’Nfronte se legge chello ca dint’ ô core se porta

’Nfronte se legge chello ca dint’ ô core se porta.
I sentimenti anche se custoditi nel cuore trapelano dal viso.
Il proverbio si riferisce a come l'espressione del volto possa fare da vetrina nello svelare le emozioni più nascoste.
C'è chi ha la capacità di mantenersi freddo e indifferente, non lasciando trasparire alcuna emozione, per cose che possono rallegrare o affliggere e turbare l'animo, come c'è il cosiddetto libro aperto, che tutto ciò che prova, gli si legge in volto, che spesso dice di più di ciò che si fa sfuggire verbalmente, come leggiamo tra le frasi attribuite a San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa:
“Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore.”
Spesso un volto, con le sue espressioni e le sue rughe, rappresenta lo scenario di come è il carattere della persona, dello stato d'animo del momento, della storia della vita che ha alle spalle.
Leggiamo come, rispetto a una comunicazione espressa con parole, c'è quella non verbale, che si sviluppa in altri modi, che va dal silenzio, che spesso dice di più delle parole, al linguaggio del corpo, con i gesti, le espressioni facciali e i movimenti degli occhi, che si usa dire come siano lo specchio dell'anima.
Così che anche se ci si mantiene nel silenzio, la mimica del volto può esprimere emozioni che vanno dalla sorpresa, piacevole o spiacevole, che è un'emozione di una certa brevità, con sopracciglia incurvate e rialzate, gli occhi spalancati e la bocca aperta, alla paura, con le pieghe della fronte contratte, insieme alla bocca e gli occhi spalancati che la esprimono, col viso che arriva a impallidire.
Un'altra espressione che balza facilmente agli occhi, è quella del disgusto, con tanto di naso arricciato e bocca contratta, che spesso rappresenta la classica persona con la puzza sotto al naso, e sempre più che palese è il sentimento che il viso mostra con la rabbia, con le sopracciglia abbassate e le pieghe della fronte tra di loro, lo sguardo fisso e le labbra serrate.
Alfine, la felicità, come la tristezza, sono espressioni che si rendono evidenti, con un viso che si mostra dagli occhi alla bocca sorridente, nel primo caso, rispetto al secondo, che si mostra con le sopracciglia che sembrano cascanti, gli occhi fissi nel vuoto, che esprimono tristezza e gli angoli della bocca verso il basso.
Si usa dire come il volto sia una maschera e c'è da capire se le espressioni che mostra siano spontanee o intenzionali e quindi recitate ad uso e consumo degli astanti, per fargli credere che si sta provando il loro stesso sentimento, dal quale non si è minimamente sfiorati, in cerimonie varie, rappresentate da matrimoni, funerali e così via.
Insomma il volto può esprimere espressioni vere, frutto di emozioni realmente sentite e provate, oppure false e tutto dipende dalla capacità di recitazione dell'attore.
Leggiamo nel libro ‘I volti della Menzogna’ dello psicologo statunitense Paul Ekman, tre chiavi di lettura attraverso le quali è possibile stabilire la genuinità di un’espressione:
Asimmetria
La mimica facciale asimmetrica presenta gli stessi movimenti nelle due metà del viso; tuttavia sul lato sinistro si palesano con maggiore intensità.
Ne consegue che in caso di movimento più marcato sul lato destro l’emozione non è autentica.
Tempo
La mimica legata alle emozioni è quasi impercettibile e non dura più di qualche secondo.
Quando l’espressione resta stampata sul viso per più di 10 secondi significa che non corrisponde a un’emozione sentita.
Errata collocazione nel discorso
Il terzo ed ultimo elemento fornito da Ekman per smascherare i bugiardi riguarda il tempo in cui interviene la mimica; l’espressione genuina solitamente anticipa le parole.
Siamo dei buoni osservatori, capaci di capire le persone dalle loro espressioni, o ne conosciamo qualcuno?
Se in una stanza dove ci sono solo uomini, entra una donna bella e attraente e, almeno uno degli astanti, invece di fissare la donna, osserva le espressioni degli altri, è uno che si diverte a studiare le espressioni del suo prossimo per capirne il carattere, una persona che potrebbe essere molto interessante frequentare.
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