Oggi - 04 luglio 2024 - Giovedì della XIII settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di Santa Elisabetta del Portogallo, regina. Isabel (Isabella), questo il suo nome nella natia lingua spagnola, variante di Elisabet (Elisabetta), nacque il 4 gennaio 1271 a Saragozza, capitale del Regno d’Aragona (oggi nell’omonima regione della Spagna nord-orientale). Era la terzogenita e prima femmina di Pietro III detto “il Grande”, re d'Aragona e Valencia, oltre che conte di Barcellona e altre contee catalane, mentre la madre era la nobildonna tedesca Costanza di Hohenstaufen. Anche se precocemente attratta dalla vita religiosa, nel 1282, a soli dodici anni, in conformità con le usanze dell’epoca, fu data in sposa contro la sua volontà a Dionigi Alfonso re del Portogallo detto “l’Agricoltore” (1261-1325), uomo aggressivo e collerico. Trasferitasi a Lisbona, capitale del regno del marito, sopportò con evangelica pazienza il matrimonio non voluto e il difficile temperamento dello sposo, le sue prepotenze e le sue infedeltà coniugali, dando alla luce due figli di nome Costanza e Alfonso. Sebbene la sua non fu per niente un'unione felice, in essa Elisabetta seppe dare una forte testimonianza cristiana, scaturente dalla sua grande fede. Sempre mite e assidua alla preghiera e ai Sacramenti, sostenne ogni sofferenza della sua vita matrimoniale e, anzi, svolse opera pacificatrice in famiglia, giungendo, consigliando il marito, a smorzare le tensioni tra i regni d’Aragona e Portogallo. La tradizione tramanda che lei fu un costante esempio di carità, rivolgendo particolare attenzione ai malati di Lisbona e prodigandosi per pacificare qualsiasi genere di contesa. Si occupò anche, con l’affetto di una madre, dei figli illegittimi del marito, che fece divenire buoni cristiani e che assistette personalmente quando caddero gravemente malati. Oltre alle difficoltà caratteriali del marito, dovette in seguito affrontare anche il comportamento ribelle del figlio Alfonso. Gli ultimi anni di regno del marito Dionigi furono amari, sia per la malattia che lo colpì, sia per il comportamento del suo predetto figlio, erede al trono come Alfonso IV d’Aragona (1299-1336). Quest’ultimo, vedendo l'affetto che legava suo padre ai suoi figli illegittimi, specialmente ad Alfonso Sanchez (1289-1326) e pensando che tramassero per diseredarlo e non farlo salire al trono, si ribellò, minacciando di fare guerra allo stesso genitore con le truppe che gli erano fedeli. Non si arrivò allo scontro aperto solo per l'ennesimo intervento di Isabella, che, nell'ottobre del 1323, si frappose tra i due eserciti già schierati in ordine di battaglia ad Alvalade, alla periferia di Lisbona (Portogallo). L'intervento fu considerato miracoloso poiché, al passaggio della regina, una barriera luminosa divise i due eserciti. Ciò nonostante, dovette subire anche un’ultima mortificazione. Infatti, il coniuge Dionigi, anziché ringraziarla, la accusò di essersi schierata col figlio e la bandì da corte, relegandola in una fortezza, in sostanza come prigioniera. Alla morte del marito, nel 1325, poté finalmente seguire la sua vera vocazione. Donò tutto ciò che possedeva ai poveri e a vari monasteri, diventando terziaria francescana. Dopo un pellegrinaggio al santuario di Santiago di Compostela, nella regione della Galizia, nel nord-ovest della Penisola Iberica, in cui depose la propria corona sulla tomba dell’apostolo Giacomo, si ritirò nel convento delle clarisse di Coimbra (Portogallo), da lei stessa precedentemente fondato. Ne uscì solo per risolvere un conflitto sorto tra il figlio Alfonso IV e il genero. Morì il 4 luglio 1336 a Estremoz in Portogallo e fu tumulata nel convento di Coimbra. Nel 1625, Papa Urbano VIII celebrò la sua solenne canonizzazione in Roma. Auguri a chi porta questo nome e ne festeggia oggi l’onomastico.
IMMAGINE: <<"Santa Elisabetta di Portogallo", olio su tela dipinto nel 1820 dal pittore afro-peruviano Josè Gil de Castro y Morales (1785-1841). L'opera si trova presso il Museo Colonial de San Francisco di Santiago del Cile>>.
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