Oggi - 05 luglio 2024 - venerdì della XIII settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di Sant’Antonio Maria Zaccaria, sacerdote e fondatore. Antonio Maria nacque nel 1502 a Cremona, in Lombardia, quando la città apparteneva alla Repubblica di Venezia, prima di venire annessa, già nel 1509, al Ducato di Milano (oggi capoluogo dell’omonima provincia della regione Lombardia). Della sua infanzia si hanno pochissime notizie, ma sappiamo che nacque da una nobile e agiata famiglia d’origine genovese, rimanendo presto orfano di padre. Ebbe comunque la possibilità di studiare, anche grazie alla colta madre che, rimasta vedova a soli diciotto anni, rinunciò alle seconde nozze per dedicarsi personalmente alla sua educazione. Nel 1520 si trasferì a Padova, nella Repubblica di Venezia, per studiare filosofia e medicina in quell’importante università, non prima di aver redatto, pochi giorni prima di partire, testamento in favore della genitrice, per non lasciarla nel bisogno qualora fosse morto (all’epoca spostarsi e viaggiare non era mai una cosa senza rischio). Nel 1524, dopo essersi laureato in medicina ed avere effettuato un lungo discernimento spirituale, tornò a Cremona, dove però, invece di dedicarsi alla professione sanitaria, si decise per la vita religiosa. Entrò in seminario e cominciò un serio cammino di fede che, nel 1528, completati i necessari studi, lo portò a divenire sacerdote. Da quel momento, seguendo quella che riteneva essere la propria strada “personale” all’interno della Chiesa, si dedicò soprattutto all’annuncio della Parola di Dio, attraverso sermoni d’indole biblica - morale e dogmatica, pervenutici in minima parte. In seguito, accettando di divenirne il cappellano di famiglia, si trasferì a Milano al seguito della nobildonna Ludovica Torelli (1500-1569), contessa di Guastalla (località presso Reggio Emilia, regione Emilia-Romagna), donna pia e fervente cattolica. In quest’ultima città, ebbe modo di conoscere, frequentare e apprezzare il cosiddetto “Cenacolo dell’Eterna Sapienza”, un’associazione sacerdotale ispirata al movimento dell’evangelismo cattolico europeo. Le frequentazioni di casa Torelli e del predetto Cenacolo, centro di autentica riforma spirituale, furono per lui spiritualmente molto proficue, tanto da dargli l’ispirazione di fondare, alla fine del 1532, la “Compagnia dei Figlioli e delle Figliole di Paolo Santo”, divenuta più tardi “Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo”, una formazione religiosa originale, formata da tre gruppi, uno di sacerdoti, uno di religiose (“Suore Angeliche di San Paolo Converso”) e l'altro di laici (“Maritati di San Paolo”). Nella creazione di quest’opera, fu validamente coadiuvato da due suoi amici presbiteri, il venerabile Jacopo Antonio Morigia, in religione Paolo Battista (1497-1546) e il venerabile Bartolomeo Ferrari (1499-1544), e, per quanto concerne il ramo femminile, dalla stessa contessa Ludovica Torelli di Guastalla. Quello di San Paolo è uno dei più antichi ordini di chierici regolari nella storia della Chiesa, fondato alla vigilia del Concilio di Trento (dal 1545 al 1563), sull'onda dei movimenti di riforma cristiana allora in auge. Il nome di “Barnabiti”, che presto venne attribuito ai chierici aderenti, deriva dalla casa-madre dell'Istituto, che si trovava presso la chiesa di San Barnaba in Milano. La congregazione relativa ai sacerdoti fu approvata da papa Clemente VII nel 1533, mentre del 1535 è l’approvazione della Congregazione delle Suore Angeliche di San Paolo Converso e della laicale Congregazione dei Maritati di San Paolo. Le tre comunità religiose che Antonio Maria ebbe l’intuito di costituire, unitamente ai suoi compagni, vollero essere, per i vari stati di vita, strumenti di risveglio religioso e morale, in particolare contro il grande nemico costituito dalla tiepidezza e dall’indifferenza. Nel suo appassionato impegno di rinnovamento, Antonio Maria prese come modello, padre e guida l’apostolo Paolo, si appropriò della sua dottrina cristologica e ne seguì le orme. In seguito operò nel Veneto, a Vicenza in particolare, diffondendo lo spirito della riforma cattolica, predicando Cristo crocefisso e ottenendo la grazia di numerose conversioni di uomini e di donne, anche se non mancarono accuse e persecuzioni. Antonio Maria scrisse lettere infiammate, delle quali ne sono rimaste solo undici, per animare i suoi seguaci a combattere contro la predetta “tiepidezza”, che lui definiva “… pestifera nemica che sì grande regna ai tempi moderni …”. Uomo allo stesso tempo austero, sorridente e aperto al sentimento, curò in modo particolare la formazione delle Suore Angeliche, le prime religiose dedite all’apostolato fuori dalla clausura, esortandole ad andare ovunque per “annunziare la vivezza spirituale e lo Spirito vivo dappertutto”. Dopo una breve ma intensa vita spesa al servizio dei fratelli, morì a soli trentasei anni tra le braccia della madre. Colpito da una terribile broncopolmonite a Guastalla, si fece portare a Cremona per morire fra le braccia della genitrice, mostrando un tratto commovente d’umanità. Rese l’anima al Creatore il 5 luglio 1539, “nell’ora in cui Cristo morì” (l’ora nona, corrispondente alle tre del pomeriggio), lasciando in eredità esempi vibranti di zelo, di orazione, di povertà e di penitenza. Con la sua forza e la sua tensione morale preparò le vie a quello che sarebbe stato il nuovo apostolo di Milano e della Chiesa, il futuro San Carlo Borromeo (1538-1584). Dopo il funerale celebrato a Cremona, il suo corpo fu trasferito a Milano e inumato nel monastero di San Paolo delle Suore Angeliche. Nel 1891, fu trasportato nella chiesa di San Barnaba in Milano, ove è tuttora sepolto e venerato. Il 27 maggio 1897 fu canonizzato dal pontefice Leone XIII.
IMMAGINE: <<Il corpo incorrotto di Sant'Antonio Maria Zaccaria, che si trova in una teca di cristallo all'interno della chiesa di San Barnaba a Milano, ove riposa dal 1891>>.
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