’A pacienza vale cchiu d’ ’a scienza.
La pazienza vale più della scienza.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Al
di sopra di quanto possa essere vasto il sapere umano, il proverbio
esalta, come dote principale, la pazienza e chi ne è dotato, è già di
per sé saggio, rispetto al suo sapere.
La pazienza, ovvero la capacità di saper attendere che si verifichi ciò che si desidera, che cambi un'esistenza disagevole e la vita prenda un altro corso.
Essere
pazienti e fare della pazienza una virtù, aiuta ad analizzare più
lucidamente la situazione, ad osservare ed essere riflessivi. Tuttavia,
questo processo interiore deve essere sempre finalizzato ad una migliore
comprensione della realtà, altrimenti sarebbe semplicemente vana come
attesa.
La pazienza che è interpretata anche come autodisciplina, come leggiamo negli scritti di Sant'Agostino:
“Insegnami
la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la
pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente.”
E
che si pone quindi come base, nell'acquisizione del sapere a cui dà
luogo ed è anche annoverata in una locuzione che si attribuisce al
filosofo taoista Lao Tsu:
"Ho solo tre cose da insegnare: semplicità, pazienza e compassione. Questi sono i tuoi più grandi tesori"
Tre
doti che esaltano il comportamento umano, rispetto alla boriosità
dell'impaziente, che la compassione non sa proprio dove sia di casa.
In
certe relazioni con persone, non basta nemmeno la pazienza, perché
richiedono una tale indulgenza e tolleranza, da poter dire che anche la
pazienza ha un limite, quando cessa di essere virtù, per sopportazioni
che vanno oltre la norma, così che tale virtù che si attribuisce ai
forti, diventa una mansuetudine da stupidi, se la pazienza più che tale,
non si trasformi soltanto in debolezza, ovvero pazienti sì, ma per
diventare santi, ci dobbiamo organizzare.
Un
atteggiamento paziente, quando riguarda il prossimo, specialmente in
caso di conflitti, non sempre è visto in modo positivo e viene
addirittura disprezzato e tacciato per debolezza che genera l'incapacità
di perseguire una miglior risoluzione, ma in segreto, spesso è
invidiato da chi non riesce ad esserne capace.
Un
termine, quello della pazienza, che ben si accompagna a quello della
perseveranza, come leggiamo in una locuzione dello scrittore e saggista
statunitense Napoleon Hill:
“La pazienza, la perseveranza e il sudato lavoro creano un'imbattibile combinazione per il successo.”
Il
saggio che rifugge da qualsiasi dualità, tra bene e male, e che vive
nel distacco imperturbabile, alieno da qualsiasi attaccamento, non ha
alcun bisogno di coltivare la virtù della pazienza, perché è già parte
integrante del suo sé.
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