San Ranieri di Pisa, eremita

Oggi - 17 giugno 2024 - lunedì della XI settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Ranieri, noto anche con la specificazione “di Pisa”, eremita. Ranieri, questo il suo nome di battesimo, nacque probabilmente nel 1118 (ma secondo altre fonti tra il 1115 ed il 1116) a Pisa, all’epoca potente repubblica marinara (oggi capoluogo di provincia della regione Toscana). I genitori, i facoltosi mercanti Gandolfo Scàcceri e Mingarda Buzzaccherini, di cui era l’unico figlio, auspicavano per lui il lucroso proseguimento della fiorente attività commerciale di famiglia. Tuttavia, Ranieri, che la famiglia aveva affidato per gli studi al rinomato precettore don Enrico, priore della locale chiesa e comunità religiosa di San Martino, preferiva dedicarsi con leggerezza alla musica, al canto, alle allegre compagnie, ai piaceri carnali e ad ogni altro tipo di divertimento mondano. Ebbe una giovinezza “godereccia”, sregolata e peccaminosa, viaggiando moltissimo. Da grande appassionato di musica, Ranieri divenne un abile suonatore della “ghironda”, uno strumento musicale a corda in auge ai suoi tempi ma oggi scomparso, che ricorda vagamente l'odierno violino. Egli - come ci rammenta il suo biografo ufficiale, Benincasa (morto nel 1170), canonico e suo devoto discepolo dopo la conversione - amava bighellonare per le strade e i vicoli di Pisa con gli amici, tra un vizio e l’altro, spesso non rientrando a casa per giorni. A nulla valsero gli sforzi familiari per farlo avvicinare a una vita più cristiana e morigerata, oltre che al lavoro e allo studio. Ciò nonostante, a diciannove anni cambiò improvvisamente condotta, in modo che ha del miracoloso, vivendo una vita autenticamente alla sequela di Cristo. Per addivenire a tale radicale cambiamento, decisivo fu l’incontro con l’eremita còrso Antonio o secondo altri Alberto, detto “di Corsica”, famoso pellegrino ed asceta, venuto ad abitare in città presso il monastero di San Vito. Questi lo spinse alla conversione senza imposizioni, con l’esempio e la parola, portandolo ad abbracciare la vita spirituale di stampo eremitico e a porsi al servizio di Dio. Seguendo l’esempio dell’eremita della vicina Corsica, all’età di ventitré anni, Ranieri scelse di liberarsi di tutte le sue ricchezze donandole ai poveri, vivendo in completa povertà fino a quando si trasferì in Terra Santa. Giunto sul posto, indossò la cosiddetta “Pilurca”, veste tipica dei penitenti, consegnata a tutti i pellegrini che si recavano sul Calvario. Soggiornò nei luoghi biblici diversi anni, intrattenendo contati solo con gli altri eremiti, dandosi alla mortificazione del corpo e alla penitenza. In questo periodo, durante il quale furono da lui compiuti numerosi segni miracolosi, si sottopose a numerose privazioni, imponendosi molti digiuni, fino a concedersi cibo solo di giovedì e domenica. Nei tredici anni di permanenza nei luoghi biblici, fu continuamente tentato e tormentato dal demonio, che, però, con l’aiuto di Dio, riuscì a respingere sempre. Tornò a Pisa nel 1154, ritirandosi nello stesso monastero di San Vito dove anni prima aveva incontrato l'eremita Alberto. Intanto, mentre si diffondeva la notizia di miracoli da lui compiuti ed era circondato da una fama di santità, operava numerosi segni prodigiosi. Veniva anche soprannominato Ranieri “dell’acqua”, per via della sua abitudine di regalare acqua benedetta ai fedeli e ad alcuni suoi miracoli, legati proprio a quest’acqua. L’ammirazione e la stima di cui godeva fra i suoi concittadini, lo accompagnarono fino all’ultimo giorno di vita, venerdì 17 Giugno 1161. La tradizione narra che, al momento del suo decesso, le campane dell’intera città di Pisa si misero a suonare da sole, tutte assieme, senza che nessuno le toccasse. Nel 1632, con una manifestazione solenne, l’Arcivescovo di Pisa, il clero locale e il Magistrato di città, una delle massime autorità cittadine, nominarono ufficialmente Ranieri santo patrono della città di Pisa. Nel 1689, il suo corpo venne posto sotto l’altare maggiore della cattedrale, dove riposa ancora adesso. Ranieri è una figura di grande rilievo nella storia della Chiesa medievale, perché nella sua esperienza spirituale troviamo la testimonianza precocissima di molte delle tematiche - la povertà, la carità, il valore del lavoro, l’apostolato dei laici, l’imitazione di Cristo, il ritorno al Vangelo, che saranno ulteriormente elaborate e riportate alla ribalta da altri Santi posteriori. Ranieri è il patrono della città di Pisa e della dinastia nobiliare dei Grimaldi di Monaco, dove la sua festa si festeggia il 19 novembre.
IMMAGINE: << "San Ranieri", tempera su tavola realizzata presumibilmente tra il 1371 ed il 1402, dal pittore toscano Cecco di Pietro (1330-1402). L'opera si trova attualmente presso la Casa d'Aste Sotheby's di New York (USA) >>.
Roberto Moggi
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