Chi è ppuveriello ’e denare, è rricco ’e core.
Chi è povero spesso è più generoso di chi vive nel benessere.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Il
proverbio del giorno ci viene a ricordare come possano esserci più
generosità ed altruismo in un ambiente povero e modesto, rispetto a
quello in cui regna sovrana l'agiatezza.
Almeno alle persone, pur povere che siano, ma ricche d'animo, l'indigenza fa
apprezzare le cose più semplici, che altrimenti sarebbero state
disprezzate, agendo con generosità, col poco che hanno, con chi versa
nelle stesse condizioni.
Ci sono due tipi di povertà, quella economica e quella mentale, che è definita anche d'animo.
Se
la prima può essere attenuata, se non del tutto eliminata,
dall'iniziativa del singolo o da aiuti esterni, nessuna ricchezza può
migliorare lo stato della seconda, che rappresenta l’incapacità di
comprendere, e di conseguenza valutare in modo opportuno, le proprie
azioni nei confronti degli altri, come accade anche al contrario,
nell’interpretare in modo sbagliato le azioni degli altri nei propri
confronti. con una totale mancanza di empatia nei confronti del
prossimo.
Purtroppo le
società moderne, ricche sotto il profilo materiale, sono frequentate da
molta gente povera dentro, una forma di penuria molto grave, che a volte
passa inosservata e che è molto difficile da colmare. Persi nel proprio
egocentrismo si diventa tutti poveri dentro e quindi incapaci di
aiutare chi veramente povero lo è.
Per
quanto possa sembrare strano a chi povero non è e mai lo è stato, è la
povertà che avvicina le persone povere fuori, ma molto ricche dentro, ai
veri valori della vita e della natura, una povertà che avvicina l’uomo a
Dio, come leggiamo nel Vangelo secondo Matteo 19,23-30: È più facile
che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel
regno di Dio.
Leggiamo in "Sulla magia e in sua difesa, II sec." di Apuleio:
"La
povertà è sempre stata di casa con la filosofia: è onesta, moderata,
padrona di poco, desiderosa di approvazione, è un bene sicuro rispetto
alle ricchezze; non si preoccupa mai delle apparenze, è di modi
semplici, benevola quando dà consigli, non istiga mai alcuno alla
superbia, non riduce mai alcuno al male per la sua sfrenatezza."
Ma
affinché l'indigenza sia sopportata in modo sereno e dignitoso,
occorre, come già accennato, una ricchezza d'animo che non tutti hanno e
mancando essa, si è poveri due volte.
Sempre
a proposito di ricchezza d'animo, Diogene di Sinope ne era così ricco,
da potersi permettere di vivere nell'indigenza più assoluta e Francesco
di Bernardone, ricco di una santità concessa a pochi, con tutti i beni
di cui poteva disporre, elesse a sua sposa Madonna povertà.
Come
sentimmo, dai più anziani, esprimere una nostalgia dei tempi del primo
dopoguerra, quando lutti, sofferenze e privazioni avevano contribuito a
una maggiore fratellanza, nell'aiutarsi gli uni con gli altri, non
farebbe male all'odierna società consumistica del tutto e subito, un po'
più di comune povertà.
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