Oggi
- 15 luglio 2024 - lunedì della XV settimana del tempo ordinario, la
Chiesa celebra la memoria obbligatoria di San Bonaventura, vescovo e
dottore della Chiesa, noto anche con la specificazione “da Bagnoregio”,
che ne indica la provenienza. Giovanni, questo il suo nome di battesimo,
nacque probabilmente nel 1217 (o comunque tra lo stesso anno e il 1221
circa) a Civita, piccolo borgo
appartenente al libero comune di Bagnoregio (oggi Civita di Bagnoregio
in provincia di Viterbo, regione Lazio). Della sua infanzia si conosce
pochissimo. Suo padre, Giovanni Fidanza, era quasi certamente medico,
mentre la madre Maria di Ritello era una casalinga profondamente
cattolica. Nel 1226 circa, da bambino, fu miracolosamente guarito da
Francesco d’Assisi, il futuro santo che morì proprio quell’anno, come
lui stesso riferirà in seguito nella sua opera “Legenda Minor”
(“Leggenda Minore”, detta anche “Vita Breve”), da lui composta
probabilmente a Parigi (Francia), tra il 1260 e il 1262,
contemporaneamente alla “Legenda Maggiore”. In essa scrive: “… Io
stesso, che ho descritto i fatti precedenti, ne feci l'esperienza
diretta nella mia persona. Ancora ragazzo ero gravemente infermo; bastò
che mia madre facesse un voto per me al nostro beato Padre Francesco e
fui strappato alle fauci della morte e restituito, sano e salvo, alla
vita …” (VII, lezione VIII, FF 1392). Attorno al 1237, dopo aver
compiuto i primi studi nel paese nativo, attorno ai vent’anni abbracciò
l'Ordine Francescano, coronando una vocazione maturata nel tempo con
l’ingresso, probabilmente, in un convento di Bagnoregio o dei pressi,
dove cambiò il nome di battesimo con quello religioso di Bonaventura,
come di prassi all’epoca. Da qui si trasferì in Francia per completare
gli studi alla prestigiosa università di Parigi. Non si conosce quando
abbia lasciato Bagnoregio, probabilmente verso il 1238, né si è a
conoscenza della parte avuta dai genitori o dai Frati Francescani nella
decisione, ma è facilmente intuibile l'appoggio di questi ultimi, già
ben radicati anche in Francia, ad un loro studente che doveva certamente
essere brillante, anche se, quando partì, non aveva ancora preso i voti
definitivi. Studiò così nel famoso ateneo della “Sorbona” a Parigi,
dove, nel 1243, divenne “Dottore di Arti” e, avendo nel frattempo deciso
di seguire le orme di San Francesco nella vita religiosa, intraprese
anche lo studio della teologia, frequentando, tra il 1243 e il 1248, le
lezioni del Francescano inglese, teologo e filosofo Alessandro di Hales
(1185-1245), suo “Magister et Pater” (Opera, Il, 12, 547), il quale gli
avrebbe fatto: “… ancor più amare la vita del Beato Francesco …”. Questo
stimato maestro dirà poi di Bonaventura: “… sembra che in lui Adamo non
abbia peccato …”. Dal 1248 al 1252, completati gli studi, insegnò nello
stesso ateneo con l’incarico di Sentenziario e “Baccelliere Biblico”
(titolo che, nell'ordinamento scolastico medievale e immediatamente
seguente, era chi aveva conseguito il primo grado accademico ed era al
contempo una persona molto colta), poi, dal 1253 al 1257, vi assunse il
ruolo di Maestro Reggente. La sua fama intanto cresceva a dismisura e,
il 2 febbraio 1257, nel Convento dell'Ara Coeli di Roma, fu eletto a
soli quarant’anni Ministro Generale dei francescani, anche se si trovava
a Parigi. Come settimo successore di San Francesco, coprirà questa
carica per ben diciassette anni. La fama, la dottrina, la mitezza, la
chiarezza di idee e la sua energia, avevano convinto i padri capitolari,
presieduti da Papa Alessandro IV (dal 1254 al 1261), ad eleggerlo.
