Chiammà a San Paulo primma ’e vedé ’a serpe

Chiammà a San Paulo primma ’e vedé ’a serpe.
Chiamare San Paolo prima di vedere il serpente. Detto di chi si preoccupa eccessivamente, di chi vede tutto nero, di chi si affretta a fare scenari catastrofici su problemi banali.
Il proverbio oggi presentato richiama il santo che, morso da una vipera mentre era nell'isola di Malta, restò immune dal veleno dell'animale, in una invocazione del soccorso del santo immaginaria, da parte di chi, in qualsiasi circostanza, pensa sempre al peggio.
Una figura che sembra desiderare, a posteriori di qualsiasi evento, di poter dire:
"Me l'aspettavo proprio che sarebbe finita così!" ovvero sempre nel peggiore dei modi.
Leggiamo tra ciò che scrisse Arthur Schopenhauer, che in quanto a pessimismo era un campione, come chi vede tutto nero e teme sempre il peggio, regolandosi sempre in tale senso, non è che si sbagli tanto spesso, quanto colui che si illude che il futuro si presenti sempre roseo, aggiungendoci da parte nostra che il primo vive sempre male, rispetto agli attimi di serenità provati dal secondo, tanto è vero che il pessimista crea difficoltà anche in ciò che può rappresentare un'opportunità, mentre l'ottimista, le difficoltà, spesso riesce a cambiarle in opportunità.
L'eterno pessimismo diventa paralizzante, deformando la vita quotidiana, nel preventivare, da parte di chi ne soffre, sempre effetti catastrofici ottenuti in qualsiasi impegno, e la persona perennemente sicura di fallire, sarà sempre indotta ad astenersi dall'intraprendere le iniziative anche più semplici.
Chi coltiva l'ottimismo e, come si usa dire, vede sempre il bicchiere mezzo pieno, al "meno male" fa seguire "poteva andar peggio", mentre il pessimista dà per scontato che peggio di così non poteva succedere.
Il primo atteggiamento resta quello più costruttivo, che facilita la vita, a prescindere dagli ostacoli che può presentare, mentre chi coltiva il secondo, non ha nemmeno bisogno di incorrere in circostanze avverse, perché riesce a crearsele da solo.
Una visione positiva sul pessimismo, ce la fornisce il poeta e scrittore britannico Thomas Hardy:
“Il pessimismo significa, in breve, giocare una partita sicura. Non puoi mai perderla; puoi vincere. È la sola visione della vita dalla quale non verrai mai deluso. Avendo realizzato cosa fare nelle peggiori circostanze possibili, quando sorgono le migliori, come potrebbe capitare, la vita diventa un gioco da ragazzi.”
Un concetto che ci porta a tradurre il pessimismo in un'oculata prevenzione sul futuro, nel prendere in considerazione, nel modo più obiettivo, i lati positivi e negativi di qualsiasi impresa, così che la preparazione al peggio, può essere seguita dalla piacevole sorpresa dovuta a una miglior risoluzione.
La frase attribuita al giornalista, scrittore e aforista francese Alphonse Karr:
“Alcune persone si lamentano perché le rose hanno spine. Io sono felice che le spine abbiano rose.”
Ci dimostra come l'atteggiamento verso qualsiasi circostanza, possa farla vedere in modi addirittura opposti e tra due estremi di comportamento, il letterato e moralista francese Nicolas Chamfort, si diverte a mettere in luce il tipo dotato di senso pratico, con l'allocuzione:
“Il pessimista si lamenta del vento, l'ottimista aspetta che cambi; il realista aggiusta le vele.”
Insomma la persona che non si perde tanto in castelli in aria, ma si adopera nell'affrontare qualsiasi cosa con la praticità richiesta dalla stessa.
Ricordiamo sempre che uno dei principi più affascinanti e misteriosi dell’Universo, è costituito dalla legge di attrazione, ovvero la capacità di attirare nelle nostre vite qualunque cosa desideriamo, sia essa positiva o negativa, attraverso la forza dei nostri pensieri, un monito che non serve tanto ricordare all'ottimista, quanto da far tenere a mente al pessimista, per l'esito nefasto che possono produrre i suoi modi di pensare.
Quando si raggiunge un'età, nella quale l'unica ricchezza che si riconosce valida è costituita dalla salute, pensiamo a come può essere affrontata in modo diverso una malattia, tra chi vede sempre tutto nero e chi, al contrario, riesce ad esprimere sempre pensieri positivi in ogni circostanza.
Il primo, col suo atteggiamento, rischia di peggiorare il male da cui è afflitto e di portarlo alle estreme conseguenze, mentre il secondo riesce ad alleviarlo o addirittura uscirne, grazie a un'attività mentale che, in tali casi, diventa la cura più importante per risolverli, quand'anche fossero i più gravi.
Impegniamoci quindi quotidianamente in un atteggiamento improntato all'amore e alla gratitudine verso tutto ciò che ci circonda, non solo per il benessere dell'animo, ma come cura preventiva contro qualsiasi male che sia in agguato.
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