Chiammà a San Paulo primma ’e vedé ’a serpe.
Chiamare San Paolo prima di vedere il serpente. Detto di chi si preoccupa eccessivamente, di chi vede tutto nero, di chi si affretta a fare scenari catastrofici su problemi banali.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Il
proverbio oggi presentato richiama il santo che, morso da una vipera
mentre era nell'isola di Malta, restò immune dal veleno dell'animale, in
una invocazione del soccorso del santo immaginaria, da parte di chi, in
qualsiasi circostanza, pensa sempre al peggio.
Una figura che sembra desiderare, a posteriori di qualsiasi evento, di poter dire:
"Me l'aspettavo proprio che sarebbe finita così!" ovvero sempre nel peggiore dei modi.
Leggiamo
tra ciò che scrisse Arthur Schopenhauer, che in quanto a pessimismo era
un campione, come chi vede tutto nero e teme sempre il peggio,
regolandosi sempre in tale senso, non è che si sbagli tanto spesso,
quanto colui che si illude che il futuro si presenti sempre roseo,
aggiungendoci da parte nostra che il primo vive sempre male, rispetto
agli attimi di serenità provati dal secondo, tanto è vero che il
pessimista crea difficoltà anche in ciò che può rappresentare
un'opportunità, mentre l'ottimista, le difficoltà, spesso riesce a
cambiarle in opportunità.
L'eterno
pessimismo diventa paralizzante, deformando la vita quotidiana, nel
preventivare, da parte di chi ne soffre, sempre effetti catastrofici
ottenuti in qualsiasi impegno, e la persona perennemente sicura di
fallire, sarà sempre indotta ad astenersi dall'intraprendere le
iniziative anche più semplici.
Chi
coltiva l'ottimismo e, come si usa dire, vede sempre il bicchiere mezzo
pieno, al "meno male" fa seguire "poteva andar peggio", mentre il
pessimista dà per scontato che peggio di così non poteva succedere.
Il
primo atteggiamento resta quello più costruttivo, che facilita la vita,
a prescindere dagli ostacoli che può presentare, mentre chi coltiva il
secondo, non ha nemmeno bisogno di incorrere in circostanze avverse,
perché riesce a crearsele da solo.
Una visione positiva sul pessimismo, ce la fornisce il poeta e scrittore britannico Thomas Hardy:
“Il
pessimismo significa, in breve, giocare una partita sicura. Non puoi
mai perderla; puoi vincere. È la sola visione della vita dalla quale non
verrai mai deluso. Avendo realizzato cosa fare nelle peggiori
circostanze possibili, quando sorgono le migliori, come potrebbe
capitare, la vita diventa un gioco da ragazzi.”
Un
concetto che ci porta a tradurre il pessimismo in un'oculata
prevenzione sul futuro, nel prendere in considerazione, nel modo più
obiettivo, i lati positivi e negativi di qualsiasi impresa, così che la
preparazione al peggio, può essere seguita dalla piacevole sorpresa
dovuta a una miglior risoluzione.
La frase attribuita al giornalista, scrittore e aforista francese Alphonse Karr:
“Alcune persone si lamentano perché le rose hanno spine. Io sono felice che le spine abbiano rose.”
Ci
dimostra come l'atteggiamento verso qualsiasi circostanza, possa farla
vedere in modi addirittura opposti e tra due estremi di comportamento,
il letterato e moralista francese Nicolas Chamfort, si diverte a mettere
in luce il tipo dotato di senso pratico, con l'allocuzione:
“Il pessimista si lamenta del vento, l'ottimista aspetta che cambi; il realista aggiusta le vele.”
Insomma
la persona che non si perde tanto in castelli in aria, ma si adopera
nell'affrontare qualsiasi cosa con la praticità richiesta dalla stessa.
Ricordiamo
sempre che uno dei principi più affascinanti e misteriosi
dell’Universo, è costituito dalla legge di attrazione, ovvero la
capacità di attirare nelle nostre vite qualunque cosa desideriamo, sia
essa positiva o negativa, attraverso la forza dei nostri pensieri, un
monito che non serve tanto ricordare all'ottimista, quanto da far tenere
a mente al pessimista, per l'esito nefasto che possono produrre i suoi
modi di pensare.
Quando
si raggiunge un'età, nella quale l'unica ricchezza che si riconosce
valida è costituita dalla salute, pensiamo a come può essere affrontata
in modo diverso una malattia, tra chi vede sempre tutto nero e chi, al
contrario, riesce ad esprimere sempre pensieri positivi in ogni
circostanza.
Il primo,
col suo atteggiamento, rischia di peggiorare il male da cui è afflitto e
di portarlo alle estreme conseguenze, mentre il secondo riesce ad
alleviarlo o addirittura uscirne, grazie a un'attività mentale che, in
tali casi, diventa la cura più importante per risolverli, quand'anche
fossero i più gravi.
Impegniamoci
quindi quotidianamente in un atteggiamento improntato all'amore e alla
gratitudine verso tutto ciò che ci circonda, non solo per il benessere
dell'animo, ma come cura preventiva contro qualsiasi male che sia in
agguato.
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