Oggi - 12 giugno 2024 - mercoledì della X settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Giovanni da Sahagun, sacerdote eremita dell’Ordine di Sant’Agostino (O.S.A.), il quale ne celebra la memoria obbligatoria. Juan (Giovanni), questo il suo nome di battesimo in lingua spagnola, nacque dalla nobile e cattolica famiglia González de Castrillo, nel paese di San Fagondez (San Facondo), il cui nome originario si trasformò nel corso del tempo in Sahagún, nella provincia di Leòn del Regno di Castiglia e Leòn (attualmente in Spagna). La sua data di nascita non è certa, atteso che i più lo vogliono venuto al mondo verso il 1430, ma secondo altre fonti nel 1419 circa. Fin dai primi anni di vita Giovanni diede mirabile segno della sua vocazione religiosa, predicando spesso agli altri bambini da qualche luogo elevato, per esortarli alla virtù, al culto di Dio, per comporre i loro dissidi e per indurli alla pace. Ancora fanciullo fu affidato ai monaci Benedettini della locale abbazia intitolata ai Santi Facondo e Primitivo, affinché lo iniziassero ai primi elementi delle lettere e della Sacra Scrittura, poi proseguì gli studi nella scuola superiore di San Bartolomeo, nel suo paese natio. In seguito, uno zio gli procurò una onorevole sistemazione presso la curia vescovile di Burgos, nella medesima povincia (oggi capoluogo della Provincia autonoma di Castiglia e Lèon, Spagna), assicurandogli anche un beneficio ecclesiastico. Qui fu molto apprezzato dal vescovo Alfonso de Santa Maria de Cartagena (1384-1456), il quale, dopo che ebbe compiuti i necessari studi, lo ordinò sacerdote. Ma a trentatre anni Giovanni entrò in crisi: non poteva vivere del ricavato della vigna del Signore senza lavorarvi, ovvero con il predetto beneficio. La sua condotta era sempre stata irreprensibile, ma, tuttavia, quando la grazia gli ebbe illuminata la mente e toccato il cuore, riconobbe che gli mancava molto per essere vero discepolo di Cristo. Vide in sè grandi difetti, dei quali intraprese subito con ardore l'emendazione. Incominciò col chiedere al vescovo il permesso di rinunciare ai suoi benefici, riuscendovi con grandissima difficoltà. Per sè non si riservò che una piccola cappella, dove celebrava la Messa ogni giorno, predicava sovente e insegnava i misteri della fede. Il desiderio di perfezionarsi sempre più lo spinse a domandare al suo vescovo il permesso di ritirarsi a Salamanca, nello stesso regno, ove attese per lo spazio di quattro anni allo studio della teologia. Poi, chiamato alla direzione delle anime in quella parrocchia di San Sebastiano, vi produsse frutti meravigliosi con le frequenti istruzioni pubbliche che vi teneva. Alla morte del vescovo, si trasferì definitivamente a Salamanca, continuando con impegno lo studio e la predicazione. Il 18 giugno 1463, affascinato dalla vita sobria ed operosa della comunità agostiniana di quella città, che aveva avuto modo di conoscere bene, decise di cambiare vita ed entrò tra gli Agostiniani, nel convento di Salamanca, dedicandosi subito ad un instancabile apostolato, consistente nella predicazione al popolo e nella promozione della pace e della convivenza sociale. Il 28 agosto 1464 emise la professione, assumendo il nome religioso di Giovanni da San Facondo, in riferimento al paese di nascita. La povertà, la mortificazione e il ritiro divennero le sue più care delizie. Discendeva nel fondo della sua anima, per conoscerne perfettamente lo stato, ed imparò dall'esperienza che tutti i piaceri del mondo sono nulla in paragone di quei puri godimenti, che si provano nell'esercizio della preghiera, della meditazione e della virtù predicata dal Vangelo. Nei riguardi dei miserabili e degli afflitti, delle vedove e dei fanciulli sfruttati, dei bisognosi e degli ammalati, era abitualmente spinto da uno slancio naturale, che lo portava ad aiutare tutti sia con buone parole, che col lavoro ed anche con elemosine. Era anche preoccupato di portare tutti alla pace e alla concordia, dopo aver spente le inimicizie e le discordie. A Salamanca, essendo tutta la città divisa in fazioni e soffocata dalle discordie civili, riuscì ad evitare molte stragi. Inoltre si dice che riuscì a far riappacificare due famiglie di Salamanca che combattevano fra loro da ben quarant’anni, con molti morti da entrambe le parti. Fu per i suoi ripetuti tentativi di pacificazione che nel 1476 i nobili di Salamanca sottoscrissero un solenne patto di perpetua concordia. Operò, inoltre, svariati miracoli che lo resero celebre tra il popolo e la nobiltà e, da ultimo, si racconta che con le sue preghiere liberò la città dalla peste e dal tifo. La forza e il coraggio per agire Giovanni li prendeva dall'Eucarestia, che egli celebrava con straordinaria devozione. Morì l’11 giugno 1479. Il processo di canonizzazione si concluse con la beatificazione, nel 1601, e con la canonizzazione, ad opera di Papa Alessandro VIII, nel 1690. La sua memoria liturgica è stata fissata al 12 giugno. Le reliquie del santo si conservano nella cattedrale nuova di Salamanca, città piena di luoghi i cui nomi ricordano i portenti operati dal Santo in vita o in morte. E’ il patrono delle città di Sahagun (da San Fagondez) e Salamanca.
1MMAGINE: << "San Giovanni di Sahagun", retablo in piastrelle di ceramica realizzato nel XVII secolo da ignoto autore di scuola locale. L'opera si trova nel Museo de Bellas Artes di Siviglia (Spagna) >>.
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