolo è passato, sgomitano per impossessarsi del potere, presentandosi come se fossero loro i vincitori.
Fenomeno che ci fa citare un'allocuzione attribuita a Roberto "Freak" Antoni:
"Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. I furbi si fanno sostituire."
La storia ci mostra il personaggio rappresentato da Lucio Quinzio Cincinnato, come una persona semplice e modesta, più che abile e coraggioso comandante nei conflitti, ma il suo ritirarsi dagli onori che gli spettavano, dopo la vittoria, probabilmente fu dovuto al fatto che ben conosceva gli esseri umani e per quanto fosse stato abile nella guerra, era cosciente che lo sarebbe stato molto meno con i furbi che, passato il pericolo, erano usciti allo scoperto.
E sempre in tema, riguardo al Bel Paese, come piace a qualcuno di chiamarlo, e ai furbi che vi imperano, è famosa la tragicomica battuta attribuita a Winston Churchill:
"Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti…"
Ho accennato al paese dei furbi, uno scenario nel quale le persone rette e oneste rischiano facilmente di passare per fesse, agli occhi di chi cerca di uniformarsi in malo modo a costumi tanto usuali, quanto discutibili e un esempio a tal proposito, ce lo fornisce il giornalista, scrittore, e aforista italiano Giuseppe Prezzolini:
“I cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. Non c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc. questi è un fesso.”
Una visione deprimente della società purtroppo spesso più che reale.
E a terminare, stringiamoci nel cordoglio verso tutte le persone ingenue, oneste e schiette, tanto ammirevoli e stimabili per i loro modi, che purtroppo, uno o più furbi se li ritrovano in famiglia e non riescono a liberarsi dalla via crucis ricevuta dalla malasorte.
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