Va’ te spile ’e rrecchie a San Pascale.
Rivolto a chi fa finta di non sentire.
A Napoli, fra le opere di carità dei monaci pasqualini, c’era quella di sturare le orecchie.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Si
accompagna, il proverbio, a un altro più che noto e che rileva come non
ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire, con un altro poi che gli
fa eco, riguardo al peggior cieco che non vuol vedere e se ci
aggiungiamo che non c'è peggior muto di chi non
vuol parlare, balza agli occhi la famosa immagine delle tre scimmiette,
che può essere presa a simbolo della persona che si fa gli affari suoi,
oppure di un atteggiamento di omertà nell'ignorare o coprire le
malefatte altrui o, semplicemente, ignorare consigli o giudizi poco
lusinghieri sul proprio comportamento.
Un
proverbio che ricorda poi la specializzazione dei monaci, seguaci di
San Pasquale Baylón, almeno in una parte dell'Otorinolaringoiatria.
Un
detto che mette in rilievo le persone con cui è inutile sprecare il
fiato, perché non vogliono ascoltare cosa abbiamo da dire, anche se
potrebbe arrecare loro un vantaggio e che è menzionato in particolar
modo, quando qualcuno non vuole ascoltare i consigli altrui.
Scrisse Eraclito, riguardo a una certa specie di "non udenti":
"Somigliano
ai sordi quelli che dopo aver udito non hanno comprensione; di loro è
testimone il detto: pur essendo presenti, sono assenti."
Perché
udire non è detto che significhi comprendere, o almeno cercare di
capire il concetto di ciò che si è ascoltato, perché nessuno ascolta, se
non ha interesse a farlo e né capisce se non ha voglia di farlo, tanto
che ci si può mettere tutto il cuore che si vuole e tutta la buona
volontà, fino all'ultima goccia di pazienza, ma per chi non ha
altrettanta volontà per capire e pazienza per ascoltare e sarà come se
non si avesse mai parlato.
Una
sordità della quale non ci si rende conto e che rende sterile la vita
nei rapporti con il prossimo, è stata messa in rilievo da Papa
Francesco:
"Non è mai
facile ascoltare. A volte è più comodo comportarsi da sordi, accendere
il walkman e isolarsi da tutti. È così semplice sostituire l’ascolto con
le e-mail, i messaggi e le chat, e in questo modo priviamo noi stessi
di volti, sguardi e abbracci."
Un
fenomeno che va oltre il peggior sordo che non vuol sentire, ci è
dimostrato dai colloqui fra sordi, intenti ad ascoltare solo quello che
dicono, ignorando le parole degli interlocutori, che gli fanno
concorrenza, per la sordità, con qualcuno che poi afferma soddisfatto:
"Eh, ma mica glie l'ho mandato a dire, che ti credi, glie l'ho detto proprio di persona"
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