Ll’ommo troppo saputo addeventa scassacazzo e ffesso.
Chi vuole fare troppo il saputo può diventare antipatico e noioso.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci
presenta oggi il proverbio, una figura tra quelle da evitare: il
saccente, con tutti gli attributi che lo caratterizzano, da borioso, a
pedante e a presuntuoso, che si contrappone alle persone modeste,
schive, e umili, che preferiremmo tanto frequentare.
Se l'ignoranza, di per sé, può rattristare, quella del saccente è del tutto deprimente.
Secondo
l'accurata definizione del Vocabolario Treccani, si considera saccente
una "persona che tende presuntuosamente a far mostra di ciò che sa o
crede di sapere, che non perde occasione per intervenire su ogni
argomento, ostentando in modo sussiegoso e irritante un sapere, spesso
superficiale e, talvolta, anche presuntuoso".
E
infatti, l'atteggiamento che caratterizza il tipo, è rappresentato
dalla presunzione, con un'immagine gonfiata di sé stesso, più che
convinto di essere una persona di spicco e interessante.
La
presunzione è una caratteristica simile all'egocentrismo, a cui si
aggiunge la pretesa di valere di più di quelli che il soggetto deprime
con le sue millanterie. Non c'è niente che possa convincere la persona
presuntuosa del contrario e se c'è una dote che gli manca, è la
modestia.
Leggiamo tra i
moniti che lo sciamano don Juan elargiva a Carlos Castaneda,
nell'apprendistato sull'abbattimento dell'importanza personale, che si
frappone come un ostacolo alla conoscenza:
“La
presunzione è la nostra più grande nemica. Pensaci - ciò che ci
indebolisce è il sentirci offesi dalle azioni o dalle malefatte dei
nostri simili. Essere presuntuosi significa spendere gran parte della
propria vita offesi da qualcosa o da qualcuno.”
E troviamo tra le frasi dello scrittore greco Esopo:
“Più piccola è la mente, più grande è la presunzione.”
che aggiungeva inoltre:
“L'auto-presunzione può condurre all'auto-distruzione.”
Che
se non si riesce ad eliminare con un accorto percorso di obiettiva
introspezione, la mente meschina resta tale, con tutti i danni che può
provocare..
Rispetto al
sapiente che sa ciò che è da sapere e né si cura di proclamarlo ai
quattro venti, il saputello borioso e convinto di sapere, è perennemente
impegnato nel reclamizzarsi, presentandosi per quello che non è.
Ci
troviamo in un'epoca in cui, televisione, media e i social, ci
presentano i tuttologi di turno, così che un grande scienziato poco
conosciuto dalla massa e con i pochi che lo seguono, non è nessuno
rispetto a "Patata48" che, con le quattro stupidaggini che spara, ha
migliaia dei cosiddetti follower e si sente una scienziata.
Come pronosticò a suo tempo Umberto Eco:
"I
social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli, che prima
parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la
collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso
diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli".
Se
non altro, anche al saccente saputello e scassa cavoli, possiamo
riconoscere un pregio, quello di spingerci a fare più caso e ad
apprezzare le persone modeste e schive, che tendono a essere invisibili
per qualsiasi stupido che si fa irretire dai boriosi ciarlatani di
turno.
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