’Nfronte se legge chello ca dint’ ô core se porta.
I sentimenti anche se custoditi nel cuore trapelano dal viso.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Il proverbio si riferisce a come l'espressione del volto possa fare da vetrina nello svelare le emozioni più nascoste.
C'è
chi ha la capacità di mantenersi freddo e indifferente, non lasciando
trasparire alcuna emozione, per cose che possono rallegrare o
affliggere e turbare l'animo, come c'è il cosiddetto libro aperto, che
tutto ciò che prova, gli si legge in volto, che spesso dice di più di
ciò che si fa sfuggire verbalmente, come leggiamo tra le frasi
attribuite a San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa:
“Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore.”
Spesso
un volto, con le sue espressioni e le sue rughe, rappresenta lo
scenario di come è il carattere della persona, dello stato d'animo del
momento, della storia della vita che ha alle spalle.
Leggiamo
come, rispetto a una comunicazione espressa con parole, c'è quella non
verbale, che si sviluppa in altri modi, che va dal silenzio, che spesso
dice di più delle parole, al linguaggio del corpo, con i gesti, le
espressioni facciali e i movimenti degli occhi, che si usa dire come
siano lo specchio dell'anima.
Così
che anche se ci si mantiene nel silenzio, la mimica del volto può
esprimere emozioni che vanno dalla sorpresa, piacevole o spiacevole, che
è un'emozione di una certa brevità, con sopracciglia incurvate e
rialzate, gli occhi spalancati e la bocca aperta, alla paura, con le
pieghe della fronte contratte, insieme alla bocca e gli occhi spalancati
che la esprimono, col viso che arriva a impallidire.
Un'altra
espressione che balza facilmente agli occhi, è quella del disgusto, con
tanto di naso arricciato e bocca contratta, che spesso rappresenta la
classica persona con la puzza sotto al naso, e sempre più che palese è
il sentimento che il viso mostra con la rabbia, con le sopracciglia
abbassate e le pieghe della fronte tra di loro, lo sguardo fisso e le
labbra serrate.
Alfine,
la felicità, come la tristezza, sono espressioni che si rendono
evidenti, con un viso che si mostra dagli occhi alla bocca sorridente,
nel primo caso, rispetto al secondo, che si mostra con le sopracciglia
che sembrano cascanti, gli occhi fissi nel vuoto, che esprimono
tristezza e gli angoli della bocca verso il basso.
Si
usa dire come il volto sia una maschera e c'è da capire se le
espressioni che mostra siano spontanee o intenzionali e quindi recitate
ad uso e consumo degli astanti, per fargli credere che si sta provando
il loro stesso sentimento, dal quale non si è minimamente sfiorati, in
cerimonie varie, rappresentate da matrimoni, funerali e così via.
Insomma
il volto può esprimere espressioni vere, frutto di emozioni realmente
sentite e provate, oppure false e tutto dipende dalla capacità di
recitazione dell'attore.
Leggiamo
nel libro ‘I volti della Menzogna’ dello psicologo statunitense Paul
Ekman, tre chiavi di lettura attraverso le quali è possibile stabilire
la genuinità di un’espressione:
Asimmetria
La
mimica facciale asimmetrica presenta gli stessi movimenti nelle due
metà del viso; tuttavia sul lato sinistro si palesano con maggiore
intensità.
Ne consegue che in caso di movimento più marcato sul lato destro l’emozione non è autentica.
Tempo
La mimica legata alle emozioni è quasi impercettibile e non dura più di qualche secondo.
Quando l’espressione resta stampata sul viso per più di 10 secondi significa che non corrisponde a un’emozione sentita.
Errata collocazione nel discorso
Il
terzo ed ultimo elemento fornito da Ekman per smascherare i bugiardi
riguarda il tempo in cui interviene la mimica; l’espressione genuina
solitamente anticipa le parole.
Siamo dei buoni osservatori, capaci di capire le persone dalle loro espressioni, o ne conosciamo qualcuno?
Se
in una stanza dove ci sono solo uomini, entra una donna bella e
attraente e, almeno uno degli astanti, invece di fissare la donna,
osserva le espressioni degli altri, è uno che si diverte a studiare le
espressioni del suo prossimo per capirne il carattere, una persona che
potrebbe essere molto interessante frequentare.
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