Va’ te spile ’e rrecchie a San Pascale

Va’ te spile ’e rrecchie a San Pascale.
Rivolto a chi fa finta di non sentire.
A Napoli, fra le opere di carità dei monaci pasqualini, c’era quella di sturare le orecchie.
Si accompagna, il proverbio, a un altro più che noto e che rileva come non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire, con un altro poi che gli fa eco, riguardo al peggior cieco che non vuol vedere e se ci aggiungiamo che non c'è peggior muto di chi non vuol parlare, balza agli occhi la famosa immagine delle tre scimmiette, che può essere presa a simbolo della persona che si fa gli affari suoi, oppure di un atteggiamento di omertà nell'ignorare o coprire le malefatte altrui o, semplicemente, ignorare consigli o giudizi poco lusinghieri sul proprio comportamento.
Un proverbio che ricorda poi la specializzazione dei monaci, seguaci di San Pasquale Baylón, almeno in una parte dell'Otorinolaringoiatria.
Un detto che mette in rilievo le persone con cui è inutile sprecare il fiato, perché non vogliono ascoltare cosa abbiamo da dire, anche se potrebbe arrecare loro un vantaggio e che è menzionato in particolar modo, quando qualcuno non vuole ascoltare i consigli altrui.
Scrisse Eraclito, riguardo a una certa specie di "non udenti":
"Somigliano ai sordi quelli che dopo aver udito non hanno comprensione; di loro è testimone il detto: pur essendo presenti, sono assenti."
Perché udire non è detto che significhi comprendere, o almeno cercare di capire il concetto di ciò che si è ascoltato, perché nessuno ascolta, se non ha interesse a farlo e né capisce se non ha voglia di farlo, tanto che ci si può mettere tutto il cuore che si vuole e tutta la buona volontà, fino all'ultima goccia di pazienza, ma per chi non ha altrettanta volontà per capire e pazienza per ascoltare e sarà come se non si avesse mai parlato.
Una sordità della quale non ci si rende conto e che rende sterile la vita nei rapporti con il prossimo, è stata messa in rilievo da Papa Francesco:
"Non è mai facile ascoltare. A volte è più comodo comportarsi da sordi, accendere il walkman e isolarsi da tutti. È così semplice sostituire l’ascolto con le e-mail, i messaggi e le chat, e in questo modo priviamo noi stessi di volti, sguardi e abbracci."
Un fenomeno che va oltre il peggior sordo che non vuol sentire, ci è dimostrato dai colloqui fra sordi, intenti ad ascoltare solo quello che dicono, ignorando le parole degli interlocutori, che gli fanno concorrenza, per la sordità, con qualcuno che poi afferma soddisfatto:
"Eh, ma mica glie l'ho mandato a dire, che ti credi, glie l'ho detto proprio di persona"
E magari una ragione del tutto ignorata da quello che si vanta, ce l'aveva molto di più l'altro.
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