’E ricche comme vònno, ’e pezziente comme pònno.
Le persone ricche hanno la possibilità di fare delle scelte, mentre i poveri purtroppo devono accontentarsi.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
È
a presentarci, il proverbio, la contrapposizione esistita in quasi ogni
società, tra abbienti e indigenti, con le ampie possibilità di scelta
comuni ai primi, rispetto alle esigue dei secondi, con l'agiatezza che
permette la soddisfazione, non solo dei beni
primari o di esistenza, ma anche del lusso e del superfluo, rispetto
alla povertà, che fa diventare un lusso anche i beni strettamente
necessari.
Al povero manca il pane, mentre al ricco, se può mancare qualcosa, magari è l'appetito.
Leggiamo
in una frase attribuita a Luciano De Crescenzo, come possa influire
l'atteggiamento con cui si valuta quanto si ritiene di essere ricchi,
oppure poveri:
“La
ricchezza è una condizione relativa: è ricco chi guadagna di più di
quanto spende e, viceversa, è povero chi ha esigenze superiori al
reddito.”
Che può
rappresentare una realtà comune a molti, nella società dei consumi, con
chi è felice e si accontenta anche dei pochi beni dei quali può
disporre, rispetto a chi, malgrado sia più agiato, è infelice, per i
tanti desideri che non può soddisfare, influenzato da una pubblicità che
gli presenta come necessario anche il superfluo e a ribadire ciò, ci è
presentata un'allocuzione attribuita al politico statunitense Henry Ward
Beecher:
"Si è ricchi o poveri secondo ciò che si è, non secondo ciò che si ha."
Un'affermazione
che ci induce a ritenere che sarebbe molto interessante, in merito, un
sondaggio fatto presso delle persone che fanno la fila alla Caritas per
ottenere un pasto.
Riguardo
a certi scenari che ci mostra la nostra società, non possiamo che
concordare con quanto leggiamo attribuito allo scrittore ed aforista
Carl William Brown:
"I
furti sono commessi sia dai ricchi, sia dai poveri, le sole differenze
sono che i primi rubano di più ed i secondi finiscono in prigione."
E
non solo rubano di più, ma spesso hanno anche un largo seguito di
ammiratori, al punto di essere fondatori e promotori di partiti e
portati ad esempio, per doti più che discutibili, ma ritenute eccelse
dalla massa.
E riguardo a un altro fenomeno che spesso avviene nella società, aggiungiamo ciò che affermò sempre lo stesso autore:
"Nei
periodi di recessione economica i più poveri devono dividersi i
sacrifici più onerosi ed i ricchi continuano a dividersi i profitti."
E non solo, perché nei periodi di crisi, i ricchi lo diventano di più, proprio come succede ai poveri, solo che a rovescio.
In
un qualsiasi trattato di economia politica, leggiamo come le imposte
che gravano sui contribuenti, siano proporzionate al loro reddito,
affinché avvenga una sana ripartizione della ricchezza nella società,
fenomeno del tutto contrastato da un'evasione fiscale più che
incoraggiata dai rappresentanti che ci ritroviamo, con chi afferma che
ci sono fatti più rilevanti dell'omissione di un misero scontrino, ma si
guarda bene dal fornire la statistica sull'ammontare di milioni di
scontrini e ricevute fiscali, che rappresentano un'evasione fiscale di
miliardi.
Tanto per
dirne un'altra, che a qualcuno potrà sembrare una stupidaggine, a
differenza di nazioni dove una multa per eccesso di velocità è comminata
in base alla cilindrata dell'auto e magari anche al reddito del
contravventore, da noi, uno con una cinquecento scassata, paga la stessa
multa di quello che ha una Ferrari, tanto per evidenziare il regime di
equità di cui godiamo.
Accontentiamoci, se ci riesce, con la frase attribuita a Socrate:
“L'uomo più ricco è quello che si accontenta di poco, perché la contentezza è la ricchezza data dalla natura.”
Che
in questa società, dove imperversano le nevrosi più svariate, qualcuno
lo fa sentire ancora peggio, per la povertà di sentimenti positivi dei
quali può disporre.
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