Né ttanto doce ch’ognuno te suca, né ttanto amaro ch’ognuno te sputa

Né ttanto doce ch’ognuno te suca, né ttanto amaro ch’ognuno te sputa.
Il proverbio invita a ricercare l’equilibrio tra i due estremi. La virtù sta nel mezzo.
Al proverbio che ci è proposto oggi, si accompagna al famoso detto "In medio stat virtus", una locuzione latina, il cui significato letterale in italiano è: "la virtù sta nel mezzo". Sentenza della scolastica medievale che deriva da alcune frasi dell'Etica Nicomachea di Aristotele, esprimenti l'ideale greco della misura, della moderazione, dell'equilibrio: la virtù è nel mezzo, tra due estremi che sono ugualmente da evitare, un concetto che si accompagna all'Aurea mediocritas, espressione tratta da un passo di Orazio (Odi II, 10,5), che illustra l'ideale classico della misura e della moderazione.
Un invito alla moderazione quindi, da parte del proverbio, parola che descrive la via di mezzo ottimale da tenere nei propri comportamenti, evitando gli eccessi, vedendo come ottimale il compromesso di tenersene lontani, che osservare in qualsiasi circostanza, spesso non è compito facile.
Riguardo agli eccessi, sia nei piaceri, che nel comportamento, scrisse il drammaturgo e poeta inglese William Shakespeare:
“Queste gioie violente hanno fini violente.
Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco, che si consumano al primo bacio.
Il miele più dolce diventa insopportabile per la sua eccessiva dolcezza: assaggiato una volta, ne passa per sempre la voglia.
Amatevi dunque moderatamente, così dura l'amore.
Chi ha troppa fretta arriva tardi come chi va troppo piano.”
Riguardo al comportarsi tra due opposti, scrisse il filosofo Confucio:
"L’uomo superiore coltiva la virtù, l’uomo inferiore coltiva il benessere materiale. L’uomo superiore coltiva la giustizia, l’uomo inferiore coltiva la speranza di ricevere dei favori."
Specificando poi il comportamento adeguato alla coltivazione della virtù:
"La perfetta virtù consiste nel praticare cinque cose in ogni circostanza; esse sono l’austerità, la generosità dell’animo, la sincerità, la scrupolosità e la gentilezza."
Un campione di moderazione e di modestia, fu San Francesco, per come si comportava e si esprimeva:
“Desidero poco e quel poco che desidero, lo desidero poco.”
Un santo che se eccedeva in qualcosa, era in quella che chiamava Madonna Povertà.
Un altro filosofo che esortava a guardarsi dagli eccessi, fu il filosofo Lucio Anneo Seneca, che disse a tal proposito:
“Un animo grande disprezza la grandezza e preferisce la moderazione agli eccessi; quella è utile e vitale, questi, invece, nocciono, proprio perché sono superflui.”
Uno che non era tanto d'accordo sull'aurea via di mezzo della moderazione, fu Oscar Wilde, per come si esprimeva:
“La moderazione è una cosa fatale. Il sufficiente è deprimente come un pasto regolare, il sovrabbondante gradevole come un banchetto. Nulla ha più successo dell'eccesso.”
Che se fosse stato un po' più moderato, forse avrebbe evitato le traversie nelle quali fu coinvolto, ma purtroppo anche il genio sbaglia, se la genialità si accompagna poco alla saggezza.
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