Addó vaje truove guaje.
Per quelle persone sfortunate, e quelli che sono perseguitate dalla mala sorte.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
A
parte quelli baciati dalla sorte, a quanti non è successo di
trascorrere una serie di vicende sfortunate, tanto da poter realizzare
che le disgrazie non vengono mai da sole e sembra che si chiamino una
con l'altra?
Denota il proverbio, un momento negativo, con i problemi che sembrano sommarsi e appare difficile riuscire a uscirne fuori.
Si
dice che le disgrazie affrontate nella vita, sono le migliori lezioni
che essa ci offre, per poterla apprezzare meglio, quando il sereno torna
a rallegrarci, anche se ben altro ci manda a dire lo scrittore greco
antico Esopo:
“È meglio diventare saggi per le disgrazie degli altri che per le tue proprie.”
Per
le lezioni che sa apprendere il buon osservatore del suo prossimo,
rispetto a chi, preso dal suo benessere, si cura poco delle disgrazie
altrui, così che di fronte alle sventure che altri subiscono, si possono
avere opinioni differenti, a seconda della sensibilità di cui si
dispone, come leggiamo tra gli scritti di John Steinbeck, scrittore
statunitense tra i più noti del XX secolo:
“È curioso quanto lontana ci risulti una disgrazia quando non ci riguarda personalmente.”
Mentre afferma lo studioso Alessandro Morandotti:
"Le disgrazie degli altri ci impressionano tanto perché potrebbero capitare anche a noi."
Per
quanto si dica che sono le disgrazie a temprare il carattere,
specialmente di chi le sa, non solo sopportare, ma anche affrontare nel
modo migliore, quando si incorre in una continua serie di tragedie, si
può cadere nel circolo vizioso prodotto da un atteggiamento pessimista
che, deplorando continuamente lo stato in cui si versa, arriva ad
attirare continui eventi negativi, come ben scrisse il filosofo
Voltaire:
“Più a lungo indugiamo sulle nostre sventure, più grande è il loro potere di farci del male.”
La
vita può porsi come una questione di fortuna o di sfortuna e basta
pensare a quanti nascono già afflitti da mali, che magari si dimostrano
incurabili, con la vita che si presenta come una disgrazia, che non si
può evitare e dalla quale non si può nemmeno uscire.
Scenari
che ci ricordano come la vita normale che abbiamo trascorso e che
magari riteniamo sia banale che insoddisfacente, è stata di per sé un
evento fortunato che a tanti altri è stato negato.
Ci
basta poi pensare alle guerre in corso e alle tragedie senza fine che
producono su gente che desiderava solo vivere in pace e poco consolate
dal proverbio: "Aver compagni al duol, scema la pena", anche se poi le
tragedie sopportate da più gente, la sventura e la sofferenza inducono a
stringersi insieme nella solidarietà che fanno sorgere.
Una
solidarietà e una compartecipazione nell'aiuto, che molti anziani che
hanno vissuto l'ultima guerra, ricordano con nostalgia, per come la
società, rispetto a quel tempo, si è trasformata in modo negativo.
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.