Senza ’o fesso ’o deritto nun campa.
I furbi trovano sempre mille modi per imbrogliare i creduloni.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci
mostra il proverbio una figura che può piacere poco a chi si comporta
in modo onesto e schietto, ma che può essere ammirata da chi si
industria nel raggirare il prossimo, quella del furbo, nel peggior senso
che si può dare al termine, non tanto quindi la persona che ha
l'intelligenza pronta per riuscire a evitare di cadere in inganni e
tranelli, perché sa riconoscerli, quanto quella che cerca di
infinocchiare il prossimo imbrogliandolo.
C'è
il furbo intelligente e quello meno, col primo che è accurato nella
ricerca del credulone da ingannare, mentre il secondo, tra i suoi
difetti, può avere la convinzione che tutti gli altri sono scemi, a
parte lui.
In un paese
di furbi come il nostro, almeno per chi lo vede in tale modo, si scambia
la furbizia per intelligenza, così che l'esortazione più frequente che
un giovane riceve da chi ha più esperienza, è "Fatti furbo", al posto di
"Impara a comportarti onestamente".
Come poi leggiamo tra gli scritti di Tiziano Terzani:
“Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.”
Certo
è che senza gli ingenui, gli sciocchi e i creduloni, il drittone che
campa sui raggiri, verserebbe in cattive acque, cosa che per sua fortuna
non succede, come scrisse a suo tempo lo scrittore inglese Samuel
Butler:
"Ci sono più sciocchi che furbi al mondo, altrimenti i furbi non avrebbero abbastanza per vivere."
Anche
alla furbizia si può attribuire una scala di valori, come leggiamo nel
libro "La volpe e l'uva" di Roberto Gervaso, che ci mostra un'originale
legge del contrappasso:
"L'italiano è abbastanza furbo per far fesso un altro, ma non abbastanza per evitare che un altro faccia fesso lui."
Il filosofo Arthur Schopenhauer, con la sua visione tragica e sconsolata della condizione umana, scriveva:
“Con l'eliminazione del diritto del più forte si è introdotto il diritto del più furbo.”
Nei
tanti conflitti che si sono verificati in qualsiasi epoca, è sorto il
bisogno di persone intelligenti, forti e coraggiose, per riuscire a
risolverli, ma con la pace, sono sempre usciti allo scoperto i furbi,
quelli che si erano ben guardati dal rischiare la loro pelle e una volta
che il pericolo è passato, sgomitano per impossessarsi del potere,
presentandosi come se fossero loro i vincitori.
Fenomeno che ci fa citare un'allocuzione attribuita a Roberto "Freak" Antoni:
"Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. I furbi si fanno sostituire."
La
storia ci mostra il personaggio rappresentato da Lucio Quinzio
Cincinnato, come una persona semplice e modesta, più che abile e
coraggioso comandante nei conflitti, ma il suo ritirarsi dagli onori che
gli spettavano, dopo la vittoria, probabilmente fu dovuto al fatto che
ben conosceva gli esseri umani e per quanto fosse stato abile nella
guerra, era cosciente che lo sarebbe stato molto meno con i furbi che,
passato il pericolo, erano usciti allo scoperto.
E
sempre in tema, riguardo al Bel Paese, come piace a qualcuno di
chiamarlo, e ai furbi che vi imperano, è famosa la tragicomica battuta
attribuita a Winston Churchill:
"Bizzarro
popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno
successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90
milioni di italiani non risultano dai censimenti…"
Ho
accennato al paese dei furbi, uno scenario nel quale le persone rette e
oneste rischiano facilmente di passare per fesse, agli occhi di chi
cerca di uniformarsi in malo modo a costumi tanto usuali, quanto
discutibili e un esempio a tal proposito, ce lo fornisce il giornalista,
scrittore, e aforista italiano Giuseppe Prezzolini:
“I
cittadini italiani si dividono in due categorie: i furbi e i fessi. Non
c'è una definizione di fesso. Però: se uno paga il biglietto intero in
ferrovia, non entra gratis a teatro; non ha un commendatore zio, amico
della moglie e potente nella magistratura, nella Pubblica Istruzione
ecc.; non è massone o gesuita; dichiara all'agente delle imposte il suo
vero reddito; mantiene la parola data anche a costo di perderci, ecc.
questi è un fesso.”
Una visione deprimente della società purtroppo spesso più che reale.
E
a terminare, stringiamoci nel cordoglio verso tutte le persone ingenue,
oneste e schiette, tanto ammirevoli e stimabili per i loro modi, che
purtroppo, uno o più furbi se li ritrovano in famiglia e non riescono a
liberarsi dalla via crucis ricevuta dalla malasorte.
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