Chi cchiú penza ’e sapé cchiú gnurante è.
Più si è arroganti e presuntuosi, più si è ignoranti.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Il
proverbio che va tanto d'accordo con quello già esaminato e che recita
"Ll’ommo troppo saputo addeventa scassacazzo e ffesso", ci fa avere a
che fare anche stavolta con la figura del saccente presuntuoso che, con
arroganza e presunzione, nelle esibizioni di
sapienza che produce, non fa che rendere ancora più palese l'ignoranza
nella quale versa, facendo venire a chi lo ascolta la voglia di
scappare.
Gli esseri
umani che possono risultare tra i più pericolosi, sono quelli convinti
di sapere tutto e più che certi delle quattro stupidaggini che sanno,
sparano sentenze come se fossero verità messianiche, assolutamente
inconfutabili, del tutto inconsapevoli della meschinità che manifestano,
per come si comportano.
L'ignoranza,
se si accompagna alla presunzione e all'arroganza, arriva ad umiliare
anche chi ha ragione, si usa dire, rispetto all'umiltà di essere
coscienti del poco che si sa, che arriva a far assolvere chi ha torto,
per come si è espresso e comportato modestamente e in buona fede.
Un
fenomeno che può risultare come un vero e proprio paradosso, per come
più sono limitate le capacità intellettuali di alcune persone, tanto più
grande è la loro sicumera.
L'ignoranza
di per sé, non è un difetto, per chi è cosciente dei suoi limiti e in
tale conseguenza si comporta, senza alcuna pretesa di sapere più di ciò
che sa, rispetto a un certo tipo di ignorante, che fa mostra, non del
poco che sa, ma di quello che crede di sapere e si cimenta su qualsiasi
tema, sul quale le idee che ha, sono poche e spesso anche confuse,
ostentando in modo sussiegoso e irritante, un sapere di una estrema
superficialità, perché se l'ignoranza, di per sé, si può assolvere,
perché nella vita è la base di partenza di chiunque, con i differenti
mezzi che la sorte offre per eliminarla, quella del saccente
presuntuoso, che di tutto ha voglia, meno che d'impegnarsi in un
percorso di conoscenza, è del tutto deprimente.
E
infatti, l'atteggiamento che caratterizza il tipo, è rappresentato
dalla presunzione, con un'immagine gonfiata di sé stesso, più che
convinto di essere una persona di spicco e interessante.
La
presunzione è una caratteristica simile all'egocentrismo, a cui si
aggiunge la pretesa di valere di più di quelli che il soggetto deprime
con le sue millanterie e non c'è niente che possa convincere la persona
presuntuosa del contrario, perché se c'è una dote che gli manca, è la
modestia.
Pensiamo ai
mezzi di divulgazione di una volta, rappresentati da giornali, radio e
televisione, che erano dei veri e propri filtri, nell'arginare gli sputa
sentenze stupidi di turno, che cercavano di avere uno spazio per
proclamare ai quattro venti il loro insulso scibile, di contro al web e
ai social di quest'epoca, che li hanno sdoganati, come pronosticò a suo
tempo il semiologo, filosofo e scrittore Umberto Eco, riguardo ai social
media, che danno diritto di parola a chiunque, compresi gli imbecilli,
che una volta dovevano accontentarsi di platee che trovavano per strada,
al bar o all'osteria, per scocciare con le loro insulsaggini gli
astanti, mentre adesso hanno diritto di parola al pari di qualsiasi
eminente intellettuale, che merita l'ascolto per la sua cultura.
Ma
l'ho detto e lo ripeto, come si debba riconoscere a certa gentucola un
gran pregio, quello di spingerci a fare più caso e ad apprezzare le
persone capaci sia nell'esprimersi che nel comportarsi e modeste e
schive nel presentarsi al prossimo, che non cercano platee per esibirsi,
delle quali poco hanno bisogno e che risultano invisibili ai cretini
che vanno in estasi per gli influencer che vanno per la maggiore, perché
al giorno d'oggi, non conta tanto l'essere, nei modi in cui ci si
dovrebbe presentare, quanto l'apparire a suon di balle.
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