Conserverà questa carica fino all'anno 1274, quello della sua morte,
dando saggio mirabile di sapienza, prudenza e spiccato equilibrio, tanto
propizio in quello che era un momento difficile di assestamento
dell'Ordine, tanto da meritargli, per la sua opera moderatrice e
costruttiva in piena fedeltà allo spirito di Francesco, l’appellativo di
“Secondo fondatore dell'Ordine francescano”. Sempre nel 1257, il 23
ottobre, quando era quindi già Ministro Generale dell’Ordine, entrò
anche a far parte come professore universitario del corpo accademico
dell’università della Sorbona. Come Ministro Generale, fu molto solerte
nell'assecondare e promuovere le varie attività esistenti nell'Ordine
Francescano, sia sul piano degli studi sia del ministero pastorale,
della predicazione, dell'apostolato missionario, per l’aiuto alle
Crociate [che saranno l’ottava (1269), la nona (1270) e la decima
(1271-1272)] e per l’opera finalizzata all'unione della Chiesa greca con
quella di Roma (che sarà proclamata comunque quasi due secoli dopo, il 6
luglio del 1439). Per suo merito l'Ordine, con i suoi circa trenta mila
frati, si conservò saldamente unito. Viaggiò molto per le necessità
dello stesso e per incarichi pontifici, sia in Italia sia in Francia,
portandosi anche in Inghilterra, nelle Fiandre, in Germania e in Spagna.
Predicò ovunque al popolo e in modo speciale agli ecclesiastici, alle
monache, all'università di Parigi, dinanzi alla corte di Francia, ai
vari Papi in concistoro (Orvieto, Perugia, Viterbo e Roma) e,
finalmente, al Concilio di Lione (Francia) del 1274. Nelle Quaresime del
1267 e de1268, intraprese una grande lotta contro l’Averroismo,
corrente del pensiero filosofico occidentale dei secoli XIII e XIV, che
si richiamava alle tesi di Averroè (1126-1198), in contrasto con alcuni
motivi fondamentali della tradizione religiosa e teologica cristiana.
Averroè era il nome con cui nell'Europa medievale era conosciuto Abū
al-Walīd Muḥammad ibn Aḥmad Ibn Rushd, nome latinizzato in “Aven Roshd”,
filosofo, medico, matematico e giudice berbero, considerato il più
influente filosofo musulmano del Medioevo. Di questa “lotta”, si ha
saggio nelle “Collationes”, che sono delle raccolte di conferenze sul
Decalogo e sui Doni dello Spirito Santo e, poi, nel 1273, con le
“Collationes in Hexaémeron” (“Conferenze sull’Esamerone”, nome con cui,
nella patristica greca e latina, sono indicati il periodo di sei giorni
della creazione del mondo e il racconto biblico della creazione), la
raccolta di una serie incompleta di discorsi tenuti da San Bonaventura a
Parigi tra Pasqua e Pentecoste del 1273. rimasta incompiuta per la sua
morte. Le tre serie di Collationes, com’è stato meritatamente rilevato,
sono una “Trilogía”. Il 28 maggio 1273 Bonaventura fu eletta cardinale e
vescovo di Albano (Roma), avendo già declinato nel 1265 l'arcivescovado
di York (Inghilterra). Dal novembre 1273 attese alla presidenza dei
lavori preparatori e poi alla celebrazione del Concilio Ecumenico
Lionese II, dal 7 maggio al 17 luglio1274, predicandovi il 26 maggio e
il 29 giugno. Il 19 maggio dello stesso anno, nel Capitolo generale
celebratosi a Lione, Bonaventura si dimise da Ministro Generale
dell'Ordine. Tuttavia, estenuato dalle fatiche sostenute, il 7 luglio
1274 si ammalò gravemente e il 15 dello stesso mese morì a Lione. Il
corpo fu sepolto nella chiesa di San Francesco della stessa città. Il 14
marzo 1490, a seguito della ricognizione del corpo del santo a Lione,
venne estratta una parte del braccio destro del santo e composta in un
reliquiario d'argento che l'anno seguente fu portato a Bagnoregio. Oggi
il «santo braccio» è la più grande delle reliquie rimaste di san
Bonaventura dopo la profanazione del suo sepolcro e la dispersione dei
suoi resti compiuta dagli Ugonotti nel 1562. Si trova custodito a
Bagnoregio nella concattedrale di San Nicola. Da esso, nel corso degli
anni, sono state ricavate alcune reliquie minori. Fu canonizzato da
Sisto IV nel 1482, mentre Sisto V, il 14 marzo 1588, lo annoverò
«interpraecipuos et primarios» Dottori della Chiesa (latina), sesto
accanto a San Tommaso d'Aquino. San Bonaventura, oggi noto con la
specificazione “da Bagnoregio”, è denominato “Doctor Seraphicus” (“il
Dottor Serafico”). Auguri a chi porta questo nome e ne festeggia oggi
l’onomastico.
IMMAGINE: <<“San Bonaventura”, olio su tela dipinto, nel 1699
circa, dal pittore spagnolo Pedro Ruiz Gonzalez (1640-1706). L’opera si
trova nel Museo del Prado di Madrid (Spagna)>>.
Roberto Moggi
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