Beata Diana degli Andalò

Oggi - 10 giugno 2024 - lunedì della X settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, la Beata Diana degli Andalò (o d’Andalò), vergine. Di lei si hanno poche notizie non sempre suffragate da certezza storica. Diana, questo il suo nome di battesimo, nacque a Bologna, allora libero comune dell’Italia settentrionale, formalmente sottoposto al Sacro Romano Impero (oggi capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna), probabilmente verso il 1200. Era figlia di un certo Andrea o Andreolo, soprannominato “Andalò”, che le trasmise il proprio nomignolo, divenuto con il tempo un cognome. Riguardo alle sue origini, esistono due diverse ipotesi, la prima - considerata più attendibile - ne sostiene la discendenza dalla nobile e potente famiglia bolognese dei Carbonesi, mentre la seconda ritiene che fosse figlia di tale Andrea Lovello, di cui nulla di più è dato conoscere. Diana ebbe quattro fratelli, fra cui Brancaleone, che fu sempre per lei il prediletto. Ammirava molto i religiosi dell’Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani), fondato a Parigi (Francia) dal futuro santo Domenico di Guzman (1170-1221), soltanto pochi anni prima, il 22 dicembre 1216. Per questo motivo, aiutò fra Reginaldo di Orléans (1180-1220), futuro beato, uno dei Padri Predicatori mandati da Domenico di Guzman a Bologna, nell’acquisto di un terreno nella località Vigne, dove sorgeva la chiesa di San Nicolò, che sarà il futuro tempio dello stesso Domenico di Guzman. L’acquisto fu compiuto, con atto notarile datato 14 marzo 1219. Più tardi, quando nell'agosto dello stesso anno il fondatore dei Domenicani venne a Bologna, Diana, con altre giovani compagne, fece nelle sue mani il voto di vita religiosa. L'anno dopo, 1220, chiese al medesimo di poter fondare un monastero femminile Domenicano a Bologna. La proposta fu accettata e si decise così l'acquisto di un terreno sul quale costruire l’opera, nella periferia della città, ma la cosa non andò a buon fine, poiché il vescovo locale Enrico della Fratta (1213-1240) negò la sua necessaria autorizzazione. Il 22 luglio 1221 Diana, desiderosa di vita religiosa consacrata a Dio, entrò allora nel monastero delle Canonichesse di Ronzano, un eremo posto su un verde colle vicino alla città di Bologna, ma ne fu fatta uscire dai parenti con la violenza, mediante una vera e propria irruzione nel luogo sacro, tanto è vero che nel trambusto la ragazza ebbe una costola rotta. Il futuro San Domenico la consolò con alcune lettere, oggi purtroppo perdute. Poté tuttavia tornare a Ronzano, dove dimorò dal novembre 1222 fino al giugno 1223. Dopo che fra Giordano di Sassonia (1190-1237), anch’esso futuro beato, successore di Domenico di Guzman, ebbe fondato il monastero femminile bolognese di Sant'Agnese, Diana vi vestì l'abito dell'Ordine e ne fu eletta superiora, dirigendolo da vera madre alla sequela di Cristo. Vi morì presumibilmente nel 1236.
IMMAGINE: << La Beata Diana degli Andalò, dettaglio del quadro "La professione della Beata Diana nelle mani di San Domenico", olio su tela dipinto tra il 1596 ed il 1597 circa dal pittore bolognese Prospero Fontana (1512-1597). L'opera si trova nel Museo di San Domenico a Bologna >>.
Roberto Moggi
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