Un'indagine che non ha mai fine

Gazzetta filosofica
21 Ottobre 2019
« La filosofia è forse diversa dalla medicina, nel suo prevenire le malattie provocate da errori di giudizio? Questi mali feriscono l’anima fino ad alterarla, snaturarla, renderla definitivamente viziata. Si può morire di idee false, ci si ammala di opinioni sciocche. Il corpo sopravvive, la pelle tiene, ma l’anima è definitivamente guasta. La terapia è sempre la stessa: l’indagine. Soppesare le ragioni, interrogarsi mettendo in discussione l’altro, interrogarlo per mettere in questione se stessi, impegnarsi dunque a giudicare bene. »
Frédéric Gros, “Disobbedire”
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Un'indagine che non ha mai fine, perché la risoluzione non è mai definitiva.

Qui si parla di anima, a me viene di più intelletto e un carattere di fondo che permette di essere più o meno aperti e più prudenti o meno nell'accettare quello che apprendiamo da qualsiasi fonte.
Certo è che l'incapacità di discernere tra ciò che è effettivamente vero, il vero manipolato ad arte fatto diventare falsità e ciò che è del tutto falso, porta a collezionare pregiudizi e, se non abbiamo l'abitudine di mettere perennemente in discussione le nostre conoscenze e il coraggio di eliminare quelle che credevamo certezze, e se poi siamo propensi ad accettare solo quello che ci piace sentire, al di là di qualsiasi obiettività, subiamo un continuo degrado mentale e caratteriale che a lungo andare diventano irreversibili.
La migliore parte di noi dovrebbe costantemente agire come un avvocato del diavolo, continuando a suscitare il dubbio su tutto ciò che sappiamo.
Non è un cammino semplice, ma fa aumentare, nel tempo, una grande libertà, quella di non essere schiavi dei pregiudizi che cercano d'inculcarci i manipolatori e gli imbonitori dei media e del potere.

 

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