Oggi - 14 giugno 2024 - giovedì della X settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Sant’Eliseo, profeta. Il suo nome proviene dal latino “Eliseus”, derivato dal greco antico “Elisaios”, che ha origine a sua volta nell’ebraico “Elisah” (nella loro traslitterazione nel nostro alfabeto), nome formato da “Eli” (Dio) e “yesah” (salva), col significato di “Dio è salvezza” o “Dio salva”. Eliseo nacque verosimilmente nel IX secolo aventi Cristo, in Israele, probabilmente ad Abelmeula, villaggio nel territorio della tribù di Manasse (nella parte centro-orientale dell’odierno stato di Israele), dalla ricca famiglia ebraica del possidente Safàt. Presto si trasferì a Sebaste, antica capitale della Samaria, o comunque nella stessa regione montuosa, situata tra la Galilea e la Giudea. Fu profeta in Israele sotto i regni di Ioram (853-842 a.C.), Iehu (842-815 a.C.), Ioacaz (814-798 a.C.) e Ioash (798-783 a.C.). Eliseo fu scelto come discepolo dall’ormai anziano profeta Elia, dopo avere ricevuto una profezia sul Monte Oreb (regione del Sinai), nella quale Dio gli diceva di aver scelto Eliseo come suo erede spirituale. In effetti, dice il Primo libro dei Re, nella Bibbia: “… Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safàt, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto ...” (1Re 19, 15-16). Eliseo era un uomo deciso e lo dimostra la prontezza con cui rispose al gesto simbolico di Elia che, per ordine di Jahvè (nome proprio di Dio nel monoteismo ebraico), lo consacrò profeta e suo successore. Si legge, infatti, sempre nel Primo libro dei Re: “… Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safàt. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: “Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò”. Elia disse: “Va e torna, perché sai che cosa ho fatto per te”. Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Terminato il pasto, si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio ...” (1Re 19, 19-21). Elia adottò così Eliseo come un figlio e lo investì del suo ruolo profetico. Questo evento è datato come circa quattro anni prima della morte del Re d'Israele Acab (873-852 a.C.). Eliseo continuò l'opera di Elia in modo encomiabile, tanto da potersi dire che il significato ebraico del suo nome (“Dio è salvezza” o “Dio salva”) rispose bene alla missione che fu chiamato a svolgere tra il popolo di Israele. Molti sono i prodigi da lui compiuti nella sua veste di profeta. Stendendo il prodigioso mantello lanciatogli addosso dal maestro, Eliseo divise le acque del Giordano, rese potabile l’acqua di Gerico, riportò in vita il figlio della sunamita che lo ospitava e moltiplicò i pani sfamando un centinaio di persone. Eliseo fu il principale discepolo di Elia, finché quest’ultimo non venne “rapito in cielo” su un cocchio infiammato, sulla strada per Gerico (deserto della Giudea). Morì intorno al 790 avanti Cristo senza lasciare scritti e venne sepolto in Samaria, in dove, ai tempi di San Girolamo (347-420), che visse a lungo nella Palestina romana, esisteva ancora il suo sepolcro.
IMMAGINE: << "Il profeta Eliseo", mosaico riproducente un analogo antico di epoca romana, eseguito da ignoto autore nel corso del XIX secolo. L'opera si trova presso il Museo Nazionale di Venezia >>.
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