Jennaro sicco, massaro ricco.

Jennaro sicco, massaro ricco.
Gennaio secco, contadino ricco. Proverbio della tradizione contadina ed indica che il mese di gennaio senza pioggia è sinonimo di buoni raccolti.
Rivolge il proverbio un augurio a chi si industria nel più importante lavoro sulla terra, nel produrre i prodotti primari e basilari che sono necessari al nostro vivere, un auspicio che il clima si mostri come un alleato per favorire la futura abbondanza dei raccolti.
Un lavoro, quello dell'agricoltore, spesso sfruttato, disprezzato e bistrattato, in tempi più remoti e ci basta pensare ai servi della gleba e ai contadini sfruttati dalla cosiddetta mano morta, che rappresentava il privilegio di possesso della terra, sulla quale erano costretti a lavorare senza poterla fare propria.
Un disinteresse, da parte dei governi, che ha favorito sia l'urbanizzazione che l'emigrazione verso luoghi ritenuti più appetibili.
Specialmente in questa epoca, dove tutto precede in modo forsennato, un lavoro più a misura d'uomo, scandito dai ritmi stagionali, resta quello dell'agricoltore, anche se macchinari e serre, che favoriscono coltivazioni altrimenti impossibili, hanno velocizzato i tempi di raccolta dei prodotti.
Un lavoro che chi lo svolge, poco si cura della prescrizione delle quaranta ore propria ad alcuni impieghi, oltre a ferie e feste comandate, uniformandosi ai lavori e agli intervalli della natura, che hanno poco a che fare con quelli stabiliti dagli esseri umani.
Un'attività che molti stanno riscoprendo, preferendo una sana e naturale fatica, ricompensata dal profondo e ristoratore sonno della notte, rispetto a lavori ben ricompensati, che producono una tensione nervosa che non basta il riposo notturno ad eliminarla, con tutte le nevrosi che produce.
Contadino, scarpe grosse e cervello fino, un proverbio che ci rammenta come la filosofia di vita di un campagnolo, sia spesso più ampia e profonda di quella di un uomo di città
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