Oggi - 7 luglio 2024 - XIV domenica del Tempo Ordinario, Pasqua settimanale che ha la precedenza sulle altre celebrazioni, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, il Beato Benedetto XI, papa. Niccolò - questo il suo nome di battesimo - nacque nel 1240 a Treviso, libero comune del Veneto aderente alla Lega Veronese e a quella Lombarda (oggi capoluogo dell’omonima provincia nella regione Veneto). Il padre, Boccassio, sebbene esercitasse la professione di notaio, era di umilissime origini e sicuramente non ricco, anche perché legato da non meglio definiti rapporti di dipendenza con i Signori di Colle San Martino, presso Treviso (oggi San Martino, frazione di Colle Umberto, in provincia di Treviso, regione Veneto). Alcuni storici e agiografi lo indicano talvolta col cognome “Boccasini”, mentre altri propendono per “di Boccassio”, la cui radice è del tutto evidentemente comune. L'infanzia e l'adolescenza di Niccolò restano oscure. Sappiamo tuttavia che il genitore mori prematuramente e che fu affidato allo zio paterno Boccasino, prete della chiesa Sant’Andrea di Treviso, dal quale sembra che abbia ricevuto la prima istruzione scolastica e religiosa. La prima testimonianza sicura su di lui risale al testamento redatto da tale Castellano, di Colle San Martino, novizio nel convento domenicano di Bologna, libero comune dell’Emilia (oggi capoluogo della regione Emilia-Romagna). Quest’ultimo, infatti, il 2 ottobre 1256, destinò la somma di venticinque libbre veneziane a suo favore, a patto che entrasse nell'Ordine dei Frati Predicatori (o Domenicani). Pochi mesi dopo, la sua vocazione religiosa giunse a piena maturazione e, nel 1257, fu accettato proprio nel convento domenicano di Treviso, dov’era ben conosciuto, perché sua madre Bernarda vi lavava la biancheria dei monaci, per guadagnare qualcosa e portare avanti la famiglia dopo la morte precoce del marito. Anche della sua vita religiosa nell'Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani) non si hanno molte notizie. Secondo una tradizione alquanto tarda, avrebbe studiato logica a Milano (Lombardia) dal 1262 al 1268 e, più tardi, fu ordinato lettore, probabilmente di teologia, in vari conventi, dei quali uno era sicuramente a Venezia. Non si hanno notizie certe sulla data della sua ordinazione sacerdotale. I legami con Treviso restarono ben saldi e, nel 1276 e poi ancora nel 1280, alla morte di due suoi concittadini, ricevette dei beni per testamento. Nel 1282 insegnò nel convento di Genova, capitale dell’omonima “Serenissima” Repubblica (oggi capoluogo della regione Liguria). A questo periodo risalgono con tutta probabilità alcuni scritti teologici dei quali non si hanno però notizie sicure. Un solo trattato di esegesi neotestamentaria, conservatosi fino al secolo XVI, fu pubblicato nel 1603 a Venezia con il titolo “Beatus Benedicti Pontifex XI in Evangelium Dominus Matthaei commentaria” (“Beato Papa Benedetto XI, commenti sul Vangelo di Matteo”). Nel 1286, poco meno che cinquantenne, fu eletto superiore della Provincia Religiosa Domenicana della Lombardia, una provincia allora vastissima, riuscendo a riconciliare i domenicani che avevano sede in Parma, libero comune all’epoca appartenente alla Provincia Religiosa di Lombardia (oggi capoluogo di provincia della regione Emilia-Romagna), con la loro cittadinanza. Questa fu l’occasione che mise in luce la sua capacità di comporre dissidi. Nel 1296 fu eletto Generale dell’Ordine Domenicano nel Capitolo tenuto a Strasburgo, città tedesca formalmente libera nel Sacro Romano Impero e, due anni dopo, riuscì a stabilire una tregua d’armi tra il re di Francia Filippo “il Bello” (dal 1285 al 1314) e il re Edoardo I d’Inghilterra (dal 1272 al 1307). Per questo motivo, il regnante papa Bonifacio VIII (dal 1294 al 1303) lo creò cardinale. Inviato in Ungheria come legato pontificio (ambasciatore del Pontefice) per pacificare i pretendenti a quel trono e le loro fazioni, non riuscì nella titanica impresa. Fu poi presente ad Anagni con un altro cardinale accanto al trono di Bonifacio VIII nel giorno in cui il pontefice fu oltraggiato e sequestrato per ordine di Filippo il Bello. Fu eletto papa il 22 ottobre 1303, in Vaticano, non senza problemi, assumendo il nome di Benedetto XI e perdonando, per favorire la riconciliazione, tutti coloro, di qualunque stato di vita e rilievo sociale fossero, che lo avevano pubblicamente osteggiato. Tuttavia, poiché a Roma la sua azione pacificatrice urtava contro difficoltà insuperabili, Benedetto si trasferì a Perugia (Umbria) insieme alla Curia e al tesoro della Chiesa, dove morì il 7 luglio 1304, dopo solo otto mesi e sedici giorni di pontificato. Sentendosi venir meno, fece aprire le porte dell’episcopio e ricevette, benedicendo, l’ultimo saluto del popolo. Fu sepolto a Perugia nella chiesa di San Domenico. La fama di santità, che si era guadagnata con la dolcezza del carattere, la sincera umiltà e il candore della vita, unitamente ai molti miracoli verificatisi, in seguito, intorno alla sua tomba, alimentò un culto che fu riconosciuto “ab immemorabili” (“Da tempo immemorabile”) nel 1736 da papa Clemente XII ed esteso al territorio della Repubblica di Venezia nel 1748 dal pontefice Benedetto XIV, che ne inserì il nome del Martirologio romano alla data del 7 luglio.
IMMAGINE: <<Papa Benedetto XI, affresco a tempera su intonaco murale, realizzato nel 1352 dal pittore veneto Tommaso Barisini, noto come Tommaso da Modena (1326-1379). L'opera si trova all'interno della chiesa di San Nicolò a Treviso (Veneto)>>.
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