’A pacienza vale cchiu d’ ’a scienza

’A pacienza vale cchiu d’ ’a scienza.
La pazienza vale più della scienza.
Al di sopra di quanto possa essere vasto il sapere umano, il proverbio esalta, come dote principale, la pazienza e chi ne è dotato, è già di per sé saggio, rispetto al suo sapere.
La pazienza, ovvero la capacità di saper attendere che si verifichi ciò che si desidera, che cambi un'esistenza disagevole e la vita prenda un altro corso.
Essere pazienti e fare della pazienza una virtù, aiuta ad analizzare più lucidamente la situazione, ad osservare ed essere riflessivi. Tuttavia, questo processo interiore deve essere sempre finalizzato ad una migliore comprensione della realtà, altrimenti sarebbe semplicemente vana come attesa.
La pazienza che è interpretata anche come autodisciplina, come leggiamo negli scritti di Sant'Agostino:
“Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente.”
E che si pone quindi come base, nell'acquisizione del sapere a cui dà luogo ed è anche annoverata in una locuzione che si attribuisce al filosofo taoista Lao Tsu:
"Ho solo tre cose da insegnare: semplicità, pazienza e compassione. Questi sono i tuoi più grandi tesori"
Tre doti che esaltano il comportamento umano, rispetto alla boriosità dell'impaziente, che la compassione non sa proprio dove sia di casa.
In certe relazioni con persone, non basta nemmeno la pazienza, perché richiedono una tale indulgenza e tolleranza, da poter dire che anche la pazienza ha un limite, quando cessa di essere virtù, per sopportazioni che vanno oltre la norma, così che tale virtù che si attribuisce ai forti, diventa una mansuetudine da stupidi, se la pazienza più che tale, non si trasformi soltanto in debolezza, ovvero pazienti sì, ma per diventare santi, ci dobbiamo organizzare.
Un atteggiamento paziente, quando riguarda il prossimo, specialmente in caso di conflitti, non sempre è visto in modo positivo e viene addirittura disprezzato e tacciato per debolezza che genera l'incapacità di perseguire una miglior risoluzione, ma in segreto, spesso è invidiato da chi non riesce ad esserne capace.
Un termine, quello della pazienza, che ben si accompagna a quello della perseveranza, come leggiamo in una locuzione dello scrittore e saggista statunitense Napoleon Hill:
“La pazienza, la perseveranza e il sudato lavoro creano un'imbattibile combinazione per il successo.”
Il saggio che rifugge da qualsiasi dualità, tra bene e male, e che vive nel distacco imperturbabile, alieno da qualsiasi attaccamento, non ha alcun bisogno di coltivare la virtù della pazienza, perché è già parte integrante del suo sé.
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