’O munno è cchino ’e guaje, chi ne tène poche e cchi ne tène assaje.
Ognuno di noi ha i propri guai, pochi o molti che siano.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Si
sofferma il proverbio sulla sfortuna e le disgrazie in cui si incorre
nella vita sulla terra, tra chi ne ha poche, chi tante, chi se le cerca e
chi fa del tutto per riuscire ad evitarle.
C'è chi paragona la vita e le sue vicissitudini a una strada, che è piana o in discesa per alcuni, mentre per altri è tutta una salita.
Uno
scenario multiforme che ci mostra da chi vive negli agi, a chi ne è
privo, a chi s'impegna a migliorare il proprio stato, facendo fronte
alle traversie che incontra, rispetto a chi si arrende alla minima
contrarietà.
C'è chi
campa beatamente, senza nemmeno rendersene conto, perché non ha problemi
di salute, e chi inizia la vita con qualche malattia, a volte grave e
del tutto invalidante, mentre chi incorre nei malanni che spesso si
incontrano nella terza età, spesso realizza che si è dato tanto da fare
nel passato, per aumentare la ricchezza e gli agi, per poi scoprire che
ha trascurato l'unica ricchezza che ha valore, ovvero la salute.
Rispetto
alla varietà dello scenario, c'è quella dell'atteggiamento umano verso
le prospettive offerte dalla vita, dall'ottimistica visione del libero
arbitrio che permette di essere artefici del proprio destino, alla
convinzione fatalista che tutto è predeterminato dalla sorte.
Una visione fatalistica per le traversie che caratterizzano la vita, ce la offre Cesare Pavese:
"Non
sai che quello che ti tocca una volta si ripete? Che come si è reagito
una volta, si reagisce sempre? Non è mica per caso che ti metti nei
guai. Poi ci ricaschi. Si chiama il destino."
Perché
se tutto procede nel miglior modo, ci si rallegra per la libertà di
scelta che si ritiene di avere, riguardo al saper vivere, ma se tutto
procede al contrario dei propri desideri, il risultato lo si imputa alla
sorte, per l'occhio d'aquila che avrebbe la cosiddetta sfiga, rispetto
alla cecità della fortuna.
Chi non ha problemi, vuoi perché non se li cerca o perché non gli si sono presentati, può affermare, come John Keats:
“La vita è un'avventura da vivere, non un problema da risolvere.”
Ma
se ce ne usciamo in tal modo con chi si trova in mezzo a tutta una
serie di guai che gli sono capitati, perché come succede spesso, le
disgrazie non vengono mai sole, rischiamo che l'interlocutore passi a
vie di fatto.
Mentre il cantante Vasco Rossi che, con giovanile e imprevidente ardore, cantava:
"Voglio una vita che non è mai tardi
di quelle che non dormi mai.
Voglio una vita la voglio piena di guai!"
Con tutti i guai con cui la vita l'ha ripagato, si ritiene che adesso se li cerchi molto meno.
"Il male che è nel mondo viene quasi sempre dall’ignoranza, e la buona volontà può fare guai quanto la malvagità"
scrisse
Albert Camus, omettendo una causa ancora più palese, rappresentata
dalla stupidità, specialmente se gli stupidi sono attivi ed impegnati,
invece che pigri e meno pericolosi.
E a terminare, tanto per farci una risata:
“Mi
accade spesso di svegliami di notte e cominciare a pensare a una serie
di gravi problemi e decidere di parlarne al Papa. Poi mi sveglio
completamente e mi ricordo che io sono il Papa.”
Papa Giovanni XXIII
Come
chi realizza che, per i problemi che ha, sia il caso di consultare uno
psicologo, finché non si ricorda che lui esercita tale professione e si
guarda bene dal mettersi nelle mani di un altro come lui.
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