Oggi - 11 giugno 2024 - martedì della X settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa celebra la memoria obbligatoria di San Bàrnaba, apostolo. Yosef o Ioseph (Giuseppe), questo il suo diffuso nome giudaico rispettivamente nella traslitterazione latina dalla natia lingua ebraica (il primo) e in greco biblico e latino (il secondo), era conosciuto originariamente come “Giuseppe di Cipro”. Nacque verosimilmente negli ultimi anni del I secolo avanti Cristo o nei primi del I secolo dopo Cristo, nell’isola di Cipro, da una famiglia d’immigrati giudei leviti, cioè appartenenti alla tribù di Levi, ai cui membri era affidato l’alto onore del sacerdozio e della sorveglianza del Tempio. Proprio per i doveri derivanti dalla sua discendenza levitica, è da ritenersi probabile la sua frequente presenza a Gerusalemme. Nella capitale della Giudea, secondo gli Atti degli Apostoli, si convertì alla fede in Gesù poco dopo la Pentecoste, vendendo un campo di sua proprietà (tutto ciò che possedeva) e consegnando il ricavato alla Chiesa appena nata. Uomo mite e colmo di fede, fu annoverato tra i primi fedeli di Gerusalemme. Dopo il battesimo fu chiamato Bàrnaba, nome giudeo di derivazione aramaica che significa "figlio della consolazione" o "dell'esortazione". Infatti, negli Atti degli Apostoli (4, 36 e 37), si legge che: “… Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levita originario di Cipro che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l’importo deponendolo ai piedi degli apostoli …”. Divenuto membro autorevole della prima comunità cristiana di Gerusalemme, si fece garante per l’accoglienza nella comunità di Saulo di Tarso, il futuro San Paolo, da poco convertito e da tutti conosciuto per i suoi trascorsi di puntiglioso persecutore dei cristiani, introducendolo nel novero dei fratelli. Quando nell’importante città di Antiochia di Siria (l’odierna Antakia nella parte sud-occidentale della Turchia asiatica) iniziò la conversione al cristianesimo dei primi pagani non ebrei, Bàrnaba vi fu inviato con Paolo di Tarso, divenendo ben presto uno dei capi di quella nascente comunità. L'enorme successo della loro predicazione in quel centro marittimo con le conseguenti tante conversioni dei pagani, inizialmente, creò dubbi nella Chiesa di Gerusalemme, ma tutto si tranquillizzò quando, unitamente a Paolo, tornò a riferire agli Apostoli come si era svolta correttamente l'evangelizzazione. Da Antiochia di Siria, visto il successo della predicazione tra i “Gentili” (cioè tra i pagani), partì sempre con Paolo per evangelizzare altri popoli. Attraverso le Scritture, troviamo di nuovo Paolo e Bàrnaba insieme a Gerusalemme, intorno all’anno 49, per la disputa concernente la necessità o meno della circoncisione per i pagani convertiti. A questo scopo, con Paolo, prese parte al primo Concilio di Gerusalemme, detto anche “Concilio degli Apostoli”, dove fu ascoltato con interesse da tutti nella sua arringa a favore dell’accoglienza nella Chiesa di chiunque, senza obbligo di circoncisione. L’assemblea, dopo averne animatamente discusso, gli diede ragione e decise che non fosse necessaria l'osservanza della legge mosaica per i neo-convertiti, in altre parole che non fosse indispensabile la loro circoncisione. In seguito, con Paolo e l’Apostolo Pietro tornò ad Antiochia di Siria, dove, sempre nel 49, Paolo ebbe uno “scontro” con lui e Pietro. A questo punto i tre si separarono. Ancora degli Atti degli Apostoli, apprendiamo che Paolo partì per l'Asia con Sila, mentre Bàrnaba e Marco l’evangelista andarono a Cipro, sua patria d’origine, tra il 50 e il 53. Secondo quanto attestano alcuni cataloghi bizantini sui discepoli del Signore del VII-VIII secolo, Bàrnaba si recò prima a Roma, insieme all’Apostolo Pietro, poi si spostò velocemente verso il nord d'Italia, per fondare la Chiesa di Milano, della quale è tradizionalmente considerato il primo vescovo. Una tradizione ispirata a devozione, lo vuole giunto a Milano il 13 marzo del 53. Secondo un manoscritto tratto dalla “Legenda Aurea” (raccolta medievale di biografie agiografiche composta in latino a partire circa dall'anno 1260 fino al 1298) di Jacopo da Varazze o da Varagine (1228-1298), frate Domenicano e vescovo di Genova, Bàrnaba continuò a viaggiare e predicare fino a Salamina, isola greca di fronte al porto del Pireo, non lontana da Atene, dove fu lapidato da alcuni giudei nell'anno 61. La sua morte sarebbe avvenuta, secondo il monaco Alessandro, per opera di giudei giunti a Salamina dalla Siria che, invidiosi delle conversioni da lui operate, lo avrebbero appunto lapidato e poi bruciato. Il suo corpo sarebbe stato trovato attorno all’anno 488, al tempo dell’Imperatore Romano d’Oriente Zenone (dal 474 al 475 e poi dal 476 al 491).
IMMAGINE: <<"San Barnaba apostolo", olio su tela dipinto nel XVIII secolo da ignoto autore di ambito lombardo. L'opera si trova presso la Quadreria Arcivescovile della Diocesi di Milano>>.
